Si interrompe nel 2010 l’andamento in diminuzione degli infortuni sul lavoro in Trentino: con 10.405 incidenti rispetto ai 10.131 dell’anno precedente, l’incremento – pari a 274 casi – è stato pari al 2,7% (dato in controtendenza rispetto al -1,9% registrato a livello nazionale). Significativo miglioramento, invece, per quanto riguarda gli episodi mortali, calati da 17 a otto: una flessione che, da questo punto di vista, vede la regione piazzarsi al terzo posto tra quelle dalla contrazione più significativa. Questi alcuni dei principali dati emersi nel corso della recente presentazione del Rapporto regionale INAIL 2010.

Singole gestioni: migliora solo l’agricoltura. Per quanto riguarda le singole gestioni, si evidenzia che in agricoltura gli infortuni sono 927 (- 6,1% rispetto al 2009), nell’ industria e servizi ( che comprende l’artigianato) sono 9.228 (+3,5% rispetto al 2009), nella gestione conto stato 250 (+9,2% rispetto al 2009). L’unico decremento  si verifica quindi nell’agricoltura. I comparti delle attività che registrano il maggior numero di infortuni in termini di dati assoluti sono le costruzioni, l’agricoltura, alberghi e ristorazione, commercio. In un’ottica di genere si deve rilevare che l’incremento degli infortuni non è stato uniforme, ma è stato più accentuato per gli uomini (+4,4%) rispetto alle donne (+1,0%) nella gestione industria e servizi. Nell’agricoltura  vi è stato un decremento per gli uomini ( -9,5%) rispetto alle donne (+23%). Anche nella gestione conto stato vi è stato un decremento per gli uomini (-10,2%) rispetto  alle donne (+19,2%).

Sette casi mortali nell’industria. Gli otto infortuni mortali riguardano quasi esclusivamente il settore dell’industria, con sette casi, mentre il restante interessa l’agricoltura. In episodi si è trattato di vittime straniere. Si deve evidenziare che in tre casi il decesso del lavoratore è legato alla circolazione stradale, con in particolare 1 caso avvenuto in itinere (ovvero, nel tragitto casa/lavoro e lavoro/casa).

Calano gli infortuni in itinere. In diminuzione gli infortuni in itinere, che si attestano sui 791 casi, con una diminuzione del 6,7% rispetto al 2008. Gli infortuni legati alla circolazione stradale sono stati 1.095, con una diminuzione del 5,5% rispetto al 2009. I relativi casi mortali sono stati tre contro i nove del 2009.

Malattie professionali in aumento del 14,3%. In conformità con l’andamento nazionale, si  assiste a un aumento dei casi denunciati di malattie professionali, che passano dai 293 del 2009 ai 335 del 2010, con un aumento pari al 14,3%. Ben 280 casi si riferiscono al settore industria e servizi, che registra un incremento del 13,3%. Maggiore l’incremento in agricoltura dove si passa dai 45 casi del 2009 ai 54 del 2009 (+20%). Il progressivo aumento delle malattie professionali – soprattutto in agricoltura – è legato  a diversi fattori: a partire dalla positiva opera di sensibilizzazione e di informazione messa in atto dall’Istituto, ma anche dai sindacati, dalle associazioni di categoria, dai patronati e dai medici di famiglia. Altro elemento significativo l’entrata a regime delle nuove tabelle che hanno riconosciuto alcune patologie che prima non lo erano, svincolando così il lavoratore dal difficile onere della prova: ne è conferma l’impennata delle malattie muscolo-scheletriche da sovraccarico biomeccanico.

Più lavoratori stranieri infortunati. In aumento anche il dato complessivo relativo agli infortuni degli stranieri: si passa dai 2.106 casi del 2009 ai 2.245 del 2009 (+6,6%). L’incremento maggiore si registra nella gestione agricoltura (+7,4%), mentre nell’industria e servizi si verifica un aumento del 6,4%. Le nazionalità più incise dal fenomeno infortunistico sono la romena, l’albanese e la marocchina. I settori di attività economica più rischiosi per gli stranieri sono le costruzioni, gli alberghi e ristorazione e servizi alle imprese.

In moderata ripresa l’economia. Il 2009 è stato un anno estremamente problematico per tutte le economie avanzate. Il 2010 invece si è dimostrato un anno di inversione del ciclo e di moderata ripresa dell’attività economica, sia pure con trend molto differenziati a seconda delle aree geografiche e dei vari settori economici. Il 2010 è stato anche per la nostra provincia l’anno della ripresa. I tassi di variazione del fatturato e della produzione hanno presentato  valori positivi sopratutto nel secondo e terzo trimestre dell’anno, anche se tale tendenza non ha coinvolto in maniera eguale tutti i settori economici locali. Gli effetti sul piano occupazionale si sono tuttavia manifestati con ritardo rispetto a quelli sul piano economico e finanziario. L’occupazione è infatti cresciuta di appena lo 0,10 % ed in molti settori il tasso di variazione è rimasto negativo. Il tasso di disoccupazione è passato dal 3,6 al 4,4%, mentre a livello nazionale sale dal 7,8 al 8,4%. Gli occupati a livello nazionale calano del 0,7%.