Il fattore «B» ha pesato anche ieri in modo determinante sui corsi di Borsa e sullo spread Btp-Bund arrivato a un nuovo massimo storico vicino ai 500 punti base. La giornata per Piazza Affari si è aperta in rialzo nella febbrile attesa per il voto alla Camera sul Rendiconto e per le possibili dimissioni del governo. Trader e mercato hanno auspicato fin dalle prime battute un cambiamento imminente, in vista di un esecutivo che faccia le riforme necessarie a restituire al Paese la fiducia dei mercati. Nell’attesa del voto però lo spread non ha smesso di correre e dopo aver toccato lunedì un massimo a 491 punti base è arrivato ieri a sfiorare i 500 punti base, salvo poi ritracciare a 480 subito prima del test in Aula. Una bocciatura definitiva per il premier Silvio Berlusconi che, pur vedendo passare alla Camera il Rendiconto generale con 308 voti, ha fallito l’obiettivo di ottenere la maggioranza assoluta dei 316 voti. Una notizia che ha inizialmente preoccupato la Borsa di Milano che, subito dopo il voto, ha rallentato bruscamente la propria corsa. Il Ftse Mib dopo il voto sul Rendiconto è sceso di colpo all’1,69% rispetto al quasi +3% registrato poco prima della votazione. Un crollo che si è formalizzato in chiusura appena sopra la parità (+0,74%). In risalita su livelli record anche lo spread tra Btp e Bund. Dopo la fiammata nella mattinata, il differenziale, tra i titoli a 10 anni italiani e tedeschi è ritornato su livelli preoccupanti a quota 497 punti con il rendimento del Btp che si è spinto fino al 6,77 per cento. Livelli sempre più prossimi alla fatidica soglia del «7%» che ha costretto i governi di Grecia, Irlanda e Portogallo a chiedere il soccorso finanziario dell’Europa.
Col Btp decennale, registrano livelli mai visti dall’introduzione dell’euro anche i rendimenti dei titoli di Stato a cinque e a due anni. Sul mercato secondario l’interesse del Btp quinquennale è volato al 6,87%, mentre il titolo biennale paga il 6,38 per cento. A mercati chiusi sono poi arrivate le dimissioni del premier che ha annunciato la propria uscita di scena subito dopo l’approvazione della legge di stabilità. Il maxiemendamento dovrebbe contenere buona parte delle misure promesse dal governo all’Unione europea per rilanciare la crescita economica del Paese.
Vedremo a questo punto se la seduta di oggi sarà quella della svolta e quale sarà la reazione del mercato e soprattutto se lo spread riuscirà a rientrare dagli allarmanti livelli registrati in questi giorni.
«Per quanto riguarda l’evoluzione degli spread sui bond, «certamente siamo preoccupati per la situazione che stiamo seguendo molto da vicino, ma non vorrei commentare o dichiarare se un particolare livello possa definirsi drammatico» ha detto ieri sera il commissario europeo agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, ricordando che «la cosa essenziale, adesso, è ridare la fiducia nella capacità italiana di ripristinare la crescita economica e la stabilità fiscale, che è il modo per assicurare ai mercati che l’economia italiana è su un percorso solido e sostenibile»