Il tema della sostenibilità attrae i giovani e addirittura il 35% di essi la considera un criterio che guida le proprie scelte di consumo e di vita mentre il 18% la interpreta come una sfida di lungo termine e il 17% come un principio da seguire nelle politiche collettive. Anche la conoscenza degli investimenti sostenibili è abbastanza diffusa: il 78% dei giovani ne ha sentito parlare, ma soltanto il 15% dichiara di conoscerli bene. Tra i giovani che conoscono gli investimenti sostenibili, il 28% ha già investito in prodotti di questo tipo. Tra chi invece non li ha ancora scelti, il 43% si dice propenso a farlo in futuro.

E’ quanto emerge dalla ricerca “A prova di futuro: giovani, sostenibilità e investimenti. Tendenze e prospettive”, condotta dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con Doxa. L’indagine, presentata ieri a Milano in occasione dell’evento di apertura delle Settimane SRI, è stata realizzata con il supporto di Banco BPM, EFPA Italia, ENPACL, Generali Italia e con il patrocinio di Fondazione Cariplo. Lo studio si è articolato in una fase qualitativa con interviste in profondità e una quantitativa, che ha coinvolto 1.200 giovani tra i 18 e i 35 anni.

L’approccio alla sostenibilità
Gli ambiti della quotidianità in cui la sostenibilità incide maggiormente sono la riduzione degli sprechi (61%), la mobilità (44%), le scelte di consumo (43%) e le scelte alimentari (36%). Gli aspetti legati alla sfera sociale risultano meno centrali (16%) e le scelte finanziarie sono considerate rilevanti solo dal 13% del campione. Tra le paure e ansie dei giovani per il futuro, la crisi climatica emerge tra le principali, indicata dal 12%, insieme alla salute (17%) e all’indipendenza economica (13%).

L’approccio alla finanza
I giovani mostrano un forte interesse per i temi finanziari: l’88% dichiara di informarsi su questi argomenti. La maggioranza degli intervistati ha una chiara propensione al risparmio: il 70% evita di indebitarsi per spese rilevanti e il 63% preferisce accantonare denaro piuttosto che consumare nell’immediato. Circa l’80% riesce a risparmiare con regolarità, sebbene un terzo metta da parte soltanto una somma compresa tra il 10% e il 20% delle proprie entrate, e oltre un quarto meno del 10%.

Di fronte all’ipotesi di disporre di €1.000 da investire, la maggior parte dei rispondenti (87%) sceglierebbe un prodotto di risparmio o investimento, in vista di progetti e obiettivi specifici (23%) e di spese impreviste (21%). Non è residuale la quota di giovani che investirebbe con l’obiettivo di ottenere rendimenti elevati (19%), mentre il 12% si orienterebbe verso investimenti a basso rischio per conservare il capitale. Un altro 12%, infine, investirebbe per garantirsi un rendimento e, contemporaneamente, finanziare attività con impatti positivi sull’ambiente e sulle persone.

Le decisioni finanziarie sono un percorso condiviso: il 52% preferisce cercare consigli per poi decidere in autonomia, il 43% si affida principalmente a persone di fiducia e solo il 5% dichiara di decidere sempre da solo. Le banche e i consulenti finanziari sono un riferimento centrale (54%), ma il ruolo dei genitori è molto forte (42%).

La finanza sostenibile
La maggior parte dei giovani riconosce che la finanza può rappresentare uno strumento utile per affrontare le sfide ambientali e sociali, seppur con alcune riserve. Solo il 28% crede che abbia un impatto positivo reale, mentre il 39% pensa che possa funzionare solo se supportata da regole chiare e trasparenti. Permane però un certo scetticismo: il 13% associa la finanza sostenibile a operazioni di facciata, come il greenwashing.

La conoscenza degli investimenti sostenibili e responsabili è abbastanza diffusa, seppur con margini di miglioramento: il 78% dei giovani ne ha sentito parlare, ma soltanto il 15% dichiara di conoscerli bene, mentre il 22% non ne ha mai sentito parlare. Tra i giovani che conoscono gli investimenti sostenibili, il 28% ha già investito in prodotti di questo tipo, privilegiando soluzioni che offrano risultati concreti come i fondi a impatto ambientale (32%), i titoli di Stato green (27%), le obbligazioni sostenibili (25%), le polizze vita ESG (25%) e i fondi sociali (25%). In generale, chi ha già investito in prodotti sostenibili si dichiara soddisfatto: il 98% li sceglierebbe nuovamente, il 60% sarebbe disposto a reinvestire somme simili a quelle già impiegate e il 19% potrebbe aumentare la quota allocata in questi prodotti. Tra le caratteristiche più apprezzate figurano i rendimenti (62%) e la loro stabilità nel tempo (67%), oltre che la chiarezza degli obiettivi ambientali e/o sociali e dei relativi risultati (68%).

Tra chi non ha mai fatto investimenti sostenibili, il 43% si dichiara propenso a sottoscriverli, un altro 43% è incerto e solo il 14% non li sceglierebbe. Tra le principali motivazioni che porterebbero i giovani a fare investimenti sostenibili prevalgono la bassa rischiosità (39%) e, a seguire, la presenza di certificazioni rilasciate da enti autorevoli (38%), il contributo concreto a favore dell’ambiente e della società (33%), la chiarezza e comprensibilità delle informazioni (33%) e i rendimenti competitivi (32%). Di contro, i principali ostacoli alla sottoscrizione dei prodotti sostenibili sono di natura informativa: una limitata conoscenza (41%), la mancata comunicazione e proposizione da parte degli operatori finanziari (34%) e l’assenza di informazioni chiare (25%), seguite da dubbi sulla reale sostenibilità (22%).
Intelligenza artificiale e strumenti finanziari digitali

L’intelligenza artificiale è ormai diffusa e parte integrante della quotidianità dei giovani: il 77% ne fa un uso abituale (almeno una volta a settimana) e 1 su 4 dichiara di utilizzarla ogni giorno. Tuttavia, solo il 59% si definisce molto o abbastanza informato sull’IA. Al contempo, emergono preoccupazioni significative: il 65% ritiene che questa comporti dei rischi, soprattutto in relazione all’impatto sociale e lavorativo, alla qualità e veridicità delle informazioni e alla protezione dei dati personali.