Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

Il risparmio privato resta il punto di riferimento degli italiani per far fronte a un’epoca caratterizzata da profondi cambiamenti e criticità. Per continuare ad accumularlo, nonostante l’alta inflazione, la precarietà lavorativa e i bassi salari, i risparmiatori cercano sempre di più prodotti in offerta e promozioni, provando a mantenere invariato anche il livello dei loro consumi. Una strategia che sembra rivelarsi vincente considerando che, negli ultimi 12 mesi, la percentuale di famiglie italiane che sono riuscite ad accantonare parte del reddito guadagnato è salita al 48%. Si tratta del dato più alto dal 2001 (nel 2022 era il 43%), ed è stato accompagnato, allo stesso tempo, dalla propensione verso strumenti finanziari più sicuri. Ma nel sondaggio c’è anche un dato allarmante: ben il 64% delle famiglie, ad oggi, non si sente sufficientemente protetto da leggi e controlli, e considera le tutele del proprio risparmio inefficaci.
Lunedì 30 ottobre il gruppo guidato da Carlo Messina ha annunciato l’acquisto della rumena First Bank dal fondo di private equity statunitense J.C. Flowers. Secondo fonti finanziarie, l’operazione dovrebbe valere tra 100 e 150 milioni. First Bank, con un totale attivo di circa 1,5 miliardi di euro, è una banca commerciale con 40 filiali in Romania e si concentra sul servizio alle pmi e alla clientela retail. Negli ultimi anni, First Bank ha dato priorità agli investimenti nella tecnologia digitale, sviluppando una delle applicazioni di mobile banking più apprezzate del mercato.
Unicredit avvia la prima tranche del programma di acquisto di azioni proprie che varrà fino a 2,5 miliardi di euro per non più di 160 milioni di titoli, pari a circa il 9% del capitale sociale della banca. Il buyback è stato autorizzato dalla Bce e dall’assemblea dei soci che venerdì 27 ottobre ha dato il via libera anche al passaggio al sistema monistico.
La risposa del mercato all’assemblea di sabato di Mediobanca è stata netta. Ieri in una seduta piatta, il titolo della merchant bank ha guadagnato quasi il 3,5% a 11,05 euro, migliore performance di Piazza Affari. Assestato il fronte Mediobanca, il focus dei due grandi soci antagonisti è destinato a spostarsi di nuovo sulla principale partecipata (al 13%), Generali. Non è un mistero che l’arrivo nella compagnia giuliana dell’ex cfo di Allianz Giulio Terzariol sia stato seguito con attenzione dai grandi azionisti. Al punto che si specula su incontri propedeutici alla nomina del top manager nordestino, a cui sono state affidate le deleghe core come ceo insurance del Leone.
La novità più recente è che gli attacchi dei cybercriminali sono diretti alle persone più che alle macchine. Una impresa su 7 ha già avuto danni tangibili da attacchi informatici (dati dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection del Politecnico di Milano). È acquisita la consapevolezza delle dimensioni del problema: il 67% delle imprese in Italia rileva un aumento di tentativi di attacco, il 61% ha aumentato il budget per la sicurezza informatica. Il mercato della security è stimato in 1,86 miliardi di euro, cresce stabilmente a due cifre (+15% nel 2021, +18% nell’ultimo anno), e ormai rappresenta la priorità di investimento nel digitale in Italia. Eppure il rapporto tra spesa in cybersecurity e pil è 0,10%, ancora lontano dagli altri paesi del G7. Poi ci sono gli attacchi informatici contro le persone, e sono sempre di più perché molto profittevoli e possono essere fatti su larghissima scala a bassissimo costo.

«Il fatto non sussiste». Non è truffa ingannare il giudice civile nella causa sull’incidente stradale con l’aiuto, ad esempio, di una falsa testimonianza. E ciò perché il provvedimento del giudice ha natura pubblicistica e non può essere assimilato a un libero atto di gestione d’interessi altrui: manca, insomma, l’elemento costitutivo dell’atto di disposizione patrimoniale. Così la Cassazione nella sentenza 43347/23, pubblicata il 26 ottobre dalla seconda sezione penale.
Tutte le imprese (agricoltori esclusi) dovranno assicurare i loro immobili e tutti i macchinari e i beni strumentali per le produzioni in essi contenuti dai danni arrecati da eventi catastrofali, come alluvioni, terremoti, frane, inondazioni ed esondazioni. Chi non lo farà non riceverà più aiuti o ristori pubblici. L’obbligo dovrà essere adempiuto entro il 31 dicembre 2024 e ricadrà su tutte le aziende tenute ad eseguire la registrazione presso la Camera di commercio. L’obbligo di copertura si applica anche alle imprese attive nella trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, anche organizzate come cooperative e associazioni di produttori e non trova applicazione per l’imprenditore agricolo (art. 2135 del codice civile).
La nuova tutela riguarda il personale docente (professori e ricercatori, anche a tempo determinato), i docenti a contratto e i titolari di assegni o contratti di ricerca e opera «per tutti gli eventi lesivi occorsi per finalità lavorative incluso l’infortunio in itinere anche se non collegati con il rischio specifico, con il solo limite del rischio elettivo». E poi gli alunni sia di istituti di istruzione e formazione pubblici che delle scuole non paritarie, compresi i percorsi di alternanza scuola-lavoro (Pcto), della formazione terziaria professionalizzante e della formazione superiore (università e istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica). Sono assicurati anche gli alunni della scuola dell’infanzia. La tutela Inail per gli studenti opera per tutti gli eventi lesivi (infortuni e malattie professionali) riconducibili ai luoghi di svolgimento dell’attività assicurata e loro pertinenze. Sono incluse tutte le attività organizzate e autorizzate dagli istituti scolastici e formativi, dalle attività di mensa ricreative, le uscite didattiche le attività ludico sportive, i tirocini curriculari.

Deutsche Bank ha in programma di dimezzare la rete di filiali di Postbank. Vanno verso la chiusura 250 delle 550 filiali nei prossimi due anni. Nel frattempo sarà potenziata l’offerta digitale.
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Guardano con preoccupazione al momento della pensione, ma non investono in previdenza integrativa: meno di un occupato su cinque sta costruendosi una seconda pensione (19%), e per i giovani si scende al 17% (Indagine Acri-Ipsos). Per i giovani il lavoro è la questione principale: il 58% vorrebbe una situazione lavorativa stabile. Forse per questo per chi ha meno di 30 anni è così difficile costruirsi una pensione integrativa, pur ritenendo che sarebbe importante farlo: tra le ragioni, I motivi principali della mancata scelta, “altre priorità” e la sensazione che sia “troppo presto”.
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