di Luisa Contri  

Assicurazione gratuita contro grandine, vento forte e, per la prima volta, anche contro la fusariosi. È quanto propone quest’anno il Consorzio agrario di Bologna e Modena (Caip) agli agricoltori soci che semineranno frumento duro. L’iniziativa che rientra nella strategia di rilancio della produzione nazionale di grano duro messa in campo dalla rete dei consorzi agrari italiani che si concretizza nel sostegno della produzione di pasta artigianale ottenuta con grano al 100% italiano: dal progetto pasta dei coltivatori fatta con grano toscano, a quello valle del grano con grano duro siciliano, al progetto emiliano-romagnolo della pasta Ghigi.

«Prevediamo un’adesione del 70-80% da parte degli agricoltori soci alla nuova polizza Grano sano e sicuro che abbiamo messo a punto insieme alla compagnia assicurativa Fata», spiega a ItaliaOggi Pietro Cerioli, responsabile settore cereali del Caip. «E ipotizziamo un incremento del 10-15% delle superfici a frumento duro nel nostro areale, tanto che nel 2012 potremmo arrivare a ritirare 35-36 mila tons di questo cereale, contro le 30 mila di quest’anno».

Il picco massimo di ritiro il Cai l’aveva raggiunto nel 2008 con 45 mila tons, ma ai tempi le quotazioni del frumento duro erano elevate :500 euro/ton. Sono poi calare fino a posizionarsi addirittura al di sotto delle quotazioni del grano tenero nel 2010. A ottobre dello scorso anno il frumento tenero era quotato 200 euro/ton. Accollandosi in toto il costo della nuova polizza Grano sano e sicuro, il Caip dà di fatto un incentivo di 60 euro/ha all’agricoltore che si impegnerà a seguire le collaudate pratiche colturali messe a punto dal consorzio emiliano assistito dai tecnici del Caip. Semina delle varietà tradizionali di frumento duro: varietà Barilla Normanno o Levante o varietà Sis Orobel, Isildur o Duilio, che nell’areale danno una resa/ha media di 6,5-7 tons; fertilizzazioni e interventi fungini. «La nuova polizza», conclude Cerinoli, «può integrare il nostro tradizionale contratto Alta qualità Barilla, che prevede un prezzo di liquidazione predefinito di 270 euro/ton, con ulteriori premi per determinati valori di tenore proteico».