Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

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L’appuntamento è per questa mattina quando gli assicuratori riuniranno il Comitato esecutivo dell’Ania, l’associazione di categoria presieduta da Giovanni Liverani, per trovare il modo di dare il loro contributo alla manovra 2026 nella maniera più indolore possibile. L’intenzione del governo è di dare alle compagnie la possibilità di scegliere le modalità dell’intervento, come è stato del resto per le banche. Nelle bozze della legge di Bilancio c’è già un aumento di due punti percentuali dell’Irap anche per le imprese assicurative al 7,9% che dovrebbe concretizzarsi in un aumento del gettito tra 150 e 200 milioni. Gli assicuratori non sembrano intenzionati a cedere sull’aumento dell’aliquota fiscale, dal 2,5 al 12,5% per le coperture auto per gli infortuni del conducente che, secondo un’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate, dovrebbe valere in via retroattiva negli ultimi 10 anni.  Meglio ragionare su anticipi di tasse piuttosto che su incrementi strutturali. La soluzione potrebbe essere un intervento più incisivo sull’anticipo dell’imposta di bollo sulle polizze unit linked
L’export italiano è finito tra l’incudine e il martello: da un lato i dazi imposti dagli Stati Uniti, dall’altro un dollaro debole che rende i prodotti europei meno competitivi oltreoceano. Due forze convergenti che, secondo il Centro studi di Confindustria, potrebbero costare 16,5 miliardi di euro di mancate vendite nel medio periodo, pari al 2,7% dell’export complessivo. Gli effetti sono già visibili nei numeri. In agosto le esportazioni italiane verso gli Usa sono crollate del 21,1% rispetto allo stesso periodo del 2024, dopo mesi di spedizioni anticipate per aggirare le tariffe. Un calo che ha pesato per oltre due terzi sulla contrazione delle esportazioni extra-Ue (−7%) e per l’1,1% sul calo dell’export mondiale complessivo. Le perdite, spiega Confindustria, si concentrano nei settori automotive, macchinari, alimentari e bevande, pelli e calzature, ma coinvolgono anche l’intera filiera manifatturiera. Considerando gli effetti indiretti sulle catene del valore europee, la perdita complessiva è del 3,8% per l’export manifatturiero e dell’1,8% per la produzione industriale. E alla guerra dei dazi si affianca quella dei cambi.
La tassazione sulle stablecoin in euro viene ridotta al 26% (in luogo di quella ordinaria del 33%). L’Italia così «si allinea ai trend monetari globali e si pone al centro dello scacchiere mondiale che si è formato a seguito dell’emanazione del Genius Act da parte dell’amministrazione Usa», ha commentato Giulio Centemero, deputato e capogruppo in commissione Finanze della Lega. Anche perché «parliamo di monete digitali che sono perfettamente in linea con la normativa europea e con le recenti iniziative del mercato», ha aggiunto. Allo stesso tempo è prevista l’istituzione di un tavolo di controllo e vigilanza su cripto-attività e sulla finanza innovativa che sarà composto da rappresentanti del Mef, della Guardia di Finanza, della Consob, di Bankitalia e dell’Unità di informazione finanziaria, nonché di associazioni ed esperti del settore. Gli obiettivi per cui nasce sono il costante monitoraggio dei rischi connessi al settore ma anche il contrasto e la prevenzione di frodi, abusi e rischi sistemici nonché il riciclaggio di denaro. Ma anche la promozione «di iniziative per l’educazione finanziaria dei consumatori, al fine di incentivare un utilizzo consapevole delle cripto-attività e degli strumenti di finanza innovativa», si legge nella bozza del ddl Bilancio.
GamaLife e Banca Macerata stringono l’alleanza bancassicurativa rafforzandola con l’ingresso della compagnia nel capitale dell’istituto. Se l’azionista di GamaLife, il fondo di private equity Apax, come anticipato nei giorni scorsi da MF-Milano Finanza, sta valutando l’interesse di eventuali acquirenti a rilevare il suo business assicurativo, con Generali che guarda al Portogallo, in Italia la compagnia continua a crescere grazie a nuove partnership e iniziative. È di questi giorni il lancio della vendita online (pensionegarantita.it) di un piano di previdenza individuale e GamaLife entrerà anche nel capitale di Banca Macerata, con una quota di poco inferiore al 10%, per effetto di un aumento di capitale. Allo stesso tempo sarà firmata una collaborazione di lungo periodo nel collocamento di polizze assicurative del ramo vita e di prodotti previdenziali.
Le stablecoin e la moneta tokenizzata stanno diventando una parte sempre più importante del sistema finanziario, ma non hanno ancora raggiunto il punto di svolta critico per una diffusione su larga scala. Lo sostiene l’ultima edizione del Global Payments Report di McKinsey, che MF-Milano Finanza è in grado di pubblicare in anteprima. Il settore sta crescendo rapidamente: l’emissione di stablecoin è raddoppiata dall’inizio del 2024 e i volumi di transazioni giornalieri hanno già raggiunto circa 30 miliardi di dollari, ancora una frazione dei trilioni scambiati ogni giorno nel mondo. Tuttavia, diversi fattori indicano che si stanno avvicinando a una più ampia accettazione. Nel frattempo, l’infrastruttura tecnologica a supporto delle stablecoin sta avanzando rapidamente, con piattaforme di trading e wallet digitali sempre più integrate e sicure, favorendo transazioni più veloci e interoperabili tra diversi sistemi finanziari.

Modifiche al regime di svalutazione dei crediti verso la clientela, previsione di un’imposta sostitutiva sulle riserve di utili accantonati dalle banche ai sensi dell’art. 26 del d.l. n. 104/2023 nel bilancio dell’esercizio 2023 (c.d. “extraprofitti”), rimodulazione temporale delle DTA e incremento di due punti percentuali dell’aliquota IRAP fino al 2028. Sono queste, in sintesi, le misure fiscali per banche e intermediari finanziari indicate dalla bozza di “legge di bilancio 2026”. L’art. 21 del “ddl bilancio 2026” introduce per banche, intermediari finanziari e imprese di assicurazione, per il periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2025 e i due successivi, un incremento di due punti percentuali delle aliquote IRAP previste dall’art. 16, comma 1-bis, lettere b) e c) del d.lgs. n. 446/1997.
Le pensioni non aumenteranno, ma si allontaneranno. A partire dal 2027, infatti, ci vorrà un mese in più per mettersi in pensione (di vecchiaia o anticipata) e 3 mesi in più dal 2028. Per i più giovani (i lavoratori appartenenti al sistema contributivo) andrà peggio, con l’esordio del doppio incremento dovuto alla speranza di vita: a gennaio 2027, per esempio, servirà un’età di 64 anni e 1 mese più contributi per 20 anni e 1 mese (oggi basta un’età di 64 anni insieme a 20 anni di contributi). Invece, a gennaio non scatterà l’aumento del trattamento minimo Inps: i 20 euro miglioreranno la maggiorazione sociale (il famoso «milione» delle vecchie lire) che spetta ai pensionati in condizioni disagiate (l’ha fatto già la Manovra 2025, quest’anno, aggiungendo 8 euro). È quanto prevede, tra l’altro, la bozza di ddl con la Manovra 2026.

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Nuovi movimenti nell’azionariato di Generali e subito si riaccendono suggestioni di risiko. Ieri la Consob ha segnalato la presenza dei francesi di Bnp Paribas nella compagine societaria del Leone con un quota potenziale del 5,39%. La partecipazione è detenuta tramite le società controllate Bnp Paribas Financial Markets (5,15%), Bnp Paribas Cardif (assicurazioni) e Bnp Paribas Securities Services (servizio custodia titoli). I diritti di voto riferibili ad azioni sono pari allo 0,26%, il restante 1,28% è in altre posizioni lunghe con regolamento fisico mentre il 3,85% è in contanti tramite contratti total return swap. La banca francese non risultava tra gli azionisti rilevanti del big assicurativo di Trieste e ora sul mercato si ipotizza che con l’attuale quota possa fare da veicolo per conto di un altro investitore. Tra i movimenti recenti, nell’azionariato del gruppo assicurativo c’è quello di Unicredit che mantiene una partecipazione con diritto di voto pari a poco più del 5%, dopo essersi diluita a luglio smontando le posizioni in derivati solo su una parte della quota che gli avevano permesso di votare con il 6,7% all’ultima assemblea a Trieste.

La realtà della bozza è ben altra: l’affrancamento diventa quasi obbligato. La prospettiva infatti è che nel 2028 non solo l’aliquota torni al 40%, ma che sia applicata sui dividendi derivanti dalla distribuzione di riserve sulla base della presunzione che si stia attingendo agli utili accantonati nel 2023, pari complessivamente a 6,2 miliardi. E ancora: spunta come una sorpresa la riduzione della deducibilità degli interessi passivi delle banche dal 100 per cento al 96 per cento. Infine, l’anticipo di liquidità per il 2026 aumenta di valore perché l’aliquota per l compensazione sulle perdite di valore e sulle eccedenze Ace nel 2026 scende ancora; dal 54% già concordato lo scorso anno (rispetto all’80% dell’aliquota normale) al 45 per cento. Nel 2027 e nel 2028 torna al 54 per cento. I rapidi conti che i banchieri hanno fatto sulle misure prospettate portano il gettito per lo Stato a un valore nettamente superiore ai 4,4 miliardi indicati nel documento di bilancio. Il conto potrebbe superare ampiamente i 5 miliardi: le stime a grandi linee prevedono un incasso per lo Stato di 1,8 miliardi per l’affrancamento nei fatti obbligatorio (al netto del miliardo e oltre che si incasserebbe anche con la tassazione sui dividendi liberati dalle riserve). Un introito di 1,3-1,5 miliardi nel 2026 attesi dall’Irap non solo dalle banche e assicurazione, ma anche dagli intermediari finanziari, sgr, fondi e quant’altro. Dall’anticipo di liquidità dovrebbe arriva circa 1,2 miliardi. Se a tutto questo si aggiunge la minore deducibilità degli interessi passivi si va a finire oltre i 5miliardi.
Uno o due giorni per una visita oculista oppure oncologica urgente, meno di una settimana per una mammografia e poco più di due settimane per una colonoscopia sempre urgente. I tempi si allungano a una decina di giorni o al massimo a due mesi, nel caso le stesse visite ed esami siano state prescritte dal medico indicando nella ricetta la priorità “B” (Breve: entro 10 giorni) o “D” (Differibile: entro 30 giorni). Solo nel caso di prescrizioni con priorità “P”, quelle meno urgenti (Programmabile: entro 120 giorni) i tempi si allungano fino a sfiorare quasi un anno per la mammografia e la colonoscopia. Questo è quanto attendono gli italiani in media per ricevere queste prestazioni dal Ssn secondo la nuova Piattaforma nazionale sulle liste d’attesa, uno degli strumenti più attesi del piano del Governo contro l’emergenza delle code in Sanità – lanciato ormai oltre un anno fa – e che dovrebbe aiutare le Regioni a monitorare meglio e consentire ai cittadini di capire da soli quanto devono aspettare per farsi curare.
«Per quanto riguarda la piattaforma di telemedicina, il 10 settembre la Conferenza Stato-Regioni ha approvato il decreto e abbiamo la possibilità di andare “live” il primo dicembre e quindi sarà una realtà operativa. A livello nazionale, a fronte di un target previsto di 300mila persone, abbiamo già in carico 560mila pazienti registrati. Stiamo verificando puntualmente la natura dei contatti, cosa c’è dietro il servizio associato con la persona. € un percorso in evoluzione grazie alla collaborazione con le Regioni». Così ieri Americo Cicchetti, commissario di Agenas, ospite dell’evento «Federsanità 1995-2025, 30 anni di visione e innovazione per l’integrazione sociosanitaria», a Roma.
Bnp Paribas detiene una quota potenziale del 5,39% in Generali. È quanto emerso ieri dagli aggiornamenti Consob sulle partecipazioni rilevanti. Di questa appena lo 0,26% è con diritto di voto, il resto è per un 1,28% in posizioni lunghe con regolamento fisico mentre il 3,85% restante è in contanti tramite contratti total return swap, alcuni esercitabili da marzo 2026. La banca francese non risultava tra gli azionisti rilevanti del Leone e ora sul mercato si ipotizza che con l’attuale quota possa fare da veicolo per conto di un altro investitore.
Hannover Re prevede che i premi assicurativi per gli automobilisti tedeschi continueranno ad aumentare. Dopo l’aumento dei premi e la riduzione delle perdite catastrofali quest’anno, gli assicuratori auto sono sulla buona strada per riguadagnare la loro redditività, ha dichiarato lunedì a Baden-Baden Thorsten Steinmann, responsabile della filiale E+S Rück, responsabile delle attività in Germania. Allo stesso tempo, ha sottolineato che “sono necessari ulteriori aumenti mirati dei prezzi nel settore auto”. I riassicuratori stanno attualmente incontrando i principali assicuratori e broker a Baden-Baden per discutere i prossimi rinnovi dei trattati all’inizio dell’anno. In qualità di uno dei maggiori riassicuratori auto sul mercato tedesco, E+S Rück ha una buona visione dello sviluppo della divisione. In questo contesto, Steinmann, responsabile della Germania, ha affermato che il percorso verso un ritorno sostenibile alla redditività per gli assicuratori auto non è ancora completo.