Per assicurare una moto da 250 cc guidata da un ragazzo di 18 anni che vive a Reggio Calabria, a Napoli o a Bari Direct Line, la compagnia diretta di Royal Bank of Scotland, prevedeva una tariffa di 4.127 euro l’anno. Mentre Linear (gruppo Unipol) arrivava a chiedere 6.157 euro a un ragazzo di Napoli appena maggiorenne che voleva assicurare la sua prima automobile a benzina da 1.300 cc di cilindrata. E Assimoco, società di assicurazione del movimento cooperativo, alla stessa persona applicava un prezzo da 7.435 euro. Sono solo alcune delle tariffe da capogiro che ieri l’Isvap ha pubblicato nero su bianco nel bollettino mensile per spiegare le ragioni che l’hanno convinta a sanzionare sei importanti compagnie di assicurazione, accusate di non avere rispettato la legge che le obbliga nel ramo Rc Auto ad assicurare qualunque contraente si presenti in agenzia o richieda una polizza via web o telefono (visto che la polizza è obbligatoria per legge). A un prezzo ragionevole, ovviamente. Le tariffe citate, fuori da ogni logica di mercato, secondo l’autorità guidata da Giancarlo Giannini, rappresentano invece una chiara elusione dell’obbligo a contrarre rispetto ad alcune categorie di assicurati (i giovani che per la prima volta acquistano una polizza Rc Auto) in determinate zone territoriali (soprattutto nel Sud Italia). Per queste ragioni l’Isvap ha multato le sei compagnie, applicando a ognuna una multa da 1 milione per un totale quindi di 6 milioni. Nel mirino dell’autorità, come noto, sono finite soprattutto le compagnie dirette. Oltre a quelle citate, nell’elenco ci sono Quixa (gruppo Axa), Dialogo (Fondiaria-Sai) e la svizzera Nationale Suisse. La ricognizione dell’Isvap però non è ancora finita. A questa prima tornata di sanzioni ne seguiranno infatti altre due. Un’altra, probabilmente già nei prossimi giorni, è destinata a interessare altre tre compagnie, mentre l’ultimo intervento è previsto entro la fine dell’anno. Per un totale di 14 società coinvolte dai provvedimenti dell’autorità e multe che partono da 1 milione ma che possono arrivare fino a 5 milioni l’una.

L’indagine è stata aperta dall’istituto guidato da Giannini nell’estate 2010 dopo le numerose segnalazioni arrivate da automobilisti che denunciavano prezzi insostenibili, in particolare nel Sud Italia e per i giovani clienti. Per arrivare alle sanzioni c’è voluto quindi più di un anno. Ma ora siamo alle battute finali con la chiusura delle istruttorie e l’invio delle sanzioni. Sempre che, nelle prossime settimane, le compagnie non decidano di ricorrere al Tar contro le maxi-multe decise dall’istituto. E in tal caso la partita è destinata a riaprirsi e a prolungarsi ulteriormente. (riproduzione riservata)

Anna Messia