Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

Dopo la levata di scudi, l’articolo 18 che prevede un aumento della tassazione dei dividendi percepiti dalle società che hanno partecipazioni inferiori al 10% in altre imprese si prepara a uscire dalla manovra. Mentre si apprestano a entrare le assicurazioni che finora, nel testo della legge di Bilancio trasmesso giovedì al Senato per l’avvio dell’iter parlamentare, sono state coinvolte solo marginalmente, prevedendo un aumento di due punti di Irap (contemplato anche per le banche) che significa arrivare al 7,9% e incrementare il gettito tra 150 e 200 milioni. Il governo sembra quindi già pronto a ritoccare il ddl Bilancio con l’intenzione di cancellare integralmente, o quasi, l’articolo 18 in base al quale, dal primo gennaio, le cedole percepite grazie alla partecipazione in società fino al 10% del capitale dalle imprese, saranno soggette a tassazione ordinaria del 24% rispetto a un’aliquota attuale dell’1,2%. Una misura che vale circa un miliardo l’anno per i prossimi tre anni ma che rischia di colpire pesantemente la competitività delle grandi, medie e piccole aziende italiane, contro la quale si è scagliata Forza Italia, così come Confindustria e un po’ tutto il sistema economico-finanziario. Come? Si potrebbe prevedere un intervento più incisivo dell’anticipo dell’imposta di bollo sulle polizze unit linked che era stato introdotto con la manovra 2025 e spalmato fino a giugno 2028. Dal bollo, quest’anno, sono già arrivati 1,25 miliardi, 300 più del previsto e l’ipotesi potrebbe essere di anticipare la scadenza originariamente fissata al 2028. Le assicurazioni non ne vogliono invece sapere di cedere sull’aumento dell’aliquota fiscale dal 2,5 al 12,5% per le coperture auto per gli infortuni del conducente che, secondo un’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate, dovrebbe valere in via retroattiva negli ultimi 10 anni. I
Oggi Mediobanca terrà l’assemblea annuale per l’approvazione del bilancio e il rinnovo del cda. L’appuntamento – che si terrà da remoto con la modalità del rappresentante designato – segna la conclusione della lunga stagione di Alberto Nagel e Renato Pagliaro, alla guida del gruppo da quasi vent’anni, e l’avvio della nuova fase sotto il controllo di Montepaschi, che dopo l’opas lanciata a gennaio detiene circa l’86% del capitale.
Il Fondo Nazionale Strategico Indiretto (Fnsi), il progetto di Cdp per investire nelle pmi di Piazza Affari e aumentarne la liquidità, si arricchisce di due nomi importanti. Secondo quanto riportato a MF-Milano Finanza da fonti di mercato, a breve la Consob approverà i prospetti dei fondi messi a punto dalle Assicurazioni Generali e da Algebris. Il quadro generale è quello dell’Fnsi, un umbrella fund con una decina di comparti, ciascuno dei quali gestito da un singolo operatore (banca, compagnia di assicurazione o società di gestione del risparmio). Finora hanno avviato la raccolta il fondo di Eurizon e quello Equita e a breve se ne aggiungeranno altri due per arrivare, nelle attese del governo, a cinque entro dicembre e a dieci entro giugno 2026.
Il noleggio a lungo termine continua a guadagnare terreno nel panorama automobilistico italiano. Secondo l’analisi semestrale di Aniasa, nei primi sei mesi dell’anno la flotta circolante ha raggiunto quota 1,327 milioni di veicoli. Il comparto cresce così del 3% rispetto a fine 2024, confermando un trend in costante espansione sia sul fronte corporate sia tra gli utenti privati. Gli italiani che hanno scelto di archiviare l’idea di proprietà a favore dell’uso sono oltre 40 mila in più rispetto allo scorso anno. La formula convince sempre più utenti per la riduzione dei costi imprevisti, l’assenza di burocrazia e una maggiore sostenibilità economica e ambientale del veicolo.
Conclusasi l’opas su Mediobanca, e con all’orizzonte una possibile nuova stagione di operazioni che potrebbero ridisegnare il panorama del mondo bancario italiano, un elemento che cresce di rilevanza nella gestione di queste importanti operazioni è l’attenzione al cosiddetto benessere psicologico delle persone sul posto di lavoro. Il dibattito sul futuro del lavoro è da sempre legato tanto alle operazioni di aggregazione quanto all’evoluzione tecnologica, troppo spesso, concentrandosi sulla quantità dei posti di lavoro disponibili anziché sulla qualità dell’esperienza lavorativa. Questo squilibrio di prospettiva trascura un elemento che non è solo etico tenere in considerazione, ma che è anche profondamente anti-economico trascurare: il benessere delle persone. Ignorarlo significa generare costi in termini di scarsa produttività, basse attrattività, retention e sostenibilità organizzativa. Una ricerca condotta annualmente insieme a Bva Doxa offre al riguardo un quadro chiaro: il malessere lavorativo non è più episodico ma strutturale. Stress lavoro-correlato, burnout, dropout lavorativo e difficoltà nel bilanciare vita e lavoro, all’evoluzione degli equilibri tra i soggetti del proprio comparto (pensiamo solo al bancario, alla gestione del risparmio e assicurativo) sono fenomeni ormai cronicizzati.

Controlli prioritari sulla sicurezza sul lavoro nei subappalti pubblici e privati. Gli ispettori del lavoro nell’effettuare le verifiche per il rilascio dei nulla osta che attestano il rispetto delle norme sulla tutela della salute e della sicurezza, dovranno orientare i controlli “in via prioritaria nei confronti dei datori che svolgono la propria attività in regime di subappalto, pubblico o privato”. Le imprese edili subappaltatrici dovranno fornire ai propri dipendenti una tessera di riconoscimento, dotata di un codice univoco anticontraffazione, che fungerà anche da badge. In arrivo anche modifiche per il sistema della patente a crediti, obbligatorio in edilizia a partire dal 1° ottobre 2024. Dal 2026, in caso di impiego di lavoratori subordinati senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro da parte del datore di lavoro privato, l’impresa non in regola perderà 5 punti per ciascun lavoratore, indipendentemente dai giorni di lavoro svolti dal lavoratore irregolare.
L’attenzione dell’AGCM resta altissima rispetto ai rischi per i consumatori derivanti da pratiche di «greenwashing», sebbene possa sembrare che le istituzioni Ue abbiano allentato la pressione sulle politiche di sostenibilità, nella dichiarata ambizione di un migliore bilanciamento tra oneri di compliance e competitività delle aziende. La Commissione ha ritirato, in estate, la proposta di direttiva “Green Claims”, che avrebbe introdotto regole precise per i messaggi pubblicitari, ampiamente intesi, contenenti riferimenti “green”. Più di recente, l’8/10/2025, il Parlamento europeo ha votato per la prima volta per il divieto di utilizzare termini che si riferiscono a prodotti a base di carne anche per gli alimenti che di carne non ne contengono affatto: in futuro potrebbero non esserci più i “veggie burger”, solo “sformati di verdure”. Ma il fatto che la politica abbia ammorbidito la linea non deve indurre in inganno, né portare le aziende ad abbassare il livello di guardia
L’avvocato non può essere sanzionato dall’Ordine per l’onorario pattuito sotto il minimo dei parametri forensi, a condizione che la prestazione sia fuori dall’ambito di applicazione della legge sull’equo compenso. In tal caso, infatti, vale il principio generale di libera pattuizione del compenso tra il legale e l’assistito, sancito dall’articolo 13 dell’ordinamento professionale di cui alla legge 31.12.2012, n. 247, mentre la legge 21.04.2023, n. 49 sull’equo compenso si applica solo ai rapporti con banche, assicurazioni, grandi imprese e pubbliche amministrazioni: è quanto emerge dal parere del 10/10/2025 emesso dal Consiglio nazionale forense sul quesito n. 222 formulato dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Trani.

Intervista al ceo Del Fante. Il manager: la svolta? Investendo sul digitale. L’anniversario in Borsa. «Ha avuto un impatto positivo sul margine di interesse bancario perché il nostro portafoglio è per lo più a tasso fisso, quindi se scendono i tassi i nostri titoli si apprezzano con notevoli plusvalenze. Nel business assicurativo le polizze che vendiamo hanno, ovviamente, tassi più bassi e sono meno attraenti, per questo negli ultimi due anni abbiamo diversificato anche con fondi comuni di investimento gestiti dalla nostra sgr».
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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ieri è partito dalla ricerca scientifica, che ha bisogno di fondi per assicurare a tutti le cure migliori e quindi il diritto alla salute, ed ha finito per toccare temi di grande attualità per il mondo sanitario. Il governo ha provato ad affrontarli nella manovra, con uno stanziamento di 2,4 miliardi in più rispetto ai 4 già
previsti l’anno scorso, ma l’impatto degli investimenti non sembra destinato ad essere decisivo. E del resto il rapporto tra il Pil e il Fondo sanitario nazionale resta sempre intorno al 6%. Non cambia cioè anche se in assoluto le risorse aumentano.
Con l’invecchiamento della popolazione aumentano i malati cronici. Una persona su quattro, nel nostro Paese, ha più di 65 anni e ci sono più di 4,5 milioni di ultraottantenni, una categoria di persone destinata a crescere ancora. Intanto, nascono sempre meno bambini. L’andamento demografico richiede uno sforzo importante del sistema sanitario nazionale, che dovrebbe attivare servizi territoriali e ospedalieri per gli anziani. Intanto però in manovra non ci sono soldi per proseguire le attività di assistenza domiciliare finanziate fino a fine 2025 dal Pnrr.
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