Dall’estate il miglioramento delle condizioni finanziarie nell’area dell’euro si è riflesso in un rialzo dei corsi borsistici delle principali compagnie di assicurazione italiane  e in una riduzione dei rischi comuni (segnalata dal calo della correlazione tra i rendimenti azionari). A dirlo è la Banca d’Italia nel Rapporto sulla stabilità finanziaria (il primo nel quale raccoglie ufficialmente il testimone dall’Isvap in vista della nascita dell’Ivass). I dati, risultato della collaborazione con l’Isvap come indicato dal Vicedirettore generale della Banca d’Italia Fabio Panetta alla presentazione del Rapporto mostrano come il settore rimanga tuttavia caratterizzato da elementi di fragilità: le attese degli analisti sugli utili per azione sono calate rispetto alla fine del 2011; i tassi attesi di insolvenza impliciti nei corsi azionari sono aumentati; le revisioni dei giudizi delle principali agenzie di rating sono generalmente al ribasso. Riportiamo di seguito il resoconto della Banca d’Italia.

Raccolta premi

Nel primo semestre del 2012 le sottoscrizioni di prodotti assicurativi si sono ridotte dell’8,9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2011, risentendo soprattutto della fase recessiva. Nel ramo vita il calo della raccolta (fig. 3.17.a), particolarmente ampio per le polizze rivalutabili e per i contratti di capitalizzazione, ha risentito della minore propensione delle banche a collocare prodotti di terzi. Nel ramo danni la diminuzione è stata più contenuta; i premi del ramo della responsabilità civile automobilistica, pari a circa la metà della raccolta complessiva, sono rimasti invariati rispetto al 2011.

Gli investimenti e la posizione di liquidità

La crisi del debito sovrano continua a pesare sulle compagnie italiane a causa della rilevante dimensione del portafoglio di titoli di Stato con vita residua elevata. Anche il portafoglio di obbligazioni societarie, costituito per lo più da titoli bancari con rating elevato, sta risentendo delle tensioni. Nel corso dell’anno le assicurazioni hanno leggermente incrementato la quota di titoli pubblici in portafoglio, riducendo l’incidenza di quelli con scadenze superiori a cinque anni.

Le conseguenze del rischio sovrano sui bilanci e sui requisiti patrimoniali delle compagnie italiane sono attenuate da misure anticrisi che consentono di sterilizzare (previa costituzione di adeguate riserve indisponibili) l’impatto delle minusvalenze latenti sui titoli di debito emessi o garantiti da Stati dell’Unione europea; tali misure saranno mantenute fino all’entrata in vigore della nuova normativa prudenziale europea (Solvency II). Interventi con analoghe finalità sono stati introdotti dai principali  paesi europei.

Negli ultimi mesi il calo degli spread sui titoli di Stato italiani e la diminuzione della durata media del portafoglio hanno riportato su valori positivi il saldo tra plusvalenze e minusvalenze latenti.

Il rischio di liquidità è generalmente contenuto, poiché la maggior parte delle passività è a lungo termine e prevede penali per i sottoscrittori in caso di anticipo dei rimborsi. Il rischio è tuttavia aumentato negli ultimi due anni a causa di una crescita dei riscatti di polizze nel ramo vita: nei primi nove mesi del 2012 i

deflussi di fondi hanno superato i premi. Una recente indagine su un campione di compagnie italiane mostra che il rischio di liquidità è gestito principalmente attraverso l’incremento delle componenti più liquide dell’attivo e l’apertura di linee di credito bancario, cui poter accedere nei momenti di difficoltà. È inoltre emerso che le assicurazioni fanno un uso limitato di strumenti finanziari quali i liquidity swaps e delle diverse forme di short-term funding.

La redditività e la situazione patrimoniale

I dati relativi al primo semestre evidenziano un miglioramento della redditività delle società assicurative, principalmente per effetto dell’andamento positivo della gestione finanziaria. Il ROE si è portato al 7,2 per cento nel ramo vita e al 3,5 nel ramo danni, contro -9,3 e -5,0 per cento rispettivamente nel 2011. Nel ramo danni il combined ratio ha mostrato un generale miglioramento, in particolare nel settore della responsabilità civile automobilistica. Tale andamento potrebbe proseguire per effetto delle politiche di selezione dei rischi, dell’aggiornamento delle tariffe e del contenimento dei costi dei sinistri, favorito dalle recenti norme in materia di valutazione del danno biologico.

Queste ultime, introducendo criteri più rigorosi nella stima delle lesioni di lieve entità, dovrebbero produrre benefici in termini sia di riduzione dei tempi di liquidazione dei sinistri, sia di miglioramento della valutazione delle riserve tecniche.

Nel ramo vita la gestione operativa continua a risentire dell’andamento negativo della raccolta premi e dell’aumento dei riscatti sui prodotti tradizionali. I rischi connessi con il basso livello dei tassi di interesse sono relativamente contenuti: sebbene la quota di polizze con remunerazione minima garantita sia elevata, larga parte degli attivi a copertura delle riserve tecniche è costituita da titoli di Stato italiani che offrono rendimenti relativamente elevati. In prospettiva, la redditività delle compagnie italiane del ramo vita potrebbe beneficiare della riduzione delle minusvalenze latenti realizzate negli ultimi mesi sul portafoglio dei titoli di Stato.

Gli indici di solvibilità dei rami vita e danni sono ampiamente superiori ai requisiti regolamentari. Alla fine del 2011 il patrimonio di vigilanza, seppur in calo rispetto all’esercizio precedente, era pari a 1,7 volte il valore richiesto per le compagnie del ramo vita e a 2,7 per quelle del ramo danni. Anche eliminando l’effetto delle citate misure anticrisi il patrimonio sarebbe rimasto su valori molto superiori al requisito minimo. Dati relativi ai gruppi quotati evidenziano un miglioramento della situazione patrimoniale nel 2012, anche grazie agli aumenti di capitale realizzati (pari a circa 2,8 miliardi). Gli effetti delle misure anticrisi, i rafforzamenti patrimoniali e le scelte gestionali volte al miglioramento della posizione di liquidità hanno creato le condizioni per meglio fronteggiare eventuali, ulteriori tensioni sui mercati finanziari.

Nel complesso, i rischi principali per il settore assicurativo italiano derivano dal protrarsi della fase di debolezza congiunturale e dalle condizioni di incertezza sui mercati finanziari. La sfavorevole congiuntura, deprimendo la dinamica dei premi e alimentando le richieste di riscatto da parte degli assicurati, potrebbe gravare ulteriormente sulla redditività della gestione tecnica e peggiorare la posizione di liquidità delle compagnie. La raccolta continuerà a risentire della concorrenza dei prodotti bancari. Rimane, infine, elevata l’esposizione degli attivi delle compagnie italiane al rischio sovrano.