Anna Messia
Lunedì 10 ottobre Alleanza Assicurazioni tornerà a riunire agenti e manager a Genova, città dove la compagnia del gruppo Generali è stata fondata 124 anni fa, nel1898. Una convention che, dopo tre anni di stop imposti dalla pandemia, sarà finalmente in presenza con una platea di 700 persone e 11 mila collaboratori collegati via streaming, ai quali il ceo della compagnia del gruppo Generali, Davide Passero, dovrà indicare la rotta in acque agitate, tra borse in rosso, inflazione e ripresa repentina dei tassi d’interesse. Il 2021 si è chiuso intanto con numeri da record: una nuova produzione vita di oltre 3 miliardi e premi totali di 6,5 miliardi rispetto ai 4,5 miliardi del 2017. Pure i primi sei mesi del 2022 sono partiti bene, con una crescita ulteriore del 6% rispetto al 2021, a 1,6 miliardi.

Domanda. Lo scenario, dottor Passero, appare complicato, tra i rischi di una recessione e l’alta inflazione. Cosa dirà ai suoi agenti e collaboratori?

Risposta. Anche tre anni fa, quando tenemmo l’ultima convention in presenza, lo scenario fu stravolto dalla pandemia. Era in 13 febbraio 2020. Qualche giorno dopo sarebbe arrivato il lockdown, ma anche in un contesto imprevisto siamo riusciti a raggiungere gli obiettivi del piano industriale sia nel gruppo sia in Alleanza. Anche questa volta non possiamo scegliere il campo di gioco, ma la strategia da seguire sì. Vogliamo continuare a crescere a questi ritmi anche in un mercato più incerto, come quello attuale nel quale, storicamente, si registra un aumento alla propensione al risparmio, ma le persone preferiscono rimandare le scelte e mantenere liquidi i propri investimenti. In questi casi, visti gli alti tassi di inflazione, è fondamentale fornire una consulenza di valore ai risparmiatori e proporre scelte razionali e non emotive. Proprio in momenti come questi gli operatori professionali devono fare la propria parte. Bisogna guadagnarsi i risultati sul campo, dialogando con i clienti, evitando scelte dettate dall’emotività del momento e pianificando gli investimenti in un’ottica di diversificazione ed di medio-lungo termine. In questa prospettiva si inserisce l’impegno di Alleanza per contribuire ad uno sviluppo diffuso di cultura finanziaria dei cittadini. Anche quest’anno aderiremo al Mese dell’Educazione Finanziaria, che culminerà il 27 ottobre a Roma con la presentazione dell’Edufin Index, la prima edizione dell’Osservatorio di Alleanza e Fondazione Mario Gasbarri, in collaborazione con Sda Bocconi, su consapevolezza e comportamenti finanziari e assicurativi degli italiani.

D. È un dato di fatto però che con la ripresa dei tassi d’interesse i risparmiatori potrebbero tornare a guardare a bond e Btp, trascurando le polizze vita…

R. Per le assicurazioni la ripresa dei tassi d’interesse è un elemento positivo perché consente di ottenere rendimenti più alti dagli investimenti a vantaggio dei clienti. Ma la componente a reddito fisso è solo una porzione di un portafoglio equilibrato, per questo abbiamo ampliato l’offerta. Oggi sta aumentando la percentuale di polizze vita ibride, a più alto contenuto finanziario, che consentono di diversificare e puntare anche sui mercati azionari, real estate, private equity con l’obiettivo di ottimizzare rendimenti e volatilità di portafoglio. L’incidenza degli ibridi sulla nuova produzione vita totale è di oltre il 75%. Solo in questo modo le polizze vita potranno continuare ad essere attraenti anche in un contesto di mercato diverso.

D. State registrando riscatti nel settore Vita?

R. Non c’è un aumento. Sono sostanzialmente in linea con il passato. Mentre nei primi sei mesi dell’anno la nuova produzione Vita è stata pari a 1,6 miliardi, in crescita del 6% rispetto al record del 2021, e in un contesto di mercato che nel frattempo registrava un rallentamento dell’11%. Puntiamo a crescere ancora, mantenendo un indice di Solvibilità, e quindi di solidità, del 265%, tra i più alti del mercato.

D. Tra gli obiettivi indicati da Alleanza nel nuovo piano c’è anche quello di diversificare nel ramo Danni. Quali risultati state ottenendo?

R. Nel triennio 2019-2021 la crescita del settore protezione vita, salute e casa, si è sostanziata in un raddoppio della raccolta che oggi sfiora i 300 milioni. Abbiamo scalato la classifica nel ramo salute: nel 2017 eravamo alla 42esima posizione, nel 2021 siamo arrivati alla 16esima. Dopo la pandemia la sensibilità degli italiani sul salute è cresciuta e Alleanza, con oltre 2 milioni di clienti, ha lanciato due soluzioni di protezione sanitaria che stanno riscontrando successo, come dimostrano i numeri.

D. Secondo la nuova organizzazione di Generali Italia, con la nomina di Giancarlo Fancel a country manager, lei all’incarico di ceo di Alleanza ha aggiunto quello di Country chief marketing & product officer di Generali Italia. Ci saranno maggiori sinergie tra le società assicurative di Generali in Italia?

R. L’obiettivo del gruppo è mettere a fattor comune le migliori competenze di ognuna, nel rispetto delle specificità delle singole compagnie. Alleanza, che ha una rete più simile ad una banca, con dei responsabili di filiale che sono dipendenti della compagnia, ha il suo target di riferimento nel mass market e tra i suoi obiettivi, come detto, c’è quello di diversificare con il ramo Danni, ma non offre Rc Auto per esempio. Generali Italia, invece, lavora in un’ottica di partnership del rapporto tra Impresa-Agente che si rifà ai principi dell’imprenditorialità dell’Agente e quindi la sua autonomia nella organizzazione della propria struttura agenziale. Mentre Genertel è la compagnia diretta del gruppo, che lavora prevalentemente nell’Rc Auto ma sta ampliando l’attività anche a rami Danni alternativi, oltre che al Vita con Genertellife e al canale bancario con gli accordi distributivi. Specificità che devono essere valorizzate, oggi più che mai, tenendo conto della nuova direttiva europea sulla distribuzione assicurativa (Idd2, ndr) che richiede prodotti sempre più focalizzati sulle esigenze effettive dei clienti

D. Tornando ad Alleanza, quali sono le opportunità che vede per la crescita della compagnia?

R. Già oggi Alleanza ha un modello fondato sulla tecnologia digitale ma l’uso dei dati dei clienti è ancora limitato rispetto alle enormi potenzialità. A gennaio di quest’anno abbiamo attivato la funzione di data analytics e alimentato quello che tecnicamente si chiama Data Lake, ovvero il patrimonio dati aziendale unificato che permette la condivisione delle informazioni sui clienti con l’obiettivo di sviluppare algoritmi sofisticati in grado di profilare meglio il rischio, potenziare i servizi di prevenzione e assistenza e personalizzare l’offerta. Sarà il futuro. (riproduzione riservata).
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