«Ogni giorno in Italia si verificano 579 incidenti stradali che provocano la morte di 11 persone e il ferimento di altre 829»; questo riferiscono Aci-Istat, che hanno presentato una corposa indagine lo scorso 9 novembre. Il numero degli incidenti stradali con lesioni a persone è leggermente diminuito nel 2010 rispetto al 2009 (-1,9%) e altrettanto dicasi per il numero dei feriti (-1,5%).

 

Fortunatamente, il numero dei decessi registra un calo più consistente (-3,5%). Parliamo comunque di cifre molto, troppo alte: durante lo scorso anno 211.404 sono stati infatti gli incidenti, nei quali 302.735 persone sono rimaste ferite e 4.090 hanno perso la vita. Il 75,7% degli incidenti si è verificato sulle strade urbane (160.049 incidenti, con 218.383 feriti e 1.759 morti), ma l’indice di mortalità indica che gli episodi più gravi avvengono sulle strade extraurbane (escluse le autostrade), con 5 decessi ogni 100 incidenti. Sulle autostrade gli accadimenti diminuiscono dell’1% rispetto al precedente anno, ma l’indice di mortalità è pari a 3,1. Il giovedì e il venerdì si verifica la maggior parte degli incidenti, ma gli episodi mortali si concentrano soprattutto il sabato e la domenica. Nell’arco della giornata, gli incidenti si verificano negli orari dei tragitti scuola-casa e viceversa, ma soprattutto attorno alle 18.00 «quando si cumulano gli effetti dell’aumento della circolazione dovuto agli spostamenti dal luogo del lavoro verso l’abitazione e di altri fattori quali l’accumulo di stress da lavoro e la difficoltà di percezione visiva dovuta alla riduzione della luce naturale non ancora sostituita da quella artificiale». Il livello di mortalità, rispetto alla media giornaliera, appare più elevato durante le ore notturne (dalle 20.00 alle 7.00), con un picco intorno alle 4.00. Le vittime sono costituite nel 69,4% dei casi dai conducenti dei veicoli, nel 15% dai passeggeri trasportati e nel 15,6% dai pedoni. Il maggior numero di vittime e di feriti si riscontra tra i giovani di età compresa fra i 20 e i 24 anni. La frequenza più alta di vittime (tra morti e feriti) fra i passeggeri si registra tra persone di età compresa fra i 15 e i 24 anni, ed è elevato anche il numero di bambini di età compresa fra 0 e 9 anni coinvolti in incidenti con conseguenze gravi o gravissime. I veicoli maggiormente coinvolti negli incidenti sono le autovetture (67,8%), i motocicli (13,2%), i ciclomotori (5,6%) e le biciclette (3,9%). Il mese peggiore, nel 2010, è stato luglio: 21.272 incidenti, con una media giornaliera di 686 e 450 vittime; ma gli avvenimenti più gravi, e quindi l’indice di mortalità più elevato, sono stati registrati in agosto. La più bassa frequenza di sinistri si è verificata in febbraio. Le tipologie di incidente più diffuse sono lo scontro frontale-laterale e il tamponamento fra due veicoli; l’indice di mortalità più elevato si riferisce allo scontro frontale fra due veicoli, all’urto del veicolo isolato contro un ostacolo, alla fuoriuscita di strada e all’investimento di un pedone (perlopiù persone anziane). Mancato rispetto delle regole di precedenza, guida distratta e velocità eccessiva sono le prime tre cause di incidente (45,7% degli avvenimenti), seguite dal comportamento scorretto del pedone. L’indice mortalità più alto è stato registrato a Verona (1,7) e a Palermo (1,6); il più basso a Milano e Bari (0,5).

Osservando l’andamento dei sinistri stradali con lesioni a persone dal 2001 al 2010, complessivamente si registra un calo del 19,6%; i decessi diminuiscono del 42,4% e i feriti del 18,9%, mentre il parco veicolare è cresciuto di circa il 16%. L’indice di mortalità è a sua volta diminuito passando dal 2,7 del 2001 all’1,9 del 2010. La riduzione di mortalità appare sempre più significativa a partire dal 2002 in poi. Questi dati assumono particolare significato considerando che il 13 settembre 2001 l’Unione Europea, nel Libro bianco, aveva fissato l’obiettivo di una riduzione del 50% della mortalità entro il 2010; pur non avendo raggiunto pienamente i risultati auspicati, il nostro paese appare tuttavia sostanzialmente in linea con la riduzione di mortalità conseguita mediamente in Europa (-42,8%). Lettonia, Estonia, Lituania, Spagna, Lussemburgo, Francia e Slovenia hanno raggiunto e superato gli obiettivi, Svezia e Portogallo sono molto vicini al conseguimento; distanti appaiono ancora Bulgaria, Malta e Romania. Conclusosi quindi un primo decennio dedicato al dimezzamento del numero di vittime, si è aperto lo scorso 11 maggio, per iniziativa dell’Onu, un nuovo decennio di impegno per l’implementazione della sicurezza stradale.