PREVIDENZA

Autore: Maria Elisa Scipioni e Alberto Cauzzi
ASSINEWS 357 – novembre 2023

È uno degli argomenti più discussi in tema di pensioni, soprattutto da quando con la legge di Bilancio 2023 ne è stata modificata la disciplina limitandone di gran lunga la platea delle destinatarie.

Parliamo di Opzione Donna, la facoltà concessa alle lavoratrici dipendenti e autonome di andare in pensione con regole più favorevoli rispetto a quelle ordinarie purché accettino il ricalcolo contributivo sull’intero assegno pensionistico in base all’articolo 1 comma 9 della legge 243/2004 che l’ha istituita.

La legge Maroni prevedeva, fino al 31 dicembre 2015, la possibilità per le lavoratrici con 35 anni di contributi e un’età di 57 anni, se dipendenti, o di 58, se autonome, di accedere anticipatamente al trattamento pensionistico.

L’Opzione Donna, o più correttamente “regime sperimentale donna”, è stato più volte prorogato nel corso degli anni da quando è stato istituito, lasciando invariato il requisito contributivo, ma innalzando quello anagrafico di un anno.

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