Dexia ha bisogno di liquidità. E ne ha bisogno subito. Per questo Parigi e Bruxelles stanno studiando un sistema di garanzie pubbliche temporanee per evitare il peggio. Ma escludono categoricamente la revisione degli accordi raggiunto lo scorso ottobre per lo smantellamento dell’istituto di credito guidato da Pierre Mariani. Una precisazione quest’ultima che è arrivata direttamente dal ministero delle Finanze francesi in seguito alle tensioni sui mercati nate dall’idea di un azzeramento degli accordi presi per via della necessità di liquidità di Dexia per una cifra compresa fra 30 e 40 miliardi di euro.
«Attueremo probabilmente l’accordo di ottobre con una convenzione temporanea», hanno precisato fonti vicine a Bercy lasciando intendere che gli Stati si stanno preoccupando di garantire il finanziamento di Dexia proprio in attesa che il piano di smantellamento sia approvato dalla Commissione Ue. Il via libera in realtà non dovrebbe tardare. Secondo il ministro belga delle Finanze, Didier Reynders, delle indicazioni su Dexia potrebbero già arrivare nei prossimi giorni. «Ma nessuna modifica è prevista rispetto agli accordi di ottobre», ha poi aggiunto Reynders a margine di una riunione all’Ocse per la candidatura di Liège all’Expo universale del 2017. Ma è indubbio che la crisi dei debiti sovrani non fa altro che rendere più difficile le posizioni dei governi europei. Anche per il Belgio, come per la Francia, i rendimenti dei titoli di Stato sono saliti a circa il 5% e anche lo spread fra i bond belgi a dieci anni e il bund tedesco ha raggiunto il record dalla creazione dell’euro a 330 punti base alimentando tensioni sui politici e sull’allocazione dei denari pubblici. Di qui l’idea diffusa sul mercato di una possibile rinegoziazione delle intese raggiunte fra Francia e Belgio sullo smantellamento di Dexia. «Non è un’ipotesi verosimile – ha spiegato un banchiere parigino che ha seguito da vicino il dossier – visto che riaprire la questione sarebbe un suicidio finanziario. Metterebbe in discussione la stessa sopravvivenza di Dexia». E ieri il mercato ha voluto scommettere su un epilogo positivo per la banca franco-belga il cui titolo ha chiuso in progresso di oltre il 12% anche se la flessione resta di quasi il 90% da inizio anno.