I furti sono aumentati nel 2024, quando in Italia sono stati denunciati 155.590 furti in casa (+5,4% rispetto al 2023) e 1.891 rapine (+1,8% rispetto al 2023), mentre l’anno in corso sembra registrare un’inversione di tendenza: i dati provvisori relativi al primo semestre indicano 61.555 furti in abitazione denunciati (-8,6% rispetto allo stesso periodo del 2024).
Secondo la quarta edizione dell’Osservatorio sulla sicurezza della casa realizzato da Censis e Verisure Italia (realizzato con il contributo del Servizio analisi criminale del Ministero dell’Interno), la casa – percepita come un bene prezioso e duraturo, deposito dei nostri beni, dei nostri affetti, delle nostre vite, dei nostri ricordi – può anche diventare il luogo delle preoccupazioni e del disagio, soprattutto quando si vive da soli.
Il 46,8% degli italiani ha paura di sentirsi male in casa e di non essere soccorso e il 33,3% ha paura di essere vittima di incidenti domestici. Un italiano su quattro ha paura di rimanere in casa da solo di notte e più di uno su dieci (11,8%) non è tranquillo a stare a casa da solo durante il giorno.
Sorprende che i giovani tra i 18 e i 34 anni sembrino essere incapaci di vivere con tranquillità la loro solitudine: il 22,3% di loro ha paura a stare a casa da solo di giorno, mentre il 39,4% ha paura a stare solo di notte.
Il 28,6% della popolazione, circa 14 milioni e mezzo di italiani, ha subìto personalmente l’esperienza di un furto all’interno della propria abitazione almeno una volta e altri 8 milioni hanno subito un tentativo non riuscito.
Il furto in casa è di gran lunga il reato che gli italiani hanno più paura di subire: lo mette al primo posto il 59% degli intervistati, lo scorso anno era il 48%. Eppure, i dati relativi al primo semestre del 2025 rivelano come si siano ridotti sia i furti, che sono 61.555 (-8,6% rispetto al primo semestre del 2024) sia le rapine (-11,6%).
Le regioni e i comuni più pericolosi
La presenza di grandi realtà urbane, il degrado socioculturale in cui si trovano alcune zone, le condizioni delle infrastrutture e della rete informatica determinano la maggiore o minore
pericolosità della zona di residenza e della propria abitazione, ma anche la percezione soggettiva del rischio di poter rimanere vittima di reato.
Secondo l’Indice regionale della sicurezza domestica di Censis e Verisure, che valuta sia la
sicurezza della zona di residenza che quella all’interno dell’abitazione, la Regione Marche si conferma per il terzo anno al primo posto nella graduatoria regionale della sicurezza domestica, mentre per la terza volta l’ultima posizione viene occupata dalla Regione Lazio.
Roma è in testa alla graduatoria dei comuni capoluogo con 8.699 furti in abitazione nel 2024, per un’incidenza di 31,7 reati ogni 10.000 abitanti. Al secondo posto è Milano con 3.152 furti in casa, 23,1 per 10.000 residenti. Terza è Torino, dove sono stati denunciati 2.024 furti in abitazione, 23,6 ogni 10.000 abitanti. Al quarto posto Firenze, con 1.803 furti in casa. La graduatoria dei comuni capoluogo costruita in base all’incidenza dei furti sulla popolazione vede al primo posto Pisa, con 75,7 furti in abitazione per 10.000 abitanti, seguita da Modena (57,1) Bolzano (55,5), Udine (53) e Verona (50,3 per 10.000).
Le misure di sicurezza
L’88,8% degli italiani pensa che la sicurezza sia una sfida collettiva, cui contribuiscono lo Stato, che è il perno centrale, le aziende e i privati cittadini e l’84,9% della popolazione pensa che avere dispositivi di sicurezza fa vivere meglio e stare più tranquilli.
L’88,9% degli italiani ha già almeno un dispositivo in casa, il 67,8% ne ha più di uno e il 64,1% pensa che nel futuro destinerà maggiori risorse alla sicurezza domestica. Fondamentale è la porta di ingresso: il 65,3% ha la porta blindata, il 35,1% il videocitofono, l’11,1% ha la serratura elettronica, l’87% non apre mai la porta agli sconosciuti, il 67,1% chiude a chiave la porta anche se è in casa. Quando è fuori casa per vacanze, il 69,2% della popolazione evita di utilizzare i social per pubblicare foto e informazioni, il 53% avvisa i vicini e il 45,6% chiede a qualcuno di simulare la presenza. Infine, il 17,1% rinuncia alle vacanze per non lasciare la propria casa incustodita.
Quasi 5 milioni di italiani hanno un’arma da fuoco in casa e potrebbero utilizzarla. Si tratta di un’ipotesi che non è così improbabile, se si considera che il 52,2% degli italiani pensa che dovrebbe essere consentito dalla legge sparare ad un ladro che è entrato in casa per rubare (78,8% tra chi ha già un’arma da fuoco) e il 20,4% della popolazione sarebbe favorevole a rendere più semplice l’acquisto di armi (valore che è del 41,9% tra chi già possiede un’arma). Inoltre, il 50,9% degli italiani ritiene che i cittadini dovrebbero organizzarsi in ronde e partecipare attivamente al controllo del territorio.
La sicurezza domestica non si deve trasformare in un ulteriore elemento di differenziazione sociale tra chi se la può permettere e chi no: il 59,7% della popolazione sarebbe interessato a dotarsi di un sistema di allarme, ma è convinto che costi troppo, con percentuali che arrivano al 70,9% tra i meno abbienti, e il 60,5% degli italiani non conosce l’esistenza del “bonus sicurezza”.
Il 79,6% della popolazione chiede di poter disporre di sistemi di allarme personalizzati, in cui si combinino più elementi predisposti in base alle specifiche esigenze di ciascuno. Il 75,3% chiede di essere affiancato ed assistito da persone esperte durante tutte le fasi del percorso di protezione da rischio.



