Maurice Greenberg, soprannominato “Hank”, ha compiuto a maggio 86 anni ma non ha ancora perso quella tenacia e quella voglia di combattere che lo hanno reso famoso a Wall Street. La settimana scorsa, con l’aiuto di David Boies, l’avvocato di Al Gore nel duello giuridicoelettorale contro George W. Bush, Greenberg ha fatto causa al governo americano e alla Fed di New York per aver preso il controllo, nel settembre del 2008, del colosso assicurativo Aig.
“Fu una mossa illecita e incostituzionale dice l’esposto che servì al governo per sostenere con miliardi di dollari le banche americane ed europee, senza un adeguato indennizzo degli azionisti della Aig”. E Greenberg che fu per 40 anni chief executive della Aig e che, attraverso la holding Starr, ne era il maggior azionista – chiede un risarcimentorecord di 25 miliardi di dollari. Una richiesta, questa, che fa sorridere Tim Massad, sottosegretario al Tesoro per la stabilità finanziaria: “Ricordiamoci – dice – che se non ci fosse stato l’intervento dello stato non solo l’Aig sarebbe fallita ma avrebbe trascinato nel baratro tutta Wall Street”.
L’offensiva giudiziaria di Greenberg ha comunque portato a una flessione delle quotazioni della Aig, che la settimana scorsa erano a poco più di 20 dollari rispetto ai 62 di gennaio, e ha riaperto le polemiche sul salvataggio più costoso e rischioso della storia del capitalismo.
Nel settembre 2008 l’Aig era ancora la più grande compagnia di assicurazioni del mondo. Ma pochi sapevano che Joseph Cassano, un dirigente dell’ufficio di Londra, aveva moltiplicato le polizze assicurative sulle emissioni di prodotti derivati, chiamate cds (credit default swaps). In tutto, il gruppo era esposto per 441 miliardi di dollari. Così, quando il disastro dei mutui subprime e il crac della Lehman Brothers innescarono la crisi mondiale, l’Aig si trovò sull’orlo dell’abisso. E il 16 settembre la Fed intervenne con 85 miliardi di dollari, e poco dopo con impegni per altri 100 miliardi.
In cambio il Tesoro ottenne il 79,9 per cento della società, diluendo le partecipazione degli altri azionisti. Nominò subito il nuovo management incaricato di vendere alcuni pezzi del gruppo e di rimetterlo in carreggiata. Guidata ora da Bob Benmosche, l’Aig, che ha 96mila dipendenti, è tornata a macinare utili, ha ripagato una parte dei prestiti dello stato e sta per collocare in Borsa una delle consociate più redditizie specializzata nel leasing di aerei civili. Il salvataggio del 2008 consentì alla Aig di onorare i suoi impegni nei confronti di Société Génerale, Goldman Sachs, Ubs e altre banche che avevano sottoscritto i cds per miliardi di dollari. Proprio su questo si appiglia ora Greenberg. “Anche in mezzo a gravi difficolta finanziarie il governo non può calpestare i diritti di proprietà”.
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