di Maurizio Bufi*

La revisione della direttiva Mifid impone a tutti gli attori del settore alcune riflessioni, anche e soprattutto alla luce degli eventi e dell’inasprirsi della crisi, contesto in cui si colloca la pubblicazione della proposta della Commissione europea. Lo scopo che si pone il legislatore è di rafforzare il sistema finanziario per renderlo più sicuro, più solido e più trasparente. Ciò non può che trovare il nostro favore, per i risvolti positivi che le modifiche avranno prima di tutto sui risparmiatori, oggi sempre più preoccupati delle sorti dei loro risparmi, a causa dell’incertezza dei mercati e della situazione economica in cui versa il nostro Paese.

 

Innanzitutto ribadiamo la necessità di prevedere regole uguali per tutti, laddove la revisione della direttiva sottolinea la necessità per gli investitori di poter contare su livelli di protezione simili, indipendentemente dalla posizione o dalla natura dei fornitori di servizi. Il rafforzamento della fiducia dei risparmiatori passa infatti anche da un livellamento del trattamento normativo relativo alla distribuzione dei diversi prodotti di investimento al dettaglio, al fine di assicurare un adeguato livello di tutela degli investitori in tutta l’Unione europea. Un altro punto che ha colto il nostro interesse è stato quello relativo alla definizione e alla regolamentazione della consulenza indipendente. La revisione proposta è precisata meglio rispetto alla prima versione, anche se alcune considerazioni sono a mio giudizio d’obbligo. La direttiva ora sostiene che quando l’impresa di investimento informa il cliente che la consulenza in materia di investimenti è messa a disposizione su base indipendente, l’impresa stessa non deve accettare o ricevere compensi, commissioni o prestazioni monetarie pagati o forniti da terzi e deve valutare un numero sufficientemente ampio di strumenti finanziari disponibili sul mercato. Questi ultimi devono essere diversificati in relazione alla loro tipologia, agli emittenti o ai fornitori di prodotti, e non dovrebbero limitarsi a strumenti finanziari emessi o forniti da soggetti che hanno stretti legami con l’impresa di investimento. Su questo punto, Anasf si era già espressa in fase di consultazione nel febbraio 2011, sottolineando come una più ampia base di strumenti a disposizione per gli investitori non rappresenti sempre garanzia di qualità del servizio prestato. L’elemento cardine della consulenza è infatti rispondere ai bisogni della clientela, attraverso raccomandazioni adeguate, a cui fa seguito un’attività di assistenza continua e di monitoraggio, in grado di soddisfare le reali esigenze del risparmiatore. Non è detto infatti che la caratteristica dell’indipendenza, così definita, renda la giusta assistenza al cliente solo in quanto tale. Dati alla mano, il servizio reso dai promotori finanziari in circa quattro decenni di attività rappresenta il motivo di soddisfazione della clientela che si affida al nostro canale distributivo; il modello dei promotori finanziari è risultato premiante, tanto che numerose ricerche, quantitative e qualitative, dicono che i nostri clienti sono soddisfatti della loro relazione di fiducia con la nostra categoria. Inoltre, la proposta della Commissione di abolire la discrezionalità, prevedendone invece l’obbligo, da parte delle imprese di investimento di avvalersi di promotori finanziari, i cosiddetti agenti collegati, per promuovere i loro servizi, collocare strumenti finanziari e prestare consulenza rispetto ad essi, trova completamente il favore della nostra Associazione.

 

Il tema dell’assistenza al risparmiatore è contenuto anche nella modifica che riguarda il concetto di execution only, ovverosia la mera esecuzione di ordini richiesta direttamente dal cliente al proprio interlocutore. Ebbene, la Mifid restringe il bacino di quei prodotti ritenuti non complessi su cui è possibile per l’operatore svolgere un’attività di execution only, che quindi non richiede alcun sostegno e consulenza. Questa modifica trova il nostro consenso, alla luce della complessità che oggi hanno assunto gli strumenti finanziari come anche le dinamiche del mercato, che vanno necessariamente spiegati al risparmiatore. La recente crisi rende infatti opportuno che venga potenziata la tutela dei risparmiatori che decidono di non godere della protezione minima stabilita dalle regole di appropriatezza, quanto meno prestando particolare attenzione alle tipologie di prodotti loro offerti, troppo spesso mascherati dagli intermediari in strumenti semplici e liquidi. La direzione presa dalla Commissione europea, non solo è ritenuta apprezzabile dall’Anasf, ma è quanto la nostra Associazione ha voluto ampiamente indicare inviando i propri pareri in sede di consultazione, proprio perché convinti che il futuro della nostra professione passi anche per una maggior tutela e consapevolezza del risparmiatore. (riproduzione riservata)

* presidente Anasf – Associazione nazionale promotori finanziari