di Anna Messia

Generali Assicurazioni non è solo la prima compagnia del mercato italiano, ma in sordina, da qualche settimana, ha anche guadagnato il podio di primo operatore, sempre sul mercato nazionale, del risparmio gestito, con asset complessivi superiori a 310 miliardi di euro. Una fuga in avanti che non è ancora stata registrata da Assogestioni visto che emergerà solo dai dati di raccolta di ottobre, che l’Associazione pubblicherà non prima di fine novembre. Ma il sorpasso sul gruppo Intesa Sanpaolo, che ora diventa il secondo operatore del risparmio gestito con asset per 220 miliardi, è significativo ed è frutto di un’opera di razionalizzazione delle partecipate della compagnia di Trieste, avviato prima dell’arrivo del nuovo amministratore delegato, Mario Greco, lo scorso agosto. Una semplificazione societaria che ha portato Generali Investments Italy a cambiare nome in Generali Investments Europe e soprattutto a incorporare gli asset dei fondi di Generali Investments France e di Generali Investments Deutschland. In pratica i fondi gestiti finora in Francia e in Germania sono stati riportati in Italia, mantenendo nei due Paesi alcune strutture di vendita. Risultato: i 140 miliardi di asset che Generali gestiva nelle sgr italiane sono più che raddoppiati, arrivando appunto a superare i 310 miliardi. Asset che provengono non soltanto dalla gestione degli attivi finanziari delle compagnie del gruppo Generali in Europa, ma anche dalla gestione di portafogli per conto di investitori istituzionali terzi e in parte anche da fondi di investimento destinati alle reti distributive. L’operazione, come accennato, era già stata avviata prima che Greco prendesse il timone della compagnia, e replica quanto già avvenuto tra le controllate immobiliari del gruppo assicurativo, considerando che quest’anno c’è stata anche l’incorporazione di tutte le società del gruppo dedicate al settore all’interno di Generali Real Estate. E nel caso del mattone l’operazione è stata anche più complessa perché i Paesi coinvolti erano in tutto dieci, comprendendo per esempio anche Spagna, Olanda o Svizzera. Ma l’obiettivo è lo stesso. Creare una piattaforma europea unica per la gestione degli asset in tal modo evitando duplicazioni di costi e poltrone. Per questo motivo è facile immaginare che Greco non abbia alcuna intenzione di tornare indietro su questa scelta. Anche se le decisioni che prenderà nelle prossime settimane avranno inevitabilmente ripercussioni sia sul business del real estate sia soprattutto sull’asset management. Greco, come noto, deve infatti ancora nominare il chief investment officer del gruppo, ovvero il responsabile degli investimenti, incarico precedentemente affidato a Philippe Setbon che, insieme a Luca Passoni, è anche amministratore delegato di Generali Investments Europe. Per ora Greco ha assunto ad interim la funzione di cio (oltre a quella di chief operating officer). Ma, come noto, i cacciatori di teste sono al lavoro, sia all’interno sia all’esterno del gruppo, per individuare i professionisti più adatti a completare la squadra di Greco, che dovrà rilanciare la compagnia focalizzandosi, come ha più volte ricordato il nuovo ad, sul core business. Ovvero sull’attività assicurativa. Ma è inevitabile che al nuovo cio faranno capo sia Generali Real Estate che Generali Investments Europe. (riproduzione riservata)