Giornata di acquisti sul titolo Azimut dopo la pubblicazione dei risultati record dei nove mesi e l’annuncio del numero uno della società di risparmio gestito, Pietro Giuliani, che il monte dividendi pagato sui conti di quest’anno potrebbe essere nell’ordine di 50 milioni, contro i 35 milioni di un anno fa, con una crescita del 42,8%. Il che vorrebbe dire, considerando che la cedola dell’anno scorso era stata di 25 centesimi, che quest’anno il dividendo potrebbe salire fino a 35 centesimi. Su queste attese l’azione ha segnato di conseguenza una delle migliori performance tra le blue chip, chiudendo in progresso del 3,23% a 9,915 euro. I numeri pubblicati dal gruppo nel terzo trimestre, superando anche quanto previsto dagli analisti, si sono rivelati in forte crescita con ricavi consolidati a quota 107,9 milioni di euro (+55%), contro un consensus di 98,9 milioni, e un utile netto a 42,1 milioni (+240%), rispetto a una previsione di 32,8 milioni. Anche sui nove mesi il trend del gruppo è stato confermato. La società, infatti, al 30 settembre ha registrato un utile netto pari a 121,2 milioni, in aumento del 112% rispetto ai 57,1 milioni registrati nello stesso periodo del 2011. Il patrimonio totale a fine settembre arriva poi a 19,2 miliardi, comprendendo il risparmio amministrato e gestito da case terze e direttamente collocato (17,1 miliardi di euro le masse gestite), mentre il totale dei ricavi si attesta a 322 milioni (+32%). Per quanto riguarda i piani di sviluppo, Giuliani ha dichiarato di proseguire nella strategia di internazionalizzazione. Con questo traguardo in mente, nel mese di ottobre è stata avviata la nuova joint venture in svizzera chiamata Az Swiss sa, detenuta al 90% da Azimut e al 10% dal team di gestione guidato da Gianluca Gabrielli. Non solo, ha fatto sapere Giuliani al mercato, parte della cassa sarà utilizzata per il lancio di potenziali joint venture in America del Sud. E mai come in questo periodo Azimut ha goduto di una posizione finanziaria netta così favorevole, considerando che a fine settembre aveva raggiunto un livello di 202,4 milioni, contro i 98,8 milioni di dicembre 2011. Per l’anno prossimo, Giuliani, ha dichiarato poi di prevedere una raccolta di 1-1,5 miliardi e, con un incremento delle masse di 4 miliardi in un anno, sarà possibile raggiungere il target di 27 miliardi di asset under management entro fine 2014. Per quanto riguarda l’esercizio in corso, anche nello scenario peggiore e in assenza di ulteriori commissioni variabili, l’utile netto si attesterebbe a 135-140 milioni. «Ma faremo di meglio», ha promesso Giuliani, «perché guadagneremo ancora dalle performance fee». (riproduzione riservata)