Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

L’Europa vuole accelerare in tema di integrazione dei mercati europei. Entro fine anno la Commissione Ue presenterà proposte su trading, post-trading, asset management, tecnologie Dlt e supervisione. In quest’ultimo ambito, in particolare, si sta facendo strada la volontà di rafforzare l’Esma, l’autorità europea dei mercati finanziari, che al momento ha solo un ruolo di coordinamento tra gli organi nazionali come la Consob in Italia. Il piano Ue, secondo quanto risulta a Milano Finanza, prevede di affidare all’Esma i poteri di supervisione per i maggiori gruppi cross-border nei settori delle borse, delle controparti centrali (Ccp), dei depositari centrali di titoli (Csd) e dei fornitori di servizi su criptoattività (Casp). L’Esma rafforzata avrà come modello la Vigilanza Bce e l’Amla. In particolare si sta guardando all’esempio dell’autorità anti-riciclaggio per la governance: si pensa a un executive board di 5-7 membri e a un board of supervisors nel quale saranno rappresentate le autorità nazionali. Soprattutto all’inizio l’Esma lavorerà d’intesa con gli organismi nazionali. Ci saranno gruppi di lavoro congiunti (joint supervisory teams): lo stesso sistema è utilizzato oggi nel Single Supervisory Mechanism, nel quale i supervisori Bce lavorano assieme a quelli nazionali, per esempio della Banca d’Italia. Il board of supervisors sarà informato delle azioni dell’executive board e sarà prevista una procedura di silenzio-assenso per le decisioni più importanti. Le società di asset management non saranno vigilate dall’Esma che però avrà poteri aggiuntivi, lavorerà a una maggiore convergenza nella supervisione del settore e in certi casi potrà prendere decisioni vincolanti.
«Possono dire che andrò ovunque, anche su Marte. Ma quante possibilità ci sono che ci vada davvero? Nessuna». Andrea Orcel ha voglia di scherzare sulle ipotesi che il mercato fa sulle sue prossime mosse. «Il consolidamento nel sistema continuerà, ma non subito. Abbiamo raggiunto un punto di equilibrio stabile nel medio periodo. Sulla Germania non molliamo». Nella intervista a ClassCnbc il ceo di Unicredit ha annunciato che a febbraio la banca alzerà i target del piano, ha parlato per la prima volta della nuova strategia dopo la rinuncia al Banco Bpm, dei risultati record del terzo trimestre (utili a 2.6 miliardi, sopra le attese) e della tassa introdotta dal governo.
Il 28 ottobre si celebra l’assemblea della banca d’affari fondata da Cuccia, ma non ci sarà pathos: gli azionisti parteciperanno da remoto Ecco i piani di Grilli e Melzi d’Eril. E le strategie di Lovaglio e del Mef. Ci sarà un passaggio di testimone, anche questo virtuale, tra gli uscenti, l’amministratore delegato Alberto Nagel e il presidente Renato Pagliaro, e i due banchieri candidati a sostituirli, rispettivamente Alessandro Melzi d’Eril e Vittorio Grilli. Questi ultimi sono figure autorevoli del panorama finanziario nazionale, ben conosciuti dai mercati e anche per questo hanno avuto il gradimento nella lista presentata per il cda dagli azionisti di Mps, a partire dalla Delfin di Francesco Milleri, per finire con Francesco Gaetano Caltagirone, Ministero dell’Economia e Luigi Lovaglio, ceo del Monte. Lovaglio, come ha avuto modo di affermare durante la sua audizione in Commissione banche in Parlamento, si concentrerà sull’aggregazione Mps-Mediobanca, secondo uno schema a forma di quadrilatero. Il terzo lato del poligono di Lovaglio sarà l’analisi del possibile delisting di Piazzetta Cuccia, che avverrà per effetto dell’incorporazione di essa nel Monte e non per un input derivante dalla Banca centrale europea, che di solito chiede l’uscita dal listino quando il flottante di una società è esiguo. Il quarto e ultimo lato è la polpa di piazzetta Cuccia, ossia i rapporti con Generali, il diamante in cassaforte. Su questo punto il banchiere è netto nei suoi ragionamenti: non se ne occuperà e lascerà ai grandi azionisti della nuova entità ogni strategia.
  • Attenzione alle truffe
Vale 116 milioni di euro il bottino delle frodi che in Italia hanno colpito nell’ultimo anno chi ha effettuato pagamenti elettronici. Un malloppo lievitato costantemente negli ultimi anni, cresciuto di pari passo con l’aumento della propensione degli italiani a sostituire il contante con carte di pagamento e bancomat e a fare sempre più acquisiti online utilizzando carte di credito e prepagate. In dieci anni, tra 2015 e 2025, il numero annuo di frodi sulle carte di pagamento è di fatto triplicato e il loro valore raddoppiato, è emerso nel corso dell’ultimo
Festival della Cultura Finanziaria di Catania. Secondo gli ultimi dati di Banca d’Italia nei do
dici mesi terminanti a giugno 2025 sono state compiute 1,5 milioni di frodi su carte di paga
mento rispetto alle 500 mila dell’analogo arco temporale nel 2015, per un ammontare complessivo pari a circa 116 milioni di euro rispetto ai 61 milioni di 10 anni fa.
Un’acquisizione che non punta solo alla crescita per linee esterne, ma che vuole essere un passaggio chiave nell’evoluzione del mercato della mobilità e del noleggio a lungo termine in Italia, con l’obiettivo di essere un attore in grado di rivoluzionarlo. È l’operazione con cui Facile.it ha comprato Horizon Automotive, la tech mobility company fondata nel 2020 con un modello innovativo per concessionari, case auto e utenti finali. «Un perfect match» e «un nuovo punto di partenza per il noleggio a lungo termine», raccontano a Milano Finanza i due ceo, Maurizio Pescarini di Facile.it e Luca Cantoni di Horizon.
Per i piloti e gli assistenti di volo il fondo pensione è un salvadanaio da portare con sé nei vari spostamenti di sede che la professione impone. Nasce da questa necessità la serie di novità introdotte a ottobre in Fondaereo. In primo luogo l’offerta d’investimento: prevede solo sei profili di investimento che combinano i due nuovi comparti specializzati Obbligazionario e Azionario, quest’ultimo gestito in modo passivo, che entrano al posto di Equilibrio (70% obbligazionario e 30% azionario) e Crescita (30% obbligazionario e 70% azionario), i quali sono stati chiusi, mentre rimane il Garantito. L’obiettivo è permettere agli aderenti di costruire un percorso life cycle, partendo da una linea con molte azioni (85%) per arrivare a quella con meno azioni (30%) e poi al profilo garantito (100% obbligazioni). Dalla prossima primavera il life cycle sarà proposto anche come meccanismo automatico accanto al fa-da te già disponibile. Inoltre Fondareo è impegnato nella finalizzazione del progetto del fondo transfrontaliero e a breve sarà attivata l’adesione on-line
Sono passati ormai alcuni mesi dal varo della Savings and Investment Union (SIU), l’Unione dei Risparmi e degli Investimenti con la quale la Commissione europea intende affrontare la bassa partecipazione degli investitori al dettaglio ai mercati dei capitali, favorire l’afflusso di risorse finanziarie alle imprese europee e finanziare le attuali priorità strategiche dell’Unione: le transizioni green e digitale e la difesa europea. Il 30 settembre 2025 c’è stato un primo passo verso questi obiettivi: la Commissione europea ha pubblicato una raccomandazione sui conti di risparmio e investimento europei, o Savings and Investment Account (SIA), strumenti finanziari prodotti da intermediari finanziari autorizzati che permettono ai singoli individui di investire in azioni, obbligazioni e/o quote di fondi comuni di investimento accedendo a specifici benefici fiscali. Simili strumenti sono già stati lanciati in alcuni Stati membri, dove in certi casi hanno raggiunto l’obiettivo di rendere i mercati dei capitali più attrattivi e accessibili e dunque promuovere la partecipazione degli investitori al dettaglio. La Commissione, con questo documento, intende però incoraggiare tutti gli Stati membri a introdurre nei propri ordinamenti i SIA, prendendo spunto dall’articolato della raccomandazione.
  • UniBonus Strategy Future
UniBonus Strategy Future è un prodotto di investimento assicurativo realizzato da UniCredit
Life Insurance e distribuito da UniCredit, pensato per chi intende investire gradualmente con versamenti ricorrenti annuali, semestrali, trimestrali o mensili, anche di importo contenuto. Offre la possibilità di diversificare scegliendo tra più fondi interni assicurativi e di accedere a coperture assicurative utili alla salvaguardia della famiglia. Inoltre, se in regola con il piano dei versamenti, la polizza premia il cliente grazie al cosiddetto Bonus Fedeltà, alla fine del sesto anno di vita del contratto. Si tratta di una polizza vita di tipo unit linked a vita intera e
a premi ricorrenti, che verranno impiegati, al netto dei costi di caricamento, fra 12 fondi interni assicurativi. UniBonus Strategy Future è un prodotto che, attraverso la presenza di specifiche opzioni di investimento sottostanti, promuove anche caratteristiche ambientali e/o sociali in linea con quanto previsto dall’articolo 8 del Regolamento Sfdr.

Nessun obbligo di assicurazione per la responsabilità civile per i muletti e i carrelli elevatori quando operino all’interno di aree aziendali, stabilimenti, magazzini o depositi e non siano immatricolati. Lo stabilisce l’art. 9 del disegno di legge PMI (Legge annuale sulle piccole e medie imprese), licenziato dal Senato il 22 ottobre e ora è in attesa di approvazione definitiva alla Camera. La norma interviene sul Codice delle assicurazioni private, di cui al D. Lgs. n. 209/2005, stabilendo che la deroga all’obbligo assicurativo trova applicazione per i veicoli di cui all’art. 1, comma 1, lettera rrr), del Codice rientranti nella tipologia dei carrelli di cui all’art. 58, comma 2, lettera c), del Codice della strada: sono tali i veicoli destinati alla movimentazione di cose, ricompresi tra le “macchine operatrici”.
L’isopensione segue il regime pensionistico dei lavoratori esodati. Ai fini del versamento della contribuzione figurativa correlata al periodo di pre-pensionamento, infatti, il datore di lavoro deve tenere conto se il lavoratore è in regime retributivo, misto o contributivo della pensione. Nell’ultimo caso (regime contributivo), in particolare, poiché opera un massimale annuo per il pagamento della contribuzione, anche il datore di lavoro è tenuto a versare la contribuzione figurativa fino tale limite che, per l’anno 2025, è 120.607 euro. Così l’Inps nel messaggio 3166/2025.
Suoli più sani, più monitorati e meno inquinati entro il 2050. Il Parlamento europeo ha approvato la prima direttiva sul monitoraggio e la salute del suolo, che introduce un sistema armonizzato di controllo in tutti gli Stati membri, in linea con la strategia Ue per l’inquinamento zero. La norma adottata il 23/10/2025, prevede che gli Stati membri dovranno utilizzare descrittori fisici, chimici e biologici comuni per valutare la salute dei suoli e potranno basarsi su sistemi nazionali già esistenti, come quello dell’Ispra-Snpa che, tra l’altro, rappresenta uno dei principali punti di riferimento nella definizione della Direttiva. Entro dieci anni dall’entrata in vigore della legge, gli Stati membri dovranno redigere un registro pubblico dei siti contaminati; previsto anche una lista aggiornata delle sostanze inquinanti emergenti, dai Pfas ai pesticidi, che sarà redatta entro diciotto mesi.
Il collegio sindacale e altri organi di controllo del sistema dualistico e monistico saranno chiamati a vigilare sul sistema della gestione dei rischi della società. Per tutti i membri degli organi di controllo sarà estesa l’ineleggibilità a tutte le situazioni di parentela e affinità con i conviventi degli amministratori. I pareri del collegio sindacale saranno richiesti anche in merito ai compensi spettanti ai componenti del comitato esecutivo. Sono alcune delle modifiche in tema di organi di controllo delle società non quotate previste nello schema di decreto legislativo recante attuazione della delega di cui all’articolo 19 della legge 5 marzo 2024, n. 21, per la riforma organica delle disposizioni in materia di mercati dei capitali, recate dal Testo unico di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, e delle disposizioni in materia di società di capitali contenute nel Codice civile approvato in prima lettura dal Consiglio dei ministri lo scorso 8 ottobre (si veda ItaliaOggi del 7/10/2025).

corsera

Le pensioni con decorrenza nei primi nove mesi del 2025 sono state 628.712 per un importo medio mensile di 1.253 euro. Lo si legge nell’Osservatorio Inps sui flussi di pensionamento. Di queste sono 198.532 le pensioni di vecchiaia (importo medio di 1.183 euro), 160.022 le pensioni anticipate (importo medio di 2.090 euro), 37.798 le pensioni di invalidità (808 euro in media) e 159.661 le pensioni ai superstiti (951 euro in media).
La consapevolezza è trasversale, dalla politica alle imprese, fino alle istituzioni europee: occorre rafforzare la sovranità economica europea investendo sull’integrazione dei mercati finanziari. A partire dall’Unione del risparmio e degli investimenti o Siu, il progetto presentato dalla Commissione europea nel marzo 2025. A distanza di quasi un anno dal suo lancio, è tempo di bilanci, bilanci presentati nel corso del convegno «Unione del risparmio e degli investimenti: risultati e prospettive Stato dell’arte a quasi un anno dal suo lancio», promosso da Ania e dal presidente Giovanni Liverani. «Mai come in questo ultimo periodo, l’Europa si è trovata di fronte a sfide così imponenti: dalla geopolitica, alle tensioni commerciali – ha sottolineato Liverani dal palco -. A queste si aggiungono forze meno evidenti ma altrettanto rischiose come l’aumento di frequenza di eventi catastrofali e il rischio demografico. Per questo che le priorità politiche europee, e tra queste l’Unione del Risparmio e degli Investimenti devono essere coronate da successo». L’obiettivo è ambizioso: orientare in modo più efficiente i risparmi dei cittadini europei verso investimenti produttivi, ampliando le opportunità per i risparmiatori e rafforzando la competitività delle imprese. E in questo il settore assicurativo deve avere un ruolo centrale, non solo perché gestisce 9.500 miliardi in asset in Europa, ma perché, proteggendo famiglie e imprese permette ai cittadini di liberare capitale che può essere indirizzato verso investimenti diretti all’economia reale. E in questo contesto un ruolo decisivo avrà la revisione delle regole di Solvency II che deve portare verso una semplificazione: «Formalizzeremo le nostre proposte la prossima settimana — ha annunciato la commissaria europea per i servizi finanziari, Maria Luis Albuquerque dal palco di Ania —. L’Europa deve diventare un posto dove si può fare impresa senza compromettere la stabilità finanziaria».

Nel primo trimestre 2026 entrerà in vigore l’Epr (responsabilità estesa del produttore) nel settore tessile-moda, la normativa europea che renderà i produttori responsabili della raccolta, riciclo e smaltimento degli abiti a fine vita. La data è stata indicata da Laura D’Aprile, direttrice del dipartimento per la transizione ecologica del ministero dell’Ambiente, al Venice Sustainable Fashion Forum 2025 che si è svolto il 23-24 ottobre sull’Isola di San Giorgio, organizzato da Confindustria Moda, The European House Ambrosetti e Confindustria Veneto Est. «Lo schema di regolamento è già stato sottoposto alle associazioni di settore e concertato col ministero delle Imprese – ha detto D’Aprile – ed è nella fase di ultima revisione da parte degli uffici legislativi. Oggi nel settore c’è una criticità – ha aggiunto – perché viene raccolto solo il 12% di ciò che viene immesso al consumo, anche se i Comuni si stanno attrezzando e l’80% di chi fa la raccolta differenziata gestisce anche il tessile. Ma ora occorre sviluppare una rete di raccolta tenendo conto dei fabbisogni della filiera del riciclo e del riuso». La dirigente ministeriale ha ricordato anche che «è già vigente il regolamento sull’ecodesign col passaporto digitale, che è uno strumento di trasparenza efficace e potente per guidare l’acquisto consapevole dei consumatori» e ha ribadito l’intervento d’urgenza a cui sta lavorando il ministero per contrastare l’ultra-fast fashion, cioè i marchi tipo Shein che vendono su piattaforme online, prendendo spunto da ciò che ha fatto il governo francese.
Il settore assicurativo vuole giocare un ruolo di primo piano nel futura Unione dei risparmi e degli investimenti, il progetto presentato dalla Commissione europea nel marzo 2025 che rappresenta una priorità fondamentale per il futuro della Ue, chiamata oggi ad affrontare sfide geopolitiche cruciali. «Mai come in questo ultimo periodo, l’Europa si è trovata di fronte a crisi così imponenti: dal Covid, al conflitto in Ucraina, fino a una situazione di estrema instabilità in Medio Oriente e alle crescenti tensioni commerciali. A queste si aggiungono forze meno evidenti e più silenti, ma altrettanto rischiose come l’aumento di frequenza e intensità di eventi catastrofali oppure quello che io definisco il “silent killer” dei sistemi socieoeconomici occidentali ossia il rischio demografico», ha spiegato Giovanni Liverani, presidente dell’Ania ieri durante il convegno dell’associazione delle imprese assicurative dedicato alla Savings and investments union (Siu), un progetto ambizioso che punta a trasformare il vasto risparmio privato europeo in motore di crescita per l’Ue. L’idea riprende e rilancia l’eredità dell’Unione dei mercati (Cmu) e i contributi di Christian Noyer, Mario Draghi ed Enrico Letta, intervenuto ieri ricordando l’urgenza di un integrazione dei 27 mercati. Lo scopo è di costruire un ponte tra l’enorme tesoretto del risparmio Ue e l’economia europea, mobilitando risorse che ora sono sostanzialmente infruttifere: le famiglie europee detengono oltre 10mila miliardi di euro in depositi bancari a fronte di un tasso di risparmio triplo di quello statunitense.
«Il settore delle assicurazioni è chiamato a giocare un ruolo chiave sul progetto per l’Unione dei risparmi e degli investimenti (Siu) nell’Unione europea. E per questo ora si apre una opportunità verso la semplificazione con la revisione delle regole di Solvency II, su cui la Commissione europea formalizzerà le sue proposte la prossima settimana». Ad annunciarlo è Maria Luis Albuquerque, commissaria europea per i servizi finanziari intervenendo ieri all’evento Ania sull’Unione dei risparmi e degli investimenti (Siu), dove ha indicato che, probabilmente il 29 ottobre, sarà resa nota la proposta della Commissione sulla revisione delle regole di Solvency II, un atto delegato sulle norme tecniche di esecuzione atteso da tempo e cruciale proprio per orientare gli investimenti delle compagnie verso asset adeguati a livello di solvibilità secondo i nuovi requisiti richiesti. «L’Europa deve diventare un posto dove si può fare impresa senza compromettere la stabilità finanziaria e il settore delle assicurazioni gioca già un ruolo cruciale che resterà essenziale e che vogliamo rendere più facile – ha spiegato la commissaria –. Per esempio grazie alle regole di Solvency II che rappresentano una opportunità per rimuovere barriere e rilanciare investimenti di lungo termine». A livello operativo «ci sarà un anno pieno per le industrie per adattarsi e un’ampia gamma di istanze indicate anche seguendo le osservazioni dei portatori di interessi, inclusa l’Ania – ha concluso Albuquerque – che hanno risposto alla pubblica consultazione».

Sono ancora gli obbligazionari a tenere le redini dell’intero sistema dei piani individuali di risparmio. A livello complessivo il settore ha chiuso i battenti di settembre con i conti in attivo per 208 milioni e di questi ben 205 sono stati portati in dote dai prodotti specializzati sui bond. Questa è un’ulteriore prova che i Pir non puntano più sul capitale di rischio come all’inizio della loro storia, ma consolidano progressivamente e in maniera sempre più consistente l’orientamento verso i titoli di debito. Una scelta che in termini di sicurezza può essere più indicata a chi non vuole rischiare, ma non sicuramente dal punto di vista del rendimento, almeno per quello che si è visto sul mercato finora.
L’omnicanalità è il mantra delle compagnie assicurative alla ricerca di incrementare il numero di clienti e di contratti, ottimizzando la cosiddetta “customer experience”. Gestire più canali di contatto con clienti fisici e digitali, in un sistema unico, coerente e interconnesso è la vera sfida che non manca però di insidie per gli intermediari assicurativi che dovranno adeguarsi a queste nuove richieste. Il tutto considerando poi le potenzialità dell’intelligenza artificiale: un’onda che se non cavalcata anche dagli agenti rischia di travolgerli. «L’omnicanalità a differenza della multicanalità deve essere supportata da un’“experience” agevole e facilitata», spiega Patrizia Contaldo, direttore dell’Osservatorio sul mercato assicurativo del Centro Baffi di Bocconi che sul tema ha condotto lo studio «Dalla protezione all’omnicanalità: i bisogni prospettici dei clienti». «Come segnalano molte evidenze (in particolare in Francia) e come è noto ormai da anni agli studiosi di marketing, il vero tema non è solo l’identificazione e l’operatività dei canali ma la loro connessione – spiega Contaldo a Plus24 –. La possibilità di passare da un canale all’altro in continuità è l’aspetto più importante e deve richiedere il minimo sforzo per l’utente». Gli altri punti rilevanti individuati dalla relazione, che verrà illustrata il prossimo 30 ottobre a Milano durante la presentazione dell’Osservatorio Europeo degli Intermediari Assicurativi di Cgpa Europe, sono in primis la qualità e servizio e del prodotto. E qui emerge la prima criticità: a differenza di altri ambiti, la proposta e la spiegazione tramite più canali interconnessi di un contratto assicurativo è particolarmente complessa, nonostante i tentativi di semplificazione. Vi è poi il punto dell’integrazione dei canali e della qualità della stessa: in altri settori generalmente il brand è proprietario di tutti i canali, nel settore assicurativo agenti e broker sono distinti dalla compagnia. Quindi è necessario il massimo coordinamento con policy ben precise anche per l’intermediario che dovrà pensare anch’esso alla sua omnicanalità.
Legacy, resilienza e pianificazione patrimoniale sono al centro delle decisioni delle famiglie con grandi disponibilità. Oltre l’80% dei super ricchi nel mondo (individui o nuclei che hanno patrimoni investiti di almeno 30 milioni di dollari) oggi ha familiari con legami in più paesi e più di un terzo detiene asset fisici in tre o più giurisdizioni. La complessità familiare e finanziaria si risolve affidandosi il più delle volte a servizi di family office propri o esterni. Lo segnala l’ultimo Family Barometer di Julius Baer che evidenzia come costruire l’eredità familiare sia tra i principali argomenti di cui oggi si discute in queste famiglie. Una preoccupazione che riflette quel passaggio generazionale in corso in molte imprese familiari, in particolare in Oriente, dove patriarchi e matriarche guardano oltre la pianificazione della successione verso un’impronta più duratura e basata sui valori. Ma anche l’Europa e l’Italia nel suo piccolo sta vivendo questa fase di trasformazione. Circa il 40% dei clienti con grandissime disponibilità possiede attualmente o è servito da un family office, struttura di gestione patrimoniale su misura che si occupa di temi di grande importanza come successioni, filantropia e investimenti.