Gli infortuni notturni costituiscono una piccola quota del complesso degli infortuni sul lavoro, nel 2010 hanno infatti rappresentato il 2,5% del totale. Le denunce si distribuiscono sul territorio nazionale per oltre il 57% nel Nord industrializzato, mentre la restante quota si ripartisce uniformemente tra Centro e Mezzogiorno.

Dal punto di vista temporale, sempre nel 2010, i casi di infortunio si sono verificati in modo quasi omogeneo dal lunedì al giovedì, con una frequenza maggiore nella giornata lavorativa del venerdì (17% circa delle denunce). Per quanto riguarda l’ora di accadimento è evidente una tendenziale concentrazione degli eventi nelle fasce orarie dall’una alle due e dalle cinque alle sei che insieme raccolgono circa il 50% degli infortuni.

Considerando il sesso, la percentuale di infortuni afferenti alle femmine è pari al 23%, proporzione che rimane invariata se si considerano i soli lavoratori stranieri.

Inoltre, nonostante le donne svolgano con minor frequenza i lavori in orario notturno, il fenomeno degli infortuni femminili è in crescita: nel 2010 l’incremento registrato è stato pari all’8,6% rispetto all’anno precedente.

Riguardo all’età, poco meno della metà degli infortuni (47,1%) colpisce la fascia compresa tra i 35 e i 49 anni, a seguire i giovani fino a 34 anni (33,3%) e gli ultracinquantenni (19,6%). Infine, in termini percentuali, le professioni più soggette ad infortunio sono proprio quelle svolte prevalentemente di notte come gli autisti (6,4%), gli infermieri/inservienti (5,2%), le guardie giurate (4,8%) e gli operatori ecologici (4,2%).

Per i soli lavoratori stranieri, invece, le frequenze di infortunio più elevate si osservano tra i facchini (9,8%), i magazzinieri (6,6%) e gli addetti alle attività di pulizia (inservienti, pulitori delle industrie, camerieri ai piani).