Novantasettemila euro al giorno di multa per il mancato allineamento alla direttiva sui requisiti patrimoniali e sulla politica di bonus delle banche. È quanto la Commissione europea ritiene che l’Italia dovrebbe sborsare per non aver ottemperato ai propri obblighi in materia bancaria. Per la precisione Bruxelles ha domandato ieri l’intervento della Corte di Giustizia europea per imporre l’ammenda. Unamulta che cresce con il passare del tempo e il cui ammontare definitivo sarà noto solo quando il nostro Paese si adeguerà alla normativa comunitaria mettendo fine alla multa quotidiana. Già nello scorso marzo la Commissione aveva lanciato una serie di procedimenti contro i Paesi in ritardo nel recepimento della direttiva numero 76 del 2010 sui requisiti patrimoniali adottata il 24 novembre 2010. da una serie di indagini svolte dalla Commissione emergeva infatti che, oltre all’Italia, nell’Unione a 27 anche la Polonia non si era allineata ai dettami comunitari. Tuttavia Bruxelles ritiene che il Varsavia, a differenza dell’Italia, sia solo parzialmente in ritardo e per questo è stato richiesto in questo caso una sanzione da poco più di 37.000 euro. Secondo quanto precisato dalla Commissione, invece, l’Italia è l’unico Paese che non ha ancora recepito alcun aspetto della direttiva. Se la Corte dovesse dare ragione al Bruxelles, allora l’ammenda scatterebbe immediatamente fino al recepimento della normativa da parte del nostro Paese. Nel dettaglio la legge oggetto del contendere stabilisce i requisiti patrimoniali volti a garantire la solidità finanziaria di banche e imprese di investimento. Ma soprattutto fissa «rigorose politiche» di remunerazione che «non incoraggino o ricompensino un’eccessiva esposizione al rischio». In altre parole, misure alimentate dal buonsenso e finalizzate ad evitare che crisi finanziarie come quella attuale di ripetano. Per questo ci si attende che anche l’Italia possa allinearsi presto. Ben prima di meritarsi anche una salata ammenda, ma è evidente che l’incandescente clima politico e il cambio di governo non ha favorito la discussione di queste tematiche e l’introduzione della regolamentazione anche nel nostro Paese. Dove, proprio ieri, la Commissione finanze della Camera ha chiesto di poter svolgere un’audizione del presidente dell’Eba, Andrea Enria per approfondire le questioni inerenti ai criteri di ricapitalizzazione delle banche europee.