In tempi di crisi come questi il default di un importante cliente non è l’unico grosso rischio che corrono le aziende. Anche quello dei principali fornitori e/o dei terzisti diventa un’ipotesi più probabile e quindi un rischio dal quale proteggersi. Infatti è il primo nella classifica degli eventi più dannosi che un’azienda dovrebbe essere preparata ad affrontare, secondo i risk manager delle 213 aziende interpellate da Assiteca, il più grande broker assicurativo italiano, per il sondaggio finalizzato all’assegnazione dell’annuale omonimo Premio, dedicato quest’anno alla continuità operativa. Il rischio di default di un partner esterno, infatti, è considerato il più grave dal 46% degli interpellati, seguono il rischio di guasti agli impianti (45%) e al sistema informatico (44%), e di interruzione dei trasporti (41%). Invece fanno meno paura gli eventi naturali e le catastrofi (35%) e quelli di incendio e scoppio (39%). Ma sono ancora poche le imprese che sviluppano processi strutturati di Business Continuity, specialmente tra le pmi. In ogni caso, le imprese affrontano i rischi sia con azioni preventive, volte a limitare gli eventuali danni, sia con azioni di ripristino dell’attività. Tipicamente, tali attività sembrano coinvolgere l’area Amministrazione e Finanza, cui fa capo la maggioranza dei partecipanti all’indagine, mentre figure dedicate alla gestione dei rischi sono presenti nelle aziende più grandi. Il Premio Assiteca sarà assegnato il prossimo 22 novembre a due delle sei finaliste tra Abb, Barilla G. e R. F.lli, Nestlè Italiana, Prysmian, Seat PG, Skf Industrie e Vestas Nacelles Italia. (riproduzione riservata) Stefania Peveraro