Tra le varie preoccupazioni che assillano gli italiani nel difficile momento della crisi economica, c’è anche il possibile scadimento del Sistema Sanitario Nazionale, a lungo uno dei fiori all’occhiello del nostro paese.
La situazione è confermata dai risultati dell’ultimo Barometro Internazionale sulla Salute, realizzato dal gruppo Europ Assistance in collaborazione con l’istituto di ricerca francese Csa e il Cercle Santé Societé. Ben il 70% degli italiani infatti giudica negativamente il proprio Sistema Sanitario Nazionale, una percentuale di insoddisfazione seconda solamente, nei dieci paesi presi in considerazione dalla ricerca, a quella dei polacchi. Gli italiani giudicano negativamente anche le competenze tecniche dei propri medici, sia in fase diagnostica che terapeutica: in entrambi in casa la valutazione media è quattro, nella classica scala da uno a dieci. Uno dei dati ovviamente più interessanti è quello legato alla preoccupazione sul futuro del Sistema Sanitario Nazionale. La paura più sentita è la mancanza di finanziamento pubblico per la sanità, per la prima volta in testa alle preoccupazioni da quando viene realizzato il Barometro, con una percentuale dell’85%, superando il timore degli errori medici, secondi col 78%. Gli intervistati hanno anche risposto sulle soluzioni per ovviare ai temuti tagli alla sanità. La soluzione preferita riguarda il possibile pagamento di ogni prestazione (34%) seguito dall’aumento delle imposte obbligatorie (16%) e dalle assicurazioni private integrative (15%).
La considerazione generale degli italiani sul futuro del Sistema Sanitario Nazionale è tutt’altro che ottimistica e, secondo il 57% degli intervistati, non è più in grado di garantire un accesso equo alle sue prestazioni. Il giudizio favorevole sulla possibilità di pagare ulteriori tasse per migliorarlo è però in netto calo, passata dal 57% del 2009 al 12% attuale, un dato che sembra indicare come sempre più chiara l’insoddisfazione degli italiani per gli sprechi della politica. In questo caso siamo i primi nei paesi intervistati, seguiti dai cechi e dai polacchi, il cui no a nuove tasse è rispettivamente al 60 e al 59%. Un dato non troppo confortante riguarda anche le rinunce nel campo della salute che sono state fatte a causa della crisi economica. Il 19% degli intervistati italiani ha infatti ammesso di avere, nel corso dell’anno, rinunciato o rimandato cure o visite mediche per problemi di denaro. 
Tra i principali motivi di insoddisfazione c’è la qualità dei servizi riservati agli anziani e alle persone dipendenti. Il 77% degli italiani è scontento al proposito, con una crescita percentuale di 10 punti rispetto al Barometro precedente. La soluzione principale, individuata dall’82%, riguarda l’assistenza domiciliare, vista come il miglior modo per fronteggiare l’innalzamento dell’età della popolazione: un pensiero condiviso quasi integralmente da tutti i paesi. Per finanziarla lo strumento più gettonato, suggerito dal 67% degli intervistati, riguarda un contributo misto, pubblico e privato. 
Gli italiani si dimostrano invece ancora un passo indietro rispetto alle nuove tecnologie. Sono infatti quasi la metà quelli che ricorrono ad Internet per consultare temi riguardanti la salute e quelli che lo fanno con assiduità sono solamente il 5%. Il 78% degli intervistati poi vorrebbe comunque completare le informazioni della rete con quelle del proprio medico. La perplessità è ancora maggiore nei confronti del consulto medico a distanza: l’80% degli italiani sono infatti contrari ai videocollegamenti con i medici generici per ottenere informazioni sulla propria salute, il 69% con medici specialistici. La relazione personale con il proprio medico è considerata sempre lo strumento più efficace e il 47% vede un possibile problema nell’inserimento delle nuove tecnologie nella relazione. Un certo interesse è invece mostrato per la possibilità di poter consultare il medico attraverso i cellulari di nuova generazione: il 53% degli intervistati è infatti favorevole all’uso di questa applicazione. Buona considerazione anche per l’utilizzo delle tecnologie nell’assistenza agli anziani: l’83% considera utile l’uso di sistemi a distanza come il braccialetto di monitoraggio o il rilevatore di caduta mentre il 54% ritiene il telemonitoraggio delle condizioni di salute importante per dare maggiore indipendenza alle persone non autosufficienti. Il tutto però mai a discapito dell’assistenza domiciliare, considerata in assoluto la soluzione più efficace.