La recente chiusura temporanea dell’aeroporto di Monaco, dopo diversi avvistamenti di droni, ha messo in luce non solo la fragilità dell’aviazione europea, ma anche le urgenti carenze nella copertura assicurativa per i rischi emergenti.
Il controllo del traffico aereo ha sospeso le partenze e gli arrivi dopo che sono stati avvistati dei droni in volo, costringendo alla cancellazione di 17 voli e al dirottamento di altri 15. Quasi 3.000 passeggeri sono rimasti bloccati nei terminal, dove il personale ha distribuito coperte e brandine. I voli sono ripresi all’alba, ma l’interruzione è diventata un caso di studio su come dispositivi piccoli e difficili da rintracciare possano causare perdite su larga scala.
“Il recente incidente causato da un drone all’aeroporto di Monaco evidenzia un rischio crescente per il settore dell’aviazione”, ha sottolineato Charles Röbin, partner di Clyde & Co, interpellato dall’Insurance Business UK, sottolineando la difficoltà di attribuire la responsabilità e le sue ripercussioni sulla risposta politica: “Questi incidenti mettono in luce le lacune nell’attribuzione della responsabilità e sollevano interrogativi sulla copertura dell’interruzione dell’attività, che spesso richiede un danno fisico per attivare un reclamo”.
Dopo che incursioni simili che hanno già costretto a chiusure temporanee in Danimarca e Norvegia, Röbin esorta gli assicurati a rivedere le formulazioni alla luce delle perdite non legate a danni: “Con le minacce dei droni che diventano sempre più comuni, è importante che gli assicurati rivalutino il modo in cui le loro polizze assicurative rispondono alle interruzioni non fisiche e prendano in considerazione una copertura più ampia per i rischi emergenti”.
Mentre i legislatori discutono sui poteri di abbattimento e sui sistemi anti-drone, il compito delle assicurazioni è immediato: allineare le condizioni di copertura e le esclusioni con un evento che non lascia tracce fisiche, ma genera perdite finanziarie significative.