Fondiaria-Sai e la controllata Milano Assicurazioni, con l’annuncio dei dati del terzo trimestre di ieri, confermano l’allarme sugli utili (profit warning) lanciato a inzio ottobre in una nota che era stata richiesta da Consob. Quanto a Fonsai, che pure ieri ha alzato il velo sui conti finanziari, i primi nove mesi del 2011 si sono chiusi con una perdita netta di 178,6 milioni (rispetto al rosso di 345 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso), su cui hanno pesato svalutazioni per 218 milioni legate alle partecipazioni in Unicredit, Generali, Premafin e dei titoli di stato greci (pari a 50,3 milioni). La raccolta premi totale è calata del 16% a 8,33miliardi; quella del ramo danni si è attestata a 5,08 miliardi (-1,1%) e quella del vita a 3,24 miliardi (-32%). Come già anticipato, la compagnia assicurativa guidata dall’ad Emanuele Erbetta non centrerà l’obiettivo fissato del 120% di margine di solvibilità corretto a fine 2011, ma, avverte una nota, «sono in corso di definizione interventi finalizzati a consentire nel più breve tempo possibile, unitamente all’andamento della gestione ordinaria, di riportarsi a detta soglia». Al 30 settembre, rispetto al dato preliminare di 115% comunicato a inizio ottobre, il margine di solvibilità si attestava al 111 per cento. La differenza, spiega una nota, è riconducibile all’«esigenza di rivalutare, alla data del 30 settembre 2011, il carico residuo dei sinistri a riserva, i cui processi estimativi si sono andati via via affinando rispetto alla data della precedente comunicazione al mercato». Fonsai, alla luce dei risultati, fa sapere che «proseguiranno le azioni volte al contenimento dei costi di struttura, mediante un piano di allocazione delle risorse più rigoroso, l’eliminazione di servizi non essenziali, il rilancio degli incentivi all’uscita per i dipendenti in possesso dei requisiti di pensionamento». Passando alla controllata Milano Assicurazioni, il gruppo presieduto da Angelo Casò ha annunciato di avere archiviato i primi nove mesi del 2011 con una perdita di 145,1 milioni di euro contro il rosso di 373,06 milioni con cui era stato archiviato lo stesso periodo del 2010 anno prima. Come si spiega in una nota, «la perdita deriva sia dalla prosecuzione della politica di rivalutazione delle riserve sinistri, sia dalle rettifiche di valore su strumenti finanziari classificati nella categoria “available for sale” (afs, disponibili per la vendita, ndr), che hanno influito negativamente per 134,6milioni».