CréditAgricole paga lo scotto degli investimenti in Grecia e in Italia. Il gruppo francese guidato da Jean-Paul Chifflet ha incassato un calo degli utili del 65%nel terzo trimestre 2011. I profitti si sono attestati infatti a quota 258 milioni, ben al di sotto delle previsioni degli analisti che si attendevano una cifra vicina a 550 milioni. Alla base della pesante flessione, la svalutazione dei titoli greci in portafoglio per un totale di 905 milioni di euro. «In realtà i timori restano per via degli investimenti fatti in Emporiki Bank», ha spiegato un trader francese. E del resto gli stessi amministratori dell’Agricole non hanno nascosto di attendersi un futuro «complicato». Di qui la decisione di ridurre l’esposizione al debito sovrano italiano tagliando le posizioni per circa due miliardi di euro, portando il totale detenuto dal scesi al 30 settembre a quota da 8,728 miliardi di euro allo scorso 30 giugno a 6,749 miliardi a fine settembre. «C’è molta tensione perchè la situazione non è di facile interpretazione », prosegue il trader. Di sicuro la banque verte, che potrebbe presto avviare una pesante ristrutturazione, sta facendo del suomeglio per rientrare nei ranghi. Da giugno a ottobre ha ridotto del 27% l’esposizione nei confronti dei Piigs (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna). Al 30 settembre 2011, il rischio nei confronti della Grecia si è attestato a 177 milioni (da 329 milioni del 30 giugno), dell’Irlanda a 177 milioni (contro precedenti 144 milioni), del Portogallo a 676 (da 827 milioni) e della Spagna a 1,521 miliardi (da 1,794 miliardi). Sforzi che però non sembrano convincere il mercato, visto che ieri il Crédit Agricole, con una perdita che ha superato il 6% nella seduta, è stato ampiamente il peggiore dell’indice parigino Cac 40. A dispetto anche delle rassicurazioni del management che ha evidenziato come la liquidità a fine settembre fosse di 103 miliardi di euro.