Si riapre il cantiere in casa Ligresti con una riunione oggi del consiglio di amministrazione di Fondiaria Sai, sulle misure possibili di efficientamento del capitale. A monte della catena proseguono poi i contatti con l’advisor Banca Leonardo e nella prima settimana di dicembre è atteso un incontro con le banche creditrici per la prima presentazione delle proposte del consulente delle holding Sinergia e Imco. L’obiettivo sembrerebbe quello di proporre agli istituti uno slittamento di altri due anni, al 2015, della moratoria al 2013 già concordata con le banche creditrici a giugno e legata a un piano di dismissioni mai partito a causa del precipitare della crisi dei debiti sovrani. La banca di Gerardo Braggiotti dovrebbe proporre per conto dei Ligresti la disponibilità a far entrare nella filiera delle possibili cessioni tutto il «tesoro» di casa – in pratica una liquidazione in bonis – in cambio della rinuncia delle banche creditrici ai debiti ulteriori rispetto agli attivi. C’è comunque grande attesa su quali potranno essere già oggi le misure messe a punto da Fonsai per rendere più efficiente il patrimonio, sostenendone imargini (di Solvency). L’ammiraglia dei Ligresti capitalizza attualmente in Borsa 372 milioni di euro, contro i 450 milioni dell’aumento di capitale appena realizzato con la controllata Milano Assicurazioni (che vale meno di 400 milioni, dopo un aumento di 350 milioni). La mossa più probabile è che il cda decida un affrancamento del goodwill, mentre sul fronte delle cessioni immobiliari è possibile si vada a un aggiornamento del cda. Il principale dei creditori è Unicredit (socio al 7% di Fonsai), seguita dal Banco Popolare, Bpm, Ge e Interbanca. Mediobanca (banca che nel patto di sindacato ha Jonella Ligresti) è esposta per circa un miliardo di crediti concentrati nelle due società operative e quotate.