Generali  archivia un buon trimestre e chiude in forte crescita i primi nove mesi. Ora le attese sono per il piano industriale, che sarà rivelato il prossimo 14 gennaio a Londra.

L’utile netto dei nove mesi sale infatti a € 1.133 milioni (+37,3%). A spingere il risultato del periodo sono stati lo sviluppo della produzione e la crescita, spinta dal segmento vita, del risultato operativo. Si mantiene robusto il risultato operativo danni nonostante l’impatto di  rilevanti eventi catastrofali. All’utile  dell’esercizio ha contribuito anche il miglioramento del risultato degli investimenti,  grazie in particolare a  minori svalutazioni.

Il  Group Ceo di Generali,  Mario Greco, ha affermato in una nota:  “Questi risultati  testimoniano la qualità del business, la forza del marchio e delle reti  distributive di Generali.  Sono particolarmente soddisfatto  della performance del  risultato operativo,  il nostro indicatore chiave, che si attesta a € 3,3 miliardi.  Siamo fiduciosi di raggiungere un risultato operativo di fine anno superiore ai € 4 miliardi, in  linea con il target annunciato”.

In  un  contesto  caratterizzato dalla flessione della raccolta assicurativa  in molti  mercati in cui  Generali opera, il Gruppo  ha  segnato un positivo andamento  dei premi,  sostenuto dallo sviluppo delle reti proprietarie e dalla continua innovazione di prodotto.

I premi complessivi hanno  raggiunto € 50.945 milioni (+1,8%), spinti dalla raccolta danni (+4,7%) in particolare in Francia,  Germania e Paesi CEE.
Nel vita il Gruppo ha privilegiato la profittabilità, registrando uno  sviluppo delle linee risparmio  (+1,9%) e protezione (+4,4%), che ha permesso di raggiungere una produzione complessiva di €  33.500 milioni (+0,4%). La raccolta netta vita – pari alla differenza tra i premi incassati e i flussi in  uscita – ritorna positiva a € 1.142 milioni dopo il dato negativo registrato al primo semestre per €  378 milioni. Tale risultato è particolarmente positivo tenuto conto della decisione del Gruppo di  non rinnovare alcuni contratti con una  profittabilità non adeguata.

Il risultato operativo complessivo cresce del 9,4% a € 3.292 milioni, registrando  un forte progresso nel terzo trimestre (+43,1%), nonostante gli effetti delle politiche di derisking messe in atto da inizio anno volte a ridurre l’esposizione crossborder ai titoli di Stato.

In particolare, il risultato operativo vita ha registrato una crescita del 16,5% a € 2.196 milioni con il  positivo contributo dei principali mercati del Gruppo.

Il risultato operativo danni, su cui pesano rilevanti sinistri catastrofali per € 311 milioni (€ 96 milioni  a settembre 2011),  si  attesta a € 1.158 milioni (€ 1.204 milioni a settembre 2011) sostenuto dal miglioramento della redditività tecnica  non catastrofale.  Il combined ratio rimane stabile al 96,6% grazie all’andamento positivo della sinistralità corrente e al contenimento delle spese.

Positivo il contributo del risultato operativo del segmento finanziario (+17,1%).

Allo sviluppo dei risultati si accompagna un  significativo  miglioramento della posizione di capitale di Gruppo. 

Il patrimonio netto  raggiunge €  19.215 milioni, in aumento del 24,1% (€ 15.486 mln a fine 2011), grazie principalmente al positivo andamento della riserva Available For Sale (AFS), che ha beneficiato del recupero di valore di tutte le asset class, in particolare di quella obbligazionaria.

L’indice di  Solvency  I  migliora a 140%  (130%  1H12;  117%  FY11) con un’eccedenza di € 7,4 miliardi.  Gli investimenti propri del Gruppo al 30 settembre 2012 sono pari a € 328,5 miliardi, in crescita  del 7,8%.

L’esposizione verso gli strumenti a reddito fisso aumenta al 79,7% (77,6% FY11) con  un’incidenza dei titoli governativi incrementata al 54,7% (53,8%  FY11), grazie alla ripresa di  valore di questa  asset class. La componente azionaria rappresenta il 4,8% (5,5% FY11) degli  investimenti propri del Gruppo. Sostanzialmente stabili gli investimenti immobiliari (4,6%).

Nel  segmento vita il gruppo prevede di confermare i livelli di raccolta del 2011. Continuerà inoltre la  riduzione delle garanzie finanziarie presenti nei contratti assicurativi tradizionali.
Nel segmento  danni si prevede una crescita della raccolta del Gruppo derivante sia  dall’andamento del business non auto che di quello auto. Considerando l’attuale impatto degli  eventi di natura catastrofale e in assenza di ulteriori eventi, il gruppo prevede una tenuta dei margini  tecnici complessivi rispetto al 2011, grazie al mantenimento dei livelli di efficienza operativa e del  perdurare degli effetti delle politiche tariffarie e di gestione dei sinistri poste in atto dal Gruppo.

Guardando alla produzione vita nei singoli  mercati, in Germania (+2,7%)  si  è  verificata un’inversione di tendenza rispetto al primo semestre con la crescita delle polizze di risparmio  (+4,7%). Buona la raccolta anche in Europa Centro-orientale (+1,6%), Svizzera (+5%), America  Latina (+7,7%) e Cina (+3,4%). Per quanto riguarda in particolare Italia (-2,5%), Francia (-0,4%) e  Spagna (-4,2%), il Gruppo ha deciso di non rinnovare contratti con una redditività non adeguata.  

In Italia si registra un recupero rispetto al primo semestre  e un positivo contributo dei prodotti previdenziali (+19%), sostenuto dalle iniziative lanciate in questo settore. In Francia, la raccolta è  stata caratterizzata dal buon andamento dei prodotti di protezione e risparmio. La decisione del Gruppo di concentrarsi sui prodotti a più elevata redditività e basso assorbimento  di capitale si riflette anche sulla nuova produzione in termini di APE che si mantiene a buoni livelli  a € 3.184 milioni (-5,3%).  I premi annui, che  rappresentano  il 59% della nuova produzione, dimostrano la buona qualità del business.

Il risultato operativo vita, in crescita del 16,5%, ha beneficiato della performance della gestione finanziaria (+26,2%), con minori svalutazioni e un recupero di valore degli investimenti. A sostenere il risultato anche la stabilità del margine tecnico.

Per quanto riguarda la produzione danni nei singoli mercati, da evidenziare l’ottimo andamento del business in Germania (+7,5%), spinto da tutte le linee di business. In Europa Centro-orientale, il sensibile aumento dei premi (+8,4%) è da attribuirsi ai rami Non Auto (+20,5%). Buona la crescita in Francia (+1,6%) grazie in particolare alle linee aziende, Spagna (+1,9%), Austria (+2,4%), Svizzera (+2,7%) e in America Latina (+29,2%). In Italia la produzione rimane sostanzialmente stabile nonostante il calo delle immatricolazioni pesi sul ramo Auto.

Il segmento si conferma per la sua elevata redditività tecnica pur risentendo dei già citati eventi  catastrofali. Si segnala il miglioramento del combined ratio in Francia (-0,2 p.p.), in Germania (-0,7  p.p.) e in Svizzera (-0,4 p.p.). In Italia l’indice peggiora di 0,8 p.p. a 97,6% risentendo in particolar  modo del terremoto in Emilia.

Nei primi nove mesi del 2012 Generali ha registrato svalutazioni per 894 milioni contro i 3,1 miliardi dell’anno precedente, quando avevano pesato soprattutto i cali di valore dei titoli greci e delle azioni Telco. Quest’anno la maggior parte delle svalutazioni è arrivata dal settore azionario, che ha pesato per 563 milioni (contro 773 milioni del 2011), mentre l’obbligazionario ha inciso per appena 184 milioni a dispetto addirittura degli 1,88 miliardi dell’anno scorso) e 41 milioni sono arrivati dall’immobiliare (21 milioni l’anno scorso). Tra le svalutazioni del terzo trimestre ci sono state per esempio le obbligazioni «Uni cashes, ovvero i bond convertibili che abbiamo acquistato da Unicredit», che hanno pesato per circa 35 milioni, ha spiegato il nuovo cfo Alberto Minali e complessivamente si può certamente affermare che l’andamento delle borse, e soprattutto dei corsi obbligazionari, hanno dato una mano a Greco per presentare conti in crescita, e soprattutto un indice di solvibilità (Solvency I) in evidentemiglioramento. E includendo anche la cessione dell’israeliana Migdal, completata a fine ottobre, l’indice sarebbe salito fino al 145%. Così, anche se nel 2014 è previsto il riacquisto delle quote di Ppf Holding, joint venture dell’Europa dell’est per cui serviranno più di 2,5 miliardi di euro, sembra allontanarsi il pericolo di dover ricorrere presto a un aumento di capitale. «Non c’è alcuna ipotesi di aumento », ha chiarito Minali, aggiungendo che tra l’altro «non c’è alcun cambiamento negli accordi con Ppf, così come il downgrade di Moody’s  non dà loro un diritto automatico a esercitare la put prima della scadenza del 2014». 

A seguito dell’assunzione del nuovo ruolo di Chief Insurance Officer Sergio Balbinot ha formalizzato le proprie dimissioni dalla carica di consigliere di amministrazione e, quindi, di amministratore delegato e componente del Comitato  Esecutivo della Compagnia. Il Consiglio di Amministrazione ha provveduto,  infine, alla nomina del Group General Counsel, Avvocato Antonio Cangeri, quale nuovo Segretario del Consiglio di Amministrazione.