Un recente studio a cura di Barbara ROGO, José GARRIDO e Stefano DEMARTIS presenta lo sviluppo di un indice composito ad alta risoluzione per monitorare e quantificare i rischi legati al clima in Italia, dove la complessa variabilità climatica, l’estesa linea costiera e la bassa penetrazione assicurativa evidenziano l’urgente necessità di strumenti, robusti e calibrati a livello locale, per colmare il gap nella protezione contro i rischi del clima.
Basandosi sul quadro metodologico degli indici climatici attuariali esistenti, precedentemente adattato per la Francia e la Penisola Iberica, l’indice integra sei indicatori standardizzati che catturano estremi di temperatura, l’intensità delle precipitazioni, la durata dei periodi di siccità, la frequenza dei venti forti e la variazione del livello del mare.
Vengono inoltre utilizzati i dati orari di rianalisi ERA5-Land e le osservazioni mensili del livello del mare provenienti dai mareografi.
I risultati mostrano una chiara tendenza al rialzo delle anomalie climatiche, con differenziazione regionale e stagionale. Tra tutte le componenti, il livello del mare è quello più fortemente correlato all’indice composito, il che pone in evidenza la vulnerabilità dell’Italia ai rischi legati al mare.
L’analisi comparativa con gli indici europei conferma sia la robustezza sia la specificità del profilo di esposizione italiano, rafforzando la necessità di metriche di rischio peculiari.
L’indice può supportare meccanismi innovativi di trasferimento del rischio, tra cui assicurazioni legate al clima, stress test normativi e pianificazione della resilienza e offrire uno strumento coerente, trasparente e rilevante per le politiche relative alla gestione del rischio climatico in Italia e per contribuire a quadri normativi europei armonizzati.
