Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Le famiglie europee sono ancora caute nelle spese. I redditi stanno aumentando, ma i consumi stanno salendo in misura minore. Molte persone preferiscono mettere da parte denaro per il futuro, anche a causa dell’elevata incertezza. Il risultato è che, contro le attese della Bce, il risparmio continua ad aumentare. Di conseguenza i consumi restano fiacchi frenando la crescita dell’area euro che nel terzo trimestre dovrebbe restare vicino allo zero. I primi tre mesi dell’anno sono stati migliori delle attese per l’area (+0,6%) grazie all’anticipo dell’attività delle imprese in vista dei dazi Usa. In seguito, però, l’Eurozona è tornata di fatto alla stagnazione. Le famiglie europee hanno risparmiato il 15,4% del reddito disponibile lordo nel secondo trimestre dell’anno, una percentuale più alta rispetto al 15,2% del primo. L’inatteso incremento è stato il risultato di una crescita dei consumi (+0,7%) inferiore a quella dei redditi (+1%). Il tasso di risparmio era sceso al 13% a metà 2022 ma ora è risalito ai livelli di metà 2021. Le stime Bce prevedono una discesa al 14,8% per l’intero 2025 e al 14,5% per il 2026. Anche in Italia la percentuale è salita nel secondo trimestre (al 12,3%, dal 12,1% del primo). Secondo il dato Istat che include soltanto le famiglie consumatrici (e non quelle produttrici), la propensione al risparmio è stata del 9,5% (+0,3% rispetto al primo trimestre). L’aumento deriva anche per l’Italia da una crescita dei consumi più contenuta rispetto a quella del reddito disponibile lordo (+0,5% e +0,8% rispettivamente in termini nominali)
Dalle baby pensioni alle pensioni per i baby. Per i lavoratori è necessario iniziare a costruire il prima possibile una seconda gamba previdenziale per rimpolpare l’assegno pubblico che con il sistema contributivo non ha più quella sicurezza legata al modello retributivo ormai accantonato dalla riforma del 2012. E sono soprattutto i più giovani a essere maggiormente esposti a rischi di buchi contribuitivi durante la carriera che si traducono in pensioni di Stato più povere. Il governo è al lavoro da tempo su questo tema e ora sembra sia arrivata la volta buona: a 20 anni dall’ultima grande riforma del 2005, in vigore dal 2007, è in arrivo una nuova rivoluzione. Nell’ambito della manovra per il 2026 in preparazione si punta a inserire norme sull’obbligatorietà della previdenza integrativa per le nuove generazioni. La priorità, come aveva anticipato lo scorso agosto a MF-Milano Finanza il sottosegretario al ministero del Lavoro Claudio Durigon, è introdurre l’adesione automatica ai fondi per chi entra nel mondo del lavoro. La novità riguarderebbe 400-420 mila lavoratori all’anno e funzionerebbe con un meccanismo di «silenzio-assenso al contrario». Infatti se nel semestre di silenzio-assenso del 2007 (gennaio-giugno) i dipendenti avevano dovuto scegliere entro la fine della finestra se lasciare il tfr in azienda o versarlo in un fondo pensione, e in assenza di decisione finivano iscritti nel fondo di categoria, invece questa volta il tfr mensile prenderebbe subito la via del fondo, restando in azienda soltanto su richiesta esplicita, entro sei mesi, del neo-assunto. Inoltre oggi la platea interessata riguarderebbe soltanto i nuovi occupati, perché per ora estendere il meccanismo al resto dei lavoratori costerebbe troppo (oltre 500 milioni di euro) in quanto l’iscrizione ai fondi di previdenza avviene con il versamento del tfr. E nelle aziende con oltre 50 dipendenti la liquidazione di chi non aderisce viene girata al fondo di Tesoreria presso l’Inps
Il rilancio della previdenza complementare rappresenta uno degli obiettivi della Commissione Europea nel progetto Savings and Investments Union (Siu), ovvero l’Unione dei Risparmi e degli Investimenti. Nello specifico, il proposito è aumentare il tasso di adesione ai fondi pensione, migliorare la capacità delle forme previdenziali di indirizzare i risparmi delle famiglie verso investimenti produttivi e innovativi nonché sviluppare le adesioni su base transfrontaliera. Andando nel concreto, un primo profilo di intervento per favorire una maggiore diffusione delle forme pensionistiche complementari è rappresentato dall’implementazione di meccanismi di automatic enrollment, ovvero iscrizione automatica, anche sulla base delle linee guida dell’Ocse
Il risparmio previdenziale si proietta in un orizzonte temporale di medio-lungo periodo accumulando nel tempo quello che si definisce come capitale paziente. La stabilità delle risorse gestite consente di guardare con interesse ai fattori Esg che fanno riferimento a un insieme di profili di rilievo dal punto di vista della sostenibilità di lungo periodo delle diverse attività economiche. Il primo (E) riguarda l’ambiente, tra cui i cambiamenti climatici, le emissioni di CO2 (biossido di carbonio), l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, gli sprechi e la deforestazione. Il secondo (S) gli aspetti di rilievo sociale, ad esempio i diritti umani, gli standard lavorativi e i rapporti con la comunità civile. Vi è poi l’aspetto legato alle pratiche di governo societarie (G), comprese le politiche di retribuzione dei manager, la composizione del consiglio di amministrazione, il rispetto da parte dei membri degli organi di governo societario di leggi e deontologia professionale.
L’ex terzo istituto del Paese, ossia Banco Bpm, rimane al centro della scacchiera, nel radar di tre possibili pretendenti: Crédit Agricole, Mps e – sullo sfondo – Unicredit. La svolta è arrivata a luglio, quando Piazza Gae Aulenti ha deciso di ritirare l’ops da 10,1 miliardi lanciata a fine 2024. Con la fine del regime di passivity rule il ceo Giuseppe Castagna ha riacquistato subito margine di manovra. E non ha perso tempo. Il banchiere ha dichiarato subito le sue preferenze per due potenziali operazioni alla pari: una con Agricole Italia e l’altra con Mps. Ma Unicredit, impegnato ora in Germania su Commerzbank, resta sempre una minaccia per Castagna. Salgono insomma le chance per un’altra grande operazione di consolidamento, anche perché il clima nel sistema bancario sta cambiando. Dopo due anni di corsa dei titoli e di utili spinti dai tassi elevati, le prospettive per il 2026 si fanno più incerte. La redditività tenderà a normalizzarsi e la crescita tornerà a dipendere dalle sinergie e dalle economie di scala. È in questo scenario che la tentazione di un nuovo ciclo di aggregazioni torna a farsi sentire.
Un tesoro di oltre 2 mila immobili che dall’Italia si estende in buona parte dell’Europa ed è composto, in egual misura, da antichi palazzi ricchi di storia e da costruzioni ultramoderne realizzate secondo l’ultima frontiera della sostenibilità. Se si guarda agli investimenti nel mattone delle Generali, arrivate ad essere secondo la classifica 2025 «Top 150 Real Estate Investors» il settimo investitore immobiliare d’Europa e 17esimo al mondo non mancano le sorprese. Si va dalle Procuratie Vecchie di piazza San Marco a Venezia riaperte dopo 500 anni al pubblico nel 2020 con la realizzazione di un progetto di restauro curato progettato da David Chipperfiel come anche l’immobile di piazza Venezia a Roma, a pochi passi dalla Colonna Traiana e dai Fori Imperiali, fatto progettare all’inizio del 1900 dall’allora presidente dell’assicurazione, Marco Besso, che acquistò l’area dalla principessa Anna Maria Torlonia per costruire quello che è oggi l’edificio più rappresentativo della compagnia. Basta attraversare la piazza per trovare un’altra proprietà dell’assicurazione triestina: Palazzo Bonaparte, con i suoi 3 secoli di storia, dove abitò Maria Letizia Ramolino, madre di Napoleone Bonaparte, oggi divenuto un polo museale.
Molto bene l’operazione per la creazione della nuova banca (per ora chiamata Tnb, The Next Bank), alla quale ha conferito circa metà della sua rete di consulenti finanziari e che consentirà di incassare circa 1,2 miliardi di euro (a cui si aggiunge la quota che Azimut deterrà in Tnb). Ma a dare la svolta al titolo Azimut a Piazza Affari, che a luglio è riuscito a sfondare la soglia critica dei 30 euro, è stata la benedizione giunta dal fronte degli analisti finanziari, che dopo lunghi anni di visione conservativa sul potenziale della società presieduta da Pietro Giuliani sono passati ad accordare multipli un pochino meno stringenti e target price più generosi: Akros lo ha alzato a 38 euro e Mediobanca a 40, con un’analisi della somma delle parti della piattaforma globale del gruppo che porta il valore implicito dell’azione a circa 51 euro. Il mercato e gli investitori ne hanno tratto un messaggio di fiducia che si è subito tradotto in un balzo sul listino
Dietro l’acquisto di un immobile si nasconde un mondo di polizze – alcune obbligatorie, altre facoltative – che possono fare la differenza tra una perdita economica pesante e una solida tutela patrimoniale. Ma quali di queste sono effettivamente imposte dalla legge e quali rappresentano una scelta strategica per la tutela patrimoniale? La recente entrata in vigore dell’obbligo della sottoscrizione delle polizze catastrofali è relativa solo alle imprese, le quali hanno l’obbligo di sottoscrivere diverse altre coperture rispetto al privato cittadino (si veda la tabella qui accanto). L’unica copertura assicurativa obbligatoria per legge in caso di accensione di un mutuo per un privato è la polizza incendio e scoppio. Questa garanzia non è un optional: tutela sia il proprietario dell’immobile sia l’istituto di credito da eventuali danni materiali diretti al fabbricato, causati da eventi come incendi, esplosioni (ad esempio per fughe di gas), fulmini e altri eventi elettrici specificati nel contratto.
  • La robustezza di Italiana Doppia Fiducia
Italiana Doppia Fiducia è un prodotto di investimento assicurativo rivalutabile che prevede di investire il premio unico iniziale in due gestioni separate. Si tratta di una soluzione d’investimento assicurativo, a premio unico, ideata per offrire opportunità di rendimento an
che agli investitori che non vogliono esporre a rischi i propri risparmi, grazie a una garanzia sul 100% del capitale impiegato e alla differenziazione offerta dalle due diverse gestioni separate utilizzate. La polizza investe il premio unico iniziale secondo la seguente ripartizione: 60% nella gestione separata denominata Serie Speciale Ex Istituto e 40% nella gestione separata Prefin Life. Il contratto è a vita intera, pertanto la sua durata è pari
al periodo compreso tra la decorrenza del contratto e il decesso dell’assicurato. Italiana Assicurazioni non è autorizzata ad estinguere unilateralmente il contratto. Italiana Doppia Fiducia ha come obiettivo quello di proteggere il capitale e ricercare un incremento nel medio periodo.

Da gennaio la pensione minima dell’Inps salirà a 631,50 euro mensili dagli attuali 616,67 euro. L’aumento ci sarà grazie al bonus di 20 euro mensili previsto dalla Manovra 2026 e annunciato ieri dal ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, durante la conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri che ha approvato il ddl bilancio 2026. Del bonus di 20 euro, tuttavia, nelle tasche dei pensionati finiranno poco meno di 7 euro mensili, perché il resto servirà solo a pareggiare l’aumento straordinario del 2,2% che i pensionati hanno ricevuto quest’anno. Tra le altre novità, il ministro ha annunciato anche la sterilizzazione degli aumenti dei requisiti per il pensionamento legati alla speranza di vita. Dal 1° gennaio 2027 ci vorrà l’età di 67 anni e 1 mesi per avere la pensione di vecchiaia; 67 anni e 3 mesi dal 1° gennaio 2028 (come sarebbe dovuto essere già da gennaio 2027).
In tema di sicurezza sul lavoro, il preposto è responsabile dell’infortunio verificatosi durante un’attività preparatoria rispetto a quella assegnata formalmente al lavoratore, se si tratta di una mansione comunque svolta sotto la sua supervisione. E’ quanto è stato affermato nella sentenza n. 32520 del 1 ottobre 2025 della Corte di Cassazione. La vicenda traeva origine dalla sentenza della Corte d’appello di Torino con la quale si confermava la condanna di un preposto e capocantiere per le lesioni riportate da un operaio, caduto da una scala mentre puliva il soffitto prima di un intervento di rifacimento dell’intonaco, in quanto egli non avrebbe correttamente vigilato sull’osservanza delle disposizioni in materia di sicurezza da parte del lavoratore.
Una manovra da 18,7 miliardi di euro, che attinge anche ai fondi del Pnrr per finanziare le misure in favore di famiglie e imprese. Il consiglio dei ministri ha approvato ieri la legge di bilancio del 2026 e il governo è riuscito nell’operazione non semplice di evitare di imporre nuove tasse alle banche, che pure sembravano necessarie, e di trasformare i 4,5 miliardi, comunque chiesti a istituti di credito e assicurazioni, in un contributo volontario. Al termine della riunione, la premier Giorgia Meloni e i due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, si sono presentati in conferenza stampa per annunciare le misure messe a punto. «La manovra vale 18,7 miliardi di euro, è più leggera delle precedenti e tiene conto anche nel quadro complessivo», ha detto Meloni. Dedichiamo alla famiglia circa 1,6 miliardi di euro in più.

corsera

Il conto è salato, 4,3 miliardi di euro per il ’26, altrettanti nel ’27 e un po’ di meno nel ’28. Le modalità non sono ancora chiarissime. Le banche potrebbero rinviare l’incasso di altri crediti fiscali, con un impatto poco rilevante sul loro bilancio. Poi potrebbero liberare le riserve che, invece di pagare la tassa extraprofitti del governo di due anni fa, le banche scelsero di accantonare, pagando un’imposta ridotta, ma comunque penalizzante. È un’opzione volontaria, quindi sarà una scelta delle singole banche. La cosa più pesante, per banche e assicurazioni, è la previsione di una nuova addizionale Irap di due punti, oltre l’aliquota già maggiorata che pagano. È una misura che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha indicato come strutturale, quindi destinata a rimanere nel tempo. Non c’è nessuna garanzia, comunque, che i maggiori costi che sopporteranno non saranno traslati sulla clientela.
Le compagnie assicurative sono abbastanza sicure che a loro non verrà chiesto più di un miliardo di euro. Per le banche, almeno alcune tra le maggiori, come Intesa, Unicredit e Mediolanum l’impatto sarà addolcito dai rimborsi per 1,5 miliardi che lo Stato deve loro per una sentenza Ue sui dividendi, e per i quali ha appostato un fondo ad hoc. Ciò che dà fastidio, semmai, è il metodo seguito dal governo, e lo strumento, perché nel menù ci sono anche interventi fiscali e una nuova sovrattassa, che sarà difficile da smontare in futuro. Il vero rospo da ingoiare è l’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive, che per le banche sale in media al 6,65% e le assicurazioni al 7,90%, quando l’aliquota ordinaria è il 3,9%. Perché l’incremento è consistente, poi soprattutto perché è una tassa, facile da mettere quanto difficile da togliere, come dimostrano tutte le addizionali «temporanee» che gravano sul settore.

In Europa non hanno dubbi: l’esposizione precoce e continua all’educazione finanziaria si traduce in miglioramenti misurabili nel comportamento e nella conoscenza finanziaria. Gli Stati membri dove l’educazione finanziaria è incorporata nel percorso formativo definito a livello nazionale si classificano costantemente tra i migliori in termini di alfabetizzazione finanziaria nelle indagini a livello Ue. E in Italia a che punto siamo? Legge Capitali (la 21 del 2024) ha introdotto una novità rilevante in materia di educazione finanziaria, riconoscendola come parte integrante dell’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole italiane. In realtà si era cominciato a parlare del tema già nell’estate del 2023, tanto che il Comitato per l’educazione finanziaria aveva dato le linee guida per la scuola ancora prima dell’approvazione della legge capitali, che a sua volta nel 2024 aveva convertito una legge del 2023. Da quanto risulta a Plus24, però attualmente l’educazione finanziaria nelle scuole è ancora al palo. La legge prevede infatti che il Ministero dell’istruzione e del merito determini i contenuti dell’insegnamento dell’Educazione finanziaria d’intesa con Banca d’Italia, Consob e Ivass. Ora si attendono le linee operative per i docenti, ai quali dovranno seguire programmi di formazione dedicati. Al momento però manca l’accordo di collaborazione tra ministero e le diverse autorità.
Investimento energy di UnipolSai Assicurazioni SpA è una polizza a vita intera unit linked, che prevede, secondo la tariffa base (U90001UL2), il versamento di un premio unico iniziale la possibilità di versamenti aggiuntivi. Il premio può essere allocato su uno o più fondi interni a gestione attiva rispetto a un parametro di riferimento o a gestione flessibile a VaR controllato. Le prestazioni sono espresse in quote di fondi interni detenuti dal contraente e collegati al prodotto e non c’è garanzia del capitale investito. In caso di decesso dell’assicurato, la società si impegna a corrispondere ai beneficiari un importo pari al controvalore delle quote attribuite al contratto con una maggiorazione decrescente in funzione dell’età dell’assicurato e del tipo di evento.