Di Francesco Sottile.

Si è tenuto lo scorso 16 settembre a Roma il Convegno di Presentazione dell’Osservatorio Itinerari Previdenziali sui fondi pensione nella legislazione italiana “Proposte per lo sviluppo dei fondi pensione: più adesioni nelle micro e piccole imprese e più capitali in economia reale”, nel corso del quale Alberto Brambilla, Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, ha presentato lo studio “I fondi pensione nella legislazione italiana: la sottrazione di capitale all’economia reale e il diritto negato ai lavoratori delle PMI”, avente l’obiettivo di mettere in luce alcune criticità riguardanti la legislazione sui fondi pensione e proporre alcune modifiche normative in modo da favorire maggiormente lo sviluppo degli stessi  aumentando sia le adesioni sia gli investimenti in economia reale italiana.

Fra le criticità vengono in particolar modo richiamate:

 

  • la soppressione del fondo di garanzia per le micro e piccole imprese;
  • l’uso improprio del TFR come contribuzione a una gestione INPS creata ad hoc, il Fondo di Tesoreria;
  • la sottrazione del TFR all’economia reale per le aziende con 50 e più dipendenti;
  • le modifiche peggiorative al sistema delle rendite;
  • il peggioramento della fiscalità
  • le difficoltà nel proporre ulteriori semestri di silenzio/assenso.

A ciò si aggiunge il fatto che l’Italia ad oggi si colloca al 15° posto fra i Paesi OCSE, e al 17° posto con i Paesi OCSE e non OCSE, per quanto concerne il patrimonio gestito nei fondi pensione, pari a circa 267 miliardi.

Brambilla richiama poi tutta una serie di questioni aperte per i fondi pensione, che meritano di essere attentamente analizzate in modo da favorire un processo di sviluppo:

  • Questione Fiscale. Viene evidenziata il diverso trattamento fiscale fra i fondi pensione e i PIR (Piani individuali di risparmio). In particolare,
    • l’imposta sui rendimenti maturati dai fondi pensione, originariamente fissata all’11%, è stata aumentata prima all’11,5% e successivamente al 20%. Inoltre, i fondi pensione sono soggetti a tassazione annuale sul maturato
    • i PIR sono invece esenti dall’imposta sui rendimenti per tutto il periodo di investimento. Se non disinvestiti, l’esenzione è a vita; l’eventuale tassazione avverrebbe solo al momento del riscatto

Da questo punto di vista sarebbero quindi necessarie alcune riforme, fra cui:

    • riportare la tassazione all’11% e spostare la tassazione delle plusvalenze maturate al momento della prestazione finale sull’effettivo realizzato;
    • Prevedere inoltre l’adeguamento (almeno parziale) all’inflazione dell’importo deducibile delle somme versate ai fondi pensione: ad oggi l’importo è fermo dal 2000 a 5.164,57 euro;
    • prevedere un aumento del limite di versamento agevolato per le quote versate dal titolare del reddito per le persone a carico (figli e conviventi).
    • consentire anche ai parenti fino al terzo grado, di poter versare somme, sempre nel limite di deducibilità vigente, a favore di nipoti che aprono il fondo pensione alla stregua di un libretto di risparmio.
  • Valutare che il TFR resti alle imprese, eliminando l’obbligo di versamenti al Fondo INPS
  • Reintrodurre fondo di garanzia per compensare il deflusso di TFR verso i fondi pensione a favore delle PMI fino a 49 dipendenti
  • Incrementare la quota di investimenti dei fondi pensione nell’economia reale
  • Modificare l’attuale schema delle rendite nei fondi pensione (in particolare il meccanismo di conversione del montante), ad oggi inadeguato. Ad oggi, infatti, nelle polizze di ramo I circa il 94% degli iscritti riscatta la polizza in capitale, e nel 2024 il numero delle posizioni trasformate in rendita è stato pari a 4.000, contro le 164.600 in capitale.
  • Prevedere l’obbligatorietà dell’adesione a una polizza collettiva, agganciata al fondo pensione o al fondo sociosanitario la cui adesione è obbligatoria, per l’assicurazione contro la non autosufficienza, in modo da fronteggiare il progressivo invecchiamento della popolazione.

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