Commissione europea ed Eiopa al lavoro per creare un mercato unico dei fondi previdenziali. Perchè solo 80 comparti su 140 mila sono cross border 

di Carlo Giuro

 

 

 

 

Anche l’Europa si muove sulla previdenza integrativa. Nel frattempo tra i diversi capitoli di spesa sociale oggetto di revisione nei singoli Stati vi è il sistema previdenziale con soluzioni di diverso tipo che vanno dall’innalzamento dell’età pensionabile (Italia, Germania, Inghilterra) alla nazionalizzazione anche dei fondi pensione (Ungheria). I capisaldi della previdenza europea sono contenuti nel Libro verde pubblicato scorso anno in cui si raccomanda agli Stati membri di garantire adeguatezza e sostenibilità delle prestazioni. Si è aperto ora un nuovo capitolo: la revisione della direttiva europea 2003/41/Ce, relativa alle attività e alla supervisione degli enti pensionistici aziendali o professionali il cui obiettivo è quello di rimuovere le barriere alla creazione di un mercato europeo dei fondi pensione, proteggere gli iscritti, favorire trattamenti adeguati a bassi costi, definire regole sugli investimenti. La Commissione europea nello scorso mese di aprile aveva chiesto all’Eiopa, la nuova autorità di vigilanza europea di assicurazioni e fondi pensione con sede in Francoforte, un parere consultivo per la revisione della direttiva. L’Eiopa, attraverso il parere, è dunque chiamata a rivestire un ruolo cruciale. L’autorità di vigilanza aveva messo in pubblica consultazione fino allo scorso 15 agosto la prima bozza di risposta al Call for advice on the Iorp (acronimo che sta per Institutions for occupational retirement provision) directive. È stata ora posta in pubblica consultazione anche la seconda bozza fino al 2 gennaio 2012. Ma cosa è uno Iorp? È un ente che eroga poi prestazioni in relazione a un’attività lavorativa sulla base di accordi o contratti sia collettivi sia individuali. Sono allora Iorp nel nostro ordinamento i fondi pensione preesistenti, i fondi negoziali e i fondi aperti. Va tenuto presente che la direttiva Iorp prescrive un livello minimo di armonizzazione, lasciando quindi agli Stati membri un margine di manovra. In particolare si rende possibile che un datore di lavoro di uno Stato membro possa essere sponsor di uno Iorp ubicato in altro Stato o, viceversa, che uno Iorp attivo in uno Stato membro possa essere sponsorizzato da uno o più datori di lavoro localizzati in altri Stati membri. L’apertura dei confini deve però accompagnarsi alla definizione di standard comuni. Quali sono i motivi per cui si rende ora necessaria ad una revisione della disciplina comunitaria? In primo luogo l’evidenza empirica per cui solo poco meno di 80 Iorp sono oggi operanti cross border, su una numerosità di ben 140 mila organismi pensionistici presenti nell’Ue. La Commissione intende allora introdurre misure atte a semplificare i requisiti per incentivare gli schemi cross border. Si ravvisa poi la necessità di gestire la transizione in atto in Europa dagli schemi a prestazione definita a quelli a contribuzione definita cui oggi aderiscono 60 milioni di cittadini. Fra i temi su cui l’Eiopa ha cominciato a fornire il proprio parere ci sono le disposizioni in materia di supervisione sulle attività esternalizzate, di requisiti generali di governance, e dei controlli interni. Nella seconda wave in consultazione si affrontano poi ulteriori temi cruciali, dai meccanismi di sicurezza alle regole d’investimento, ai profili attuariali all’informativa agli aderenti e alle Autorità di vigilanza nazionali. (riproduzione riservata)