C’è chi parla di strutturale mancanza di fiducia e chi di speculazione. Qualunque sia la reale causa, è comunque un dato di fatto che i mercati finanziari hanno dato all’Eurozona un messaggio chiaro: i problemi del debito sovrano sono ancora molto lontani dalla soluzione e la strada in salita di Mario Monti non aiuta a risolverli. Il modo di dirlo è stato il solito. Da un lato le fiammate degli spread di tutti i Paesi Ue17 nei confronti della Germania, con conseguenti impennate dei rendimenti, a cominciare dai Btp per coinvolgere però anche un peso massimo come la Francia. Dall’altro il rally delle quotazioni dei vari Credit default swap legati agli emittenti dell’Eurozona. Su tutti ha dominato il nervosismo che ha caratterizzato per tuta la seduta lo spread tra Btp e Bund decennali balzato fino a 540 punti base e il rendimento che è risalito sopra la pericolosa soglia del 7%, a 7,13 per cento. Ma la notizia più forte è stata forse quella che hanno continuato a salire anche i differenziali della Spagna, della Francia (nonostante abbia lo stesso rating della Germania) e anche del Belgio, raggiungendo livelli record. Lo spread francese è arrivato a toccare il record di 191 punti. Il differenziale spagnolo, inoltre, è stato visto toccare il top a 457 punti, e quello del Belgio ha raggiunto un picco a 318 punti. A preoccupare particolarmente gli addetti ai lavori è stato anche il fatto che il Btp è rimasto sotto pressione nonostante sia stato notato l’intervento della Bce sul mercato secondario dei titoli di Stato per acquistare bond italiani. Gli acquisti hanno avuto impatto molto limitato. Un trader ha riportato di acquisti della Bce anche su bond spagnoli. Ma non sono stati solo gli spread a soffrire. I Cds italiani a cinque anni hanno toccato il massimo storico a 580 punti base. Record anche per i Cds sulla Francia a 219 punti base. E i mercati azionari si sono adeguati: l’Eurostoxx50 ha perso l’1,50% e Piazza Affari l’1,08 per cento. In questo contesto già agitato si sono inserite le parole del presidente del Consiglio europeo, Hermann Van Rompuy: «Monitoreremo l’Italia molto, molto da vicino, perché i problemi di un Paese sono i problemi di tutta l’Eurozona», ha detto. «Dobbiamo combattere per la sopravvivenza del nostro modello». Nel pomeriggio si è vissuto un momento di tregua in scia a positivi dati macro americani, e a dichiarazioni concilianti da Roma che lasciano capire come il governo Monti sia ormai pronto a vedere la luce. La Commissione europea ha cercato di stemperare le tensioni dichiarandosi prota a «lavorare con Monti perché le sfide davanti a noi sono urgenti». rispondendo a una domanda durante il punto stampa quotidiano a Bruxelles. Il portavoce del commissario agli Affari economici Ue, Olli Rehn,ha evitato di commentare direttamente le consultazioni in corso in Italia, ma ha aggiunto: «la palla è ora nel campo dell’Italia: sta a Monti calciarla».