Crollano le commissioni di performance ma la raccolta tiene: a ottobre 162 milioni su polizze e conti. E il titolo sale in borsa 

di Anna Messia

Gli scivoloni dei mercati hanno pesato, e non poteva essere diversamente. E hanno ridotto le commissioni di performance e di trading del 70% rispetto allo scorso anno (da 36,2 a 10,9 milioni). Ma Banca Generali ha dimostrato di avere un modello di business che regge alle turbolenze di mercato e ora anche all’inesorabile crescita degli spread dei titoli del debito pubblico italiano.

 

L’istituto ha chiuso i conti dei nove mesi dell’anno con un utile consolidato di 51,2 milioni dai 60 milioni di un anno prima, quando però aveva beneficiato di un’entrata fiscale straordinaria di 6 milioni. Senza quest’ultimo incasso la flessione sarebbe stata del 5%. Intanto il Tier 1 capital è salito al 12,5% dall’11% di fine 2010. «Si tratta di un ottimo risultato in un periodo così difficile», ha commentato Giorgio Girelli, amministratore delegato di Banca Generali, «che dimostra come la scelta di focalizzarci sulla gestione industriale, allentando il legame con i mercati, sia giusta. Abbiamo lavorato per aumentare le commissioni ricorrenti (quelle di gestione e di sottoscrizione, ndr) e efficientare i costi. Così abbiamo migliorato la qualità degli utili».

Tali manovre sono piaciute al mercato, che ieri ha premiato il titolo con una crescita del 2,79% a 7,36 euro. La raccolta di risparmio tra i clienti, core business della banca del gruppo Generali, in effetti ha tenuto, registrando addirittura un’accelerazione nel mese di ottobre. Da inizio anno a ottobre (compreso) il bilancio netto della raccolta è di 917 milioni, con un calo di 41 milioni rispetto ai primi dieci mesi 2010. «Anche in questo momento difficile continuiamo a crescere al ritmo di mille nuovi clienti al mese», aggiunge Girelli, «e in dieci mesi abbiamo raccolto quasi 1 miliardo di euro rispetto ai 23 miliardi che rappresentano il nostro attivo. Il trend positivo sta proseguendo anche in questi giorni». Il nuovo denaro confluisce soprattutto su polizze, conti di deposito e pronti contro termine. Le polizze Vita, in particolare le gestioni separate, per esempio, a ottobre hanno raccolto 47 dei 162 milioni complessivi, mentre i conti e i titoli hanno rastrellato altri 194 milioni. «Si tratta di strumenti che sono in grado di gestire meglio l’attuale fase di mercato», dice Girelli. Mentre i fondi e le gestioni sono in raccolta netta negativa (-79 milioni solo a ottobre). E il problema del debito pubblico? L’esposizione di Banca Generali verso i Pigs (titoli pubblici portoghesi, irlandesi, greci e spagnoli) è limitata a una sola emissione spagnola di 9,8 milioni, in scadenza nel 2012. Per il resto i titoli governativi allocati nei vari portafogli della banca sono ovviamente soprattutto emissioni italiane. «Ma si tratta di titoli che non sono utilizzati per il trading (e quindi le minusvalenze non incidono sul conto economico, ndr) e hanno scadenze brevi, in media pari a un anno», conclude Girelli. (riproduzione riservata)