L’innovazione tecnologica, la digitalizzazione e la transizione eco-sostenibile stanno avendo un impatto su tutti i settori dell’economia, incluso quello finanziario. Tali cambiamenti stanno riguardando modelli di business, processi e prodotti ma anche l’emergere di nuovi attori del mercato.

Proprio l’innovazione finanziaria è stata il tema centrale dell’evento annuale TOMORROW SPEAKS di CRIF, giunto alla 13° edizione, che quest’anno ha avuto come titolo “Unlimited Innovation with CRIFMetadata”. Un’occasione dove top manager di banche, compagnie di assicurazioni, associazioni di categoria, oltre che delle istituzioni e del mondo accademico, si sono confrontati sul futuro dell’innovazione nel settore in Italia, dialogando su quali saranno i grandi cambiamenti, gli investimenti e le priorità strategiche dei prossimi anni.

Durante l’evento, CRIF ha delineato i trend che potranno guidare l’evoluzione dell’industria finanziaria nei prossimi anni e che caratterizzano un nuovo concetto di innovazione, ovvero un’innovazione “unlimited”, senza confini e costante nel day by day. In particolare, secondo CRIF sono 4 le direttrici che gli attori del settore dovranno abbracciare tempestivamente per fronteggiare la complessità di un mercato destinato a una “illimitata innovazione”.

ESG al centro dell’Agenda Finanziaria

I criteri Environmental, Social e Governance sono già entrati nelle aree del risparmio gestito, nelle politiche del credito, nelle strategie di sviluppo commerciale. La tendenza degli investitori, ad esempio, a considerare non solo i rendimenti finanziari, ma anche gli impatti ambientali e sociali delle loro decisioni di investimento, potrà influenzare l’offerta dei prodotti finanziari che incorporano i criteri ESG.

In questo senso, le aziende saranno incoraggiate a perseguire una maggiore trasparenza divulgando le informazioni sull’impatto ambientale delle loro operazioni, il rapporto con tutti gli stakeholder (compresi i dipendenti) e le pratiche di governance aziendale. Tale centralità di una transizione sostenibile non deriverà solamente da una spinta interna del mercato, ma anche dai governi e dalle agenzie/enti di regolamentazione.

In tale contesto, la tassonomia rappresenterà uno strumento cruciale per definire e classificare le attività economiche in base a criteri ambientali, sociali e di governance, nell’ambito di una valutazione accurata delle attività e degli investimenti che contribuisca a far evolvere tutto il sistema economico e finanziario in un percorso autentico e più rispettoso dell’ambiente e del sociale. Attenzione però al Greenwashing, sottolinea CRIF: tramite dati accurati ed elaborazioni talvolta complesse occorre evitare che la bandiera ESG venga utilizzata in modo improprio e deleterio, non tanto il settore finanziario ma per l’intera comunità.

Cyber, Cambiamento Climatico e Longevità: i “nuovi rischi”

Quanto accaduto di recente in Emilia-Romagna dimostra quanto sia rilevante affrontare il tema del Climate Change, valutando puntualmente i rischi delle imprese e individuando, per tempo, azioni di “remediation” che evitino danni e costi per la società.

Ugualmente evidente a tutti, individui e imprese, è il cyber risk. Le minacce cyber rappresentano un rischio sempre più concreto a cui sono esposti consumatori, imprese e player finanziari. Secondo un’indagine recente di CRIF, nel 2023 il numero di alert inviati sul dark web è aumentato del 18% rispetto a dicembre 2022. Gli hacker stanno concentrando i loro attacchi sugli indirizzi e-mail e le password, mettendo a rischio le credenziali quotidiane di accesso. In Italia, gli attacchi informatici hanno registrato una crescita del 169%, ben al di sopra della media globale del 21% registrata negli altri paesi nel 2022. Il 67% delle grandi imprese ha sperimentato un aumento dei tentativi di attacco rispetto al 2021.

Infine, l’Health & Longevity Risk. Le aziende e gli investitori dovranno obbligatoriamente trovare nuove soluzioni ai rischi legati alla sostenibilità dei programmi di previdenza sociale, alla gestione del risparmio e degli investimenti a lungo termine. Si tratta di cambiamenti profondi nei modelli di business e anche nell’offerta per il cliente, che dovrà far fronte alla crescita della vita media, alla pluralità di esigenze e di target specifici.

Wealth Management: dalla Finanza al Credito

La trasformazione del Wealth Management sta ridefinendo le sue fondamenta, spostandosi da un modello prevalentemente finanziario a uno sempre più orientato al credito. Société Générale e Brookfield hanno lanciato un fondo di “private credit” da 10 miliardi; Wells Fargo e Centerbridge uno da 5 miliardi; Blackstone e Apollo sono sulla stessa strada. Oltre ad essere una strategia benefica per le banche che potranno snellire ulteriormente i propri bilanci, l’entrata in scena di questi operatori porterà innovazione nell’ambito dell’analisi dei dati, degli strumenti e dei processi del credito, fin quando sarà naturale per loro replicare in buona parte approcci e tecniche usuali nella gestione finanziaria. Vedremo una sofisticazione nei sistemi di pricing ed anche di valutazione del rischio di credito. Sebbene l’intelligenza artificiale (Artificial Intelligence) si riveli un elemento indispensabile, è importante sottolineare che da sola non sarà sufficiente.

Sinergia tra Fintech e i player consolidati

Il settore Fintech si è focalizzato nel passato sul mondo dei pagamenti e dell’Open Banking. Ci aspettiamo che assuma un eguale ruolo di stimolo anche per le altre aree di business, in una modalità sempre più integrata con i player tradizionali. Già oggi il 65% delle start-up collabora con istituti bancari o compagnie assicurative e ci aspettiamo che tale strada diventi ancor più consistente, come accadde nel Corporate Venture Capital degli anni ’80.

L’intersezione tra Fintech, investimenti e partnership strategiche sta delineando un panorama finanziario in evoluzione, dove la collaborazione tra attori emergenti e consolidati è essenziale per guidare l’industria verso nuovi orizzonti di innovazione e convenienza per i consumatori.

Inoltre, con l’espansione dell’Open Banking (i 7 Milioni di utenti del Regno Unito, rispetto al milione di Italiani, indica un trend molto chiaro anche se magari non così rapido) si prospetta un futuro di maggiore competizione nel settore bancario e un miglioramento dell’offerta di servizi finanziari personalizzati.  Con investimenti magari più ridotti rispetto al passato ma più focalizzati e produttivi.