Raccolta e patrimonio in crescita per l’industria italiana dei fondi nel terzo trimestre del 2012. È quanto emerge da una nota diramata ieri da Assogestioni, dove si apprende che nei tre mesi al 30 settembre il patrimonio del comparto è tornato a sfiorare quota 1.000 miliardi, attestandosi in particolare a 992 miliardi rispetto ai 957 che erano stati registrati alla fine dello scorso giugno. Tale patrimonio, come peraltro nella nota evidenzia anche l’associazione presieduta da Domenico Siniscalco, risulta praticamente perfettamente ripartito tra gestioni collettive (495,65 miliardi) e di portafoglio (496,59 miliardi). All’interno delle gestioni collettive, il patrimonio risulta a sua volta suddiviso in 452,57 miliardi riconducibili ai fondi aperti e in una quota decisamente minore, pari a 43 miliardi, legata invece ai prodotti cosiddetti chiusi.
Passando invece alla raccolta, il dato nei mesi di luglio, agosto e settembre, ha superato gli 1,4 miliardi, attestandosi in particolare a 1,439 miliardi contro i deflussi per 4,447 miliardi che erano invece stati registrati nel secondo trimestre. A brillare sono state soprattutto le gestioni collettive, con una raccolta pari a 3,333 miliardi (2,98 miliardi per i soli fondi aperti) contro i -225 milioni dei tre mesi al 30 giugno; viceversa, le gestioni di portafoglio hanno chiuso il periodo con deflussi per 1,89 miliardi. Guardando poi al dettaglio dei prodotti aperti, la raccolta ha spinto soprattutto i fondi di lungo termine, con un dato positivo per 8,44 miliardi rispetto a quello negativo di 2,39 miliardi del trimestre precedente, mentre i deflussi hanno letteralmente affossato gli strumenti cosiddetti monetari, in rosso per 5,24 miliardi contro il più esiguo -311 milioni dei tre mesi al 30 giugno.
Quanto alla ripartizione tra fondi di diritto italiano ed estero, continua la tendenza negativa per gli strumenti nostrani, che nel trimestre soccombono per quasi 2 miliardi mentre gli stranieri raccolgono quasi 5 miliardi. Va detto che comunque i fondi di diritto italiano hanno limitato i danni rispetto ai tre mesi al 30 giugno, quando avevano registrato deflussi per la bellezza di 5,6 miliardi.
Da inizio anno, per l’industria dei fondi, la raccolta resta comunque negativa per 5,97 miliardi, La cifra è ripartita tra il dato positivo di 2 miliardi legato alle gestioni collettive (a sua volta suddiviso in 590 milioni per i fondi aperti e 1,42 miliardi per i prodotti chiusi) e quello negativo per ben 7,95 miliardi delle gestioni di portafoglio.