CLIMATE CHANGE
Autore: Leandro Giacobbi
 ASSINEWS 379 – Novembre 2025
DURANTE IL FESTIVAL DELLE ASSICURAZIONI E DELLA PREVIDENZA 2025 SI È AFFRONTATA LA SFIDA CHE IL MONDO IMPRENDITORIALE STA GESTENDO A SEGUITO DELLA NORMATIVA CHE HA IMPOSTO L’OBBLIGO ASSICURATIVO CONTRO LE CALAMITÀ NATURALI. IL MODELLO DI PRODOTTO HA CONTRADDISTINTO IL DIBATTITO
La tavola rotonda del Festival delle Assicurazioni e della Previdenza 2025, dedicata al Decreto Ministeriale n. 18 del 30 gennaio 2025 – che ha introdotto l’obbligo assicurativo per le imprese italiane contro i danni da catastrofi naturali (CAT NAT) – ha offerto un confronto articolato su più livelli.
Tuttavia, un tema si è imposto con particolare rilievo: la definizione del modello di prodotto più efficace per rispondere alle nuove esigenze normative e di mercato.
Da un lato, si è discusso delle polizze stand-alone CAT NAT, concepite come soluzioni assicurative autonome e specifiche; dall’altro, dell’integrazione delle garanzie catastrofali all’interno delle polizze multirischio già esistenti. Due approcci distinti, ciascuno con implicazioni operative ed economiche che richiedono un’analisi approfondita per valutarne vantaggi, criticità e prospettive evolutive.
Unipol ha scelto l’integra zione nel prodotto multirischio
Nel corso della tavola rotonda, Daniela D’Agostino, Chief Property&Casualty Officer di Unipol Assicurazioni, ha evidenziato come l’integrazione del set informativo relativo all’obbligo assicurativo CAT NAT all’interno del prodotto multirischio imprese, già presente sul mercato, abbia consentito, a partire da luglio 2024, di offrire alla rete degli intermediari e alla clientela una soluzione assicurativa completa ed esaustiva.
La tempestività con cui Unipol ha risposto al nuovo scenario normativo ha garantito un margine operativo utile per una diffusione più efficace del rischio, sviluppata attraverso canali multipli: in primis quello degli intermediari, ma anche tramite iniziative mirate rivolte alle associazioni imprenditoriali locali, con l’obiettivo di chiarire e focalizzare i rischi specifici che il legislatore intendeva coprire.
Questa strategia, ha sottolineato D’Agostino, ha aperto la strada a una protezione assicurativa più adeguata alle imprese, in cui la polizza multirischio si configura come lo strumento privilegiato per completare in modo coerente e strutturato la copertura del cliente Unipol.
Qbe italia: polizza stand-al one per semplificare l’adempimento
A questa prospettiva, l’intervento di Andrea Pomar, Legal & Wordings Manager di QBE Italia, ha aggiunto un elemento di rilievo, sottolineando come la clientela corporate di QBE disponesse già di un prodotto property comprensivo di garanzie contro le catastrofi naturali.
Di conseguenza, l’integrazione delle componenti mancanti, per adempiere all’obbligo assicurativo, è stata una scelta naturale e necessaria, in particolare per includere due fattori di rischio assolutamente innovativi: il danno da frana e i terreni da assicurare.
Inoltre, Pomar ha sottolineato come il prodotto stand-alone sia stato progettato per offrire una risposta semplice e immediata ai “nuovi assicurati”, che, in questa fase iniziale, miravano esclusivamente all’adempimento normativo.
Tuttavia, ha evidenziato come sia fondamentale avviare un percorso evolutivo, in cui l’intermediario riveste un ruolo strategico: a partire da quel primo livello di copertura, può infatti cogliere l’opportunità di accompagnare il cliente verso una progressiva estensione della protezione assicurativa.
Lo scenario è complesso
Le due posizioni, assolutamente legittime e oltremodo giustificate, sono state agevolate dalla libertà di azione con cui il legislatore si è attivato sui modelli di prodotto. Infatti, il D.M. ha dato alle imprese di assicurazione ampi margini di autonomia su come strutturare la polizza e, allo stesso tempo, ha imposto per il wording un testo, in molte parti, rigido, pressoché obbligatorio, facendo pensare alla lontana alla “polizza base” del business RC auto.
D’altra parte, il buon senso assicurativo avrebbe suggerito la polizza stand-alone per il solo fatto di facilitare la comparabilità tra le offerte delle varie compagnie assicurative. Inoltre, avrebbe permesso agli operatori (legislatore, imprese, intermediari, riassicuratori e clienti) di conoscere con assoluta trasparenza gli andamenti tecnici della polizza CAT NAT, i tassi e i premi medi, tenuto conto del segmento di clientela coinvolto, che supera i quattro milioni di aziende.
A riprova di questa situazione, va segnalata la relazione del presidente dell’Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni), Luigi Federico Signorini, presentando la Relazione annuale 2024 lo scorso 19 giugno a Roma.
Nel corso del suo intervento, Signorini ha riferito che l’Istituto aveva condotto un’indagine su 46 polizze catastrofali ed emergevano alcune principali criticità: questionari tecnici difficili da compilare per il pubblico non specializzato, definizioni dei rischi non omogenee tra le compagnie, clausole complesse e scarsa chiarezza su limiti ed esclusioni.
È stato inoltre evidenziato l’approccio premiante adottato da alcune compagnie nei confronti dei clienti disponibili ad attuare misure di prevenzione.
Il quadro si complica ulteriormente alla luce delle imminenti novità normative ed operative.
Da un lato, il nuovo portale informativo, alimentato direttamente dalle compagnie assicurative, offrirà a imprese e clienti la possibilità di confrontare in modo trasparente le condizioni essenziali delle polizze contro le calamità naturali.
Dall’altro, il costituendo pool assicurativo CAT NAT, al quale ha già aderito il 75% delle imprese assicurative, promette di facilitare un accesso più efficiente alla riassicurazione.
Conclusione: la sfida è ancora all’inizio
In questo contesto, il mercato sembra orientarsi sempre più verso un business CAT NAT autonomo, nel quale la polizza stand-alone si configura come la soluzione più immediata e operativamente snella.
Al tempo stesso, l’inserimento di un set informativo CAT NAT all’interno delle polizze multirischio rappresenta una scelta altrettanto valida, soprattutto in termini di offerta assicurativa alla clientela. Tuttavia, in fase di liquidazione del sinistro, tale impostazione potrà generare sovrapposizioni tra le diverse sezioni di garanzia, con il rischio di compromettere la trasparenza dell’andamento tecnico.
È probabile che queste novità richiedano alle compagnie un investimento informatico significativo, volto a garantire la piena omogeneità dei dati tra le polizze stand-alone e i set informativi autonomi integrati nei prodotti multirischio.
In parallelo, sarà interessante osservare come evolverà la dialettica tra compagnia, intermediario e cliente, soprattutto in situazioni critiche come la disdetta per sinistro o il riesame del rischio, dinamiche che potrebbero variare sensibilmente in funzione della tipologia di prodotto adottata.
Come è stato unanimemente sottolineato dai partecipanti alla tavola rotonda, la “sfida dell’obbligo assicurativo” è solo agli inizi, e i suoi effetti reali restano, al momento, del tutto inesplorati.
In questo contesto, sarà non solo opportuno, ma indispensabile dotarsi di strumenti capaci di interpretare e monitorare i fenomeni che il nuovo scenario assicurativo è destinato a generare. Con la consapevolezza che questa partnership innovativa tra pubblico e privato non può tradire il suo destinatario principale – l’impresa assicurata – chiamata a sostenere un costo aggiuntivo, rappresentato dal premio della polizza CAT NAT.
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