Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Dal terremoto alle inondazioni, i fenomeni naturali estremi mettono sempre più a rischio imprese e famiglie. Per le aziende italiane è arrivato l’obbligo di assicurarsi contro i danni catastrofali, mentre anche i privati, tra polizze casa e coperture auto, possono valutare forme di tutela ad hoc. Il Centro Studi Confindustria stima che, entro il 2040, il 30-40% delle piccole e medie imprese potrebbe subire perdite economiche tra il 5 e il 10% a causa delle interruzioni di attività provocate da tali eventi. La copertura assicurativa riguarda i danni diretti ai beni assicurati, tra cui fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali e terreni, derivanti da terremoti, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni. Anche i privati possono considerare una polizza per tutelarsi dagli eventi naturali. Su questo fronte ci sono per esempio le polizze casa, che sono assicurazioni multirischio che tutelano i proprietari da una vasta serie di sinistri, per esempio la responsabilità civile verso terzi, i danni all’immobile e al suo contenuto, e che possono essere arricchite aggiungendo ulteriori garanzie che vanno ad aumentare il grado di copertura. Se ci si vuole tutelare dai danni causati da eventi atmosferici come le bufere, gli uragani, le tempeste, la grandine, i temporali, il vento e le cose da esso spostate, è bene sapere che questo genere di copertura in alcuni casi richiede l’attivazione di una garanzia specifica. Tutelarsi invece da eventi calamitosi quali terremoti e alluvioni, invece, richiede sempre la sottoscrizione di una copertura specifica ed è utile sapere che non tutte le compagnie offrono questo tipo di copertura.
Giro di vite sulle aziende inquinanti: ora rischiano sanzioni pecuniarie per reati ambientali puniti anche solo a titolo di colpa. Sono introdotte nuove fattispecie criminose e circostanze aggravanti, oltre che misure interdittive: revoca di autorizzazioni, divieto di contrattare con la pubblica amministrazione e stop alle attività produttive; perfino la chiusura definitiva se l’impresa risulta usata stabilmente per compiere gravi delitti contro l’ecosistema.
Timori e ansie causate dalla violazione della privacy sono risarcibili, ma la vittima deve dimostrare la propria prostrazione e il proprio sconforto. È questo il principio applicato dalla Corte di giustizia dell’Ue con la sentenza della quarta sezione del 4/9/2025, resa nella causa C‑655/23. La pronuncia è un vero e proprio vademecum sul risarcimento dei danni disciplinato dall’articolo 82 del Gdpr (regolamento Ue sulla privacy n. 2016/679), che assicura il ristoro sia dei danni patrimoniali (o materiali) sia dei danni non patrimoniali (o immateriali).
Non solo stress. I disagi vissuti sul posto di lavoro sfociano spesso in vere e proprie malattie psichiche e a farne le spese sono soprattutto i lavoratori a contatto con il pubblico, medici e infermieri in testa, tallonati da addetti alle vendite e dipendenti pubblici. Tra il 2019 e il 2023 l’Inail ha ricevuto 2.047 denunce per malattie professionali afferenti alla salute mentale, ma ha riconosciuto solo il 7,3% dei casi, a causa della rigidità dei criteri diagnostici e delle difficoltà nel distinguere tra fattori lavorativi e personali. A fare luce su un fenomeno in crescita e a proporre un ripensamento delle politiche di prevenzione e tutela della salute mentale è la sezione Sistemi di sorveglianza e gestione del rischio del Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’Inail.