Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

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Va esclusa la responsabilità del professionista (nella specie un avvocato) nell’ipotesi nella quale il cliente lamenti un pregiudizio derivante da pretese non incluse nel mandato conferito: emerge dalla sentenza 1127/2022 della I sezione civile del tribunale di Reggio Calabria.
I consumatori italiani chiedono maggiore trasparenza sull’utilizzo e sulla protezione dei dati personali da parte delle imprese. Inoltre, sempre più utenti sono favorevoli all’uso dell’intelligenza artificiale nel trattamento dei dati ma sono preoccupati per l’uso che le aziende ne fanno nella gestione delle informazioni in loro possesso. Ad attestarlo sono i contenuti del Cisco Consumer Privacy report 2022, l’annuale analisi globale relativa alla percezione e ai comportamenti dei consumatori in materia di privacy, secondo cui gli utenti di tutto il mondo si stanno attivando sempre più per incrementare la protezione dei propri dati.
Per costituire una posizione previdenziale presso una cassa professionale serve il versamento del “contributo soggettivo”. Il professionista che paga solo il “contributo integrativo”, pertanto, deve iscriversi e versare i contributi alla gestione separata dell’Inps, per costituirsi una vera e propria posizione previdenziale.
A stabilirlo è la Corte costituzionale nella sentenza 104/2022, illustrata dall’Inps nella circolare 107/2022, mettendo la parola fine sulla dibattuta questione (oltre 15 anni in ogni sede, sia amministrativa che giudiziaria) tra avvocati e Inps, con i primi a sostenere di non dover pagare i contributi all’Inps e l’Inps, invece, a pretendere il contrario.
Un’impresa italiana su tre è esposta al rischio di perdite economiche significative a causa di fenomeni naturali. Nei prossimi 30 anni tali perdite aumenteranno di circa il 10% e, nel 2050, il 7% delle aziende sarà a rischio perdite per ondate di calore, con punte fino al 55% nel Sud Italia. È lo scenario delineato in uno studio condotto da Crif – Red, che analizza gli impatti dei rischi naturali e dei cambiamenti climatici sulle aziende a supporto delle compagnie assicurative.
Nel terzo trimestre del 2022 è rimasta stabile l’incidenza dei pagamenti puntuali delle imprese italiane, confermando i risultati raggiunti nei tre mesi precedenti, ma gli effetti dell’inflazione, degli aumenti dei prezzi delle materie prime, delle tensioni macroeconomiche e geopolitiche faranno sentire la loro influenza negativa sui termini di pagamento delle imprese nei mesi finali dell’anno.
Esportatrici, di grandi dimensioni e attive nei comparti alimentare, moda e arredamento. È l’identikit delle imprese italiane che stanno risentendo più di altre dei contraccolpi della crisi energetica e delle tensioni geopolitiche. A generare le maggiori difficoltà, per quasi la totalità delle imprese esportatrici (90%), l’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia, un problema sentito in misura paritetica anche dalle realtà imprenditoriali che non vendono oltre confine. Per sostenere la propria competitività, intanto, il 21% delle aziende dedite all’export si è già attivato per utilizzare le risorse del Pnrr (contro l’11% di quelle che si limitano al mercato interno italiano).
I nuovi metodi di pagamento digitali, come quelli istantanei, con valuta elettronica, su mobile e tramite portafogli digitali, nonché i servizi di online banking e QR code, rappresenteranno, entro il 2026, circa il 28% del totale delle transazioni non in contanti, rispetto al 17% registrato nel 2021. Una crescita che testimonia la fame di innovazione da parte delle imprese. La stima è contenuta nel World payments report 2022 di Capgemini.

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  • Dal nido alla laurea far studiare un figlio costa 130mila euro
Accompagnare una figlia o un figlio dal nido alla laurea, perché si realizzi. Il desiderio di molti genitori, che farebbero bene ad attrezzarsi: il sogno costa dai 53mila ai 700mila euro. La premessa è che studiare paga. Secondo lo University report dell’Osservatorio Jobpricing, in Italia una laurea assicura un +45% in busta paga: 12.800 euro in più di un non-laureato. Ma formarsi è un percorso più ampio, che sempre più contempla di possedere le famose soft skills. Competenze quali «capacità di risolvere problemi» e «pensiero critico» che per il «Future of Jobs report» del World economic forum sono in cima alle qualità necessarie ai «lavoratori di domani». È su queste basi che Moneyfarm, società d’investimenti, ha fatto i conti in tasca alle famiglie disegnando quattro percorsi formativi col relativo impegno economico. In media bisogna mettere in conto 130mila euro di budget, 6-7mila l’anno. Ma è un bilancio elastico, in cui le singole voci possono variare assai: basta pensare che si passa dai 60mila euro per una laurea magistrale a Napoli (costo della vita e sfizi inclusi) a 572mila per un Mba a New York. O che giocare a calcio tra i 3 e i 19 anni, tra scarpini e tesseramenti, presenta un conto da 12mila euro.

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  • Le manovre di Axa e Agricole su Mps e Banco Bpm alla prova dei sovranisti
I gruppi francesi cercano di rinsaldare i rapporti con gli istituti italiani, sottoscrivendo quote o candidandosi come partner. Un approccio lento ma costante che ha causato malumori nel partito di Giorgia Meloni. L’ imminente ingresso di Axa nel capitale sociale di Banca Monte dei Paschi di Siena non fa che confermare che il mondo della finanza è spesso segnato da clamorosi ritorni di fiamma. Il gruppo assicurativo francese, nell’ottobre di cinque anni fa, era di fatto scomparso dai radar delle soglie rilevanti dell’azionariato dell’istituto di Rocca Salimbeni, a seguito del salvataggio che aveva proiettato il Tesoro al controllo (64% oggi). Al contrario, ora Axa si prepara a rientrare in scena da protagonista nella nuova iniezione di risorse da 2,5 miliardi complessivi. Lo ha dichiarato nei giorni scorsi il vice amministratore delegato (deputy ceo), Frédéric de Courtois: «Parteciperemo fino a 200 milioni ». Le due società comuni a partecipazione paritetica Axa Mps Danni e Vita, con le quali di fatto oggi Monte Paschi propone prodotti assicurativi sono, infatti, il frutto di una collaborazione definita dalle parti «strategica», avviata nel 2007 e rinnovata, a fine 2016, per altri cinque anni da oggi. Un’unione di intenti sull’asse Italia-Francia che non è stata scalfita nemmeno dall’ingresso – avvenuto nel 2016 con la conversione di obbligazioni subordinate – delle Generali nel capitale senese. E il gruppo del Leone, nel frattempo sceso sotto il 3% di Mps e in apparenza poco propenso a prendere parte alla nuova ricapitalizzazione, non solo figura da sempre tra i concorrenti di Axa, ma periodicamente viene indicato come possibile “preda” della compagnia francese. Tali voci sono state smentite nei mesi scorsi sia dal numero uno delle Generali, Philippe Donnet, sia da quello di Axa, Thomas Buberl.
  • La maratona delle polizze vita da 15 anni al top del risparmio
Una ricerca dell’Ivass rivela che dalla crisi finanziaria del 2007 al 2021 i prodotti assicurativi hanno battuto in termini di raccolta netta cumulata i fondi comuni italiani e le gestioni patrimoniali. Tra i motivi c’è il successo delle “Ramo III”. Nel risparmio gestito, nel lungo periodo a vincere la gara della raccolta sono state le polizze vita. A elaborare una serie di specifiche statistiche è stato Riccardo Cesari, membro del consiglio di amministrazione dell’Ivass, l’organismo di controllo sulle assicurazioni, che le ha presentate nel corso di un recente convegno. Il periodo preso in considerazione è stato quello degli ultimi turbolenti 15 anni, quelli che vanno dal 2007 – anno in cui cominciò la crisi finanziaria mondiale – al 2021. In mezzo c’è stata la crisi dei debiti sovrani (2011), che ha colpito particolarmente l’Italia facendo cadere il governo Berlusconi, sostituito da quello tecnico di Mario Monti. E poi, ancora, il pericolo deflazione negli anni successivi, per finire alla pandemia del 2020 e alla relativa ripresa del 2021.
  • La fionda di MutuiOnline contro il gigante Amazon
Il colosso Usa ha annunciato il lancio nel RegnoUnito di un portale di comparazione delle assicurazioni casa. Amazon non è un novellino del settore: già in India opera come comparatore nelle polizze auto e se entrasse nei mercati Ue diventerebbe un concorrente per la società italiana, 318 milioni di ricavi 2021, proprietaria diSegugio.it. Equita in una nota osserva che i ricavi di Mol nell’insurance broking sono previsti salire al 20-25% del totale nel 2023-2024, grazie anche all’acquisto di Lelynx in Francia e Rastreator in Spagna. Le armi che potrebbero aiutare Mol a opporre resistenza sono le normative Ue sempre meno “big tech friendly”, la forte riconoscibilità dei propri marchi nei tre mercati, i risultati già ottenuti nell’e-commerce (con Trovaprezzi.it),dove Amazon è ovviamente inavvicinabile.
  • Caro-energia e prezzi alti l’auto elettrica è già in crisi
Italia fanalino di coda in Europa: a settembre le vendite di veicoli a batteria sono crollate di oltre il 40% su base annua (-34,8 per cento nell’intero terzo trimestre). In calo anche le plug in ibrideN on c’è incentivo che tenga. Le vendite di auto elettriche sono entrate in crisi in Italia. E la fetta più grande dei soldi stanziati dal governo Draghi per sostenere l’acquisto delle full electric e delle ibride plug-in è rimasta inutilizzata: oltre 142 milioni per le prime e più di 151 milioni per l’altra categoria. Ora si vedrà se con l’apertura al noleggio e con l’introduzione dell’extra bonus del 50%, solo per i redditi Isee inferiori ai 30 mila euro, i fondi rimasti sulla piattaforma del Mise si esauriranno velocemente. Gli operatori del comparto auto e gli addetti ai lavori hanno molti dubbi.
  • Il cambiamento climatico diventa il rischio più temuto
Per la prima volta è la principale preoccupazione in tutte le regioni del mondo e tra ogni segmento di popolazione, secondo il “Future risk Report 2022”: la nona edizione viene presentata oggi a ParigiP iogge intense, trombe d’aria, alluvioni, siccità e frane. Le cronache riportano ormai con regolarità i casi di eventi atmosferici estremi. Tanto in Italia, quanto all’estero, i fenomeni un tempo eccezionali oggi sono diventati la norma, con tutto ciò che ne deriva in termini di vittime e di danni economici. L’accelerazione negli ultimi anni è stata tale da non poter suffragare la tesi di quanti attribuiscono la crescente frequenza al caso. Secondo l’ultima analisi dell’Ipcc (Intergovermental Panel on Climate Change), il comitato Onu sul clima, “l’influenza dell’uomo sui cambiamenti climatici è indiscutibile” e stiamo andando verso un aumento della temperatura media del globo fino a 4/5 gradi entro fine secolo, a causa della continua crescita e concentrazione delle emissioni di gas a effetto serra come il biossido di carbonio, il metano e il protossido di azoto. Il “Future Risks Report 2022”, la cui presentazione è in programma oggi a Parigi e che questo giornale ha visionato in anteprima, segnala che il cambiamento climatico è in cima alla classifica dei rischi. Lo studio, curato da Axa in collaborazione con Ipsos ed Eurasia, è un indicatore di grande rilevanza perché aiuta a comprendere come cambiano nel tempo il percepito delle persone comuni e le preoccupazioni degli addetti ai lavori in merito alle principali minacce che possono impattare sulla società.
  • “Regole e pragmatismo così si protegge il pianeta”
Da una nuova governance al coinvolgimento delle grandi città durante Cop27 il pacchetto di proposte elaborato da cinquanta specialisti, tra cui quelli di Axa“L a consapevolezza dei danni prodotti dai cambiamenti climatici è ormai diffusa, ma non basta. Occorre una governance diversa da quella fin qui adottata per agire subito e farlo con azioni efficaci». Francesco Grillo, visiting professor presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e a capo di Vision and Value, think thank sul pensiero strategico, sintetizza così lo spirito che ha portato nei giorni scorsi a organizzare tra Bolzano e Trento la prima Conferenza delle Dolomiti sulla Governance globale dei cambiamenti climatici. Un evento internazionale, con Axa nel ruolo di main corporate partner, che ha chiamato a raccolta 50 grandi nomi – tra decision makers, imprenditori, manager, scienziati e giornalisti – per tre giorni di discussione e confronto su come riformare gli strumenti globali per affrontare il cambiamento climatico. L’appuntamento, che verrà riproposto tutti gli anni diventando una sorta di Davos (dal nome della cittadina delle Alpi svizzere, che ogni primavera ospita il World Economic Forum) del clima, si è svolto attraverso sessioni plenarie e working group, che hanno affrontato la sfida climatica nelle sue diverse declinazioni: dalla transizione energetica alla mobilità, dallo sviluppo sostenibile delle città a quello del settore agrifood, dal ruolo della finanza a quello dei media e del mondo universitario e della ricerca, approfondendo la dimensione politica e geopolitica della lotta al surriscaldamento globale.

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  • Quasi 3.000 morti sulle strade in un anno. L’Italia peggio della media europea
L’obiettivo che si è data l’Unione Europea due anni fa è ambizioso, al limite dell’utopia: raggiungere nel 2050 le «zero vittime» per incidenti stradali. Il traguardo è ancora lontanissimo, non solo in Italia. Nel 2021, anno ancora anomalo dopo il 2020 segnato dal lockdown, nel nostro Paese sono morte 2.875 persone, 204.728 i feriti, 151.875 gli incidenti con lesioni. Una strage. Di fatto si è tornati ai livelli del 2019, l’ultimo pre-pandemia. Un bilancio fatto di luci e di ombre. Negli ultimi vent’anni i numeri indicano una costante diminuzione (nel 2001 le vittime erano state 7.096, dieci anni dopo 3.860), ma il calo è rallentato dopo un primo decennio che aveva fatto ben sperare. Secondo l’ultimo rapporto Istat, nel 2021 le vittime tra i motociclisti sono state 695, 471 tra i pedoni, 67 i ciclomotoristi, 229 tra ciclisti e utilizzatori di monopattini elettrici. Il numero maggiore in assoluto (1.192) tra gli occupanti di autovetture, 169 invece i deceduti sui mezzi pesanti (l’unica categoria che segna una crescita rispetto al 2019). Le vittime sono più uomini (l’83,3%) che donne (16,7%), soprattutto nelle fasce d’età 45-59 e 20-24 tra i primi, 70-84 e 20-24 tra le seconde. Colpisce il numero dei bambini o adolescenti: l’anno scorso hanno perso la vita 28 minori sotto i 14 anni, 146 ragazzi tra i 15 e i 19 anni. Anche tra i feriti, un terzo (30,3%) riguarda giovani tra i 15 e 29 anni, con un calo negli anni più contenuto rispetto ad altre classi d’età.

  • Pensioni, c’è tempo. Non ri-aprite quella finestra
La legge di bilancio per il 2023 deve essere inviata a Bruxelles entro il 10-15 novembre. I tempi stringono e i problemi incombono; tra questi, subito dopo il caro energia e l’inflazione, vengono le pensioni. Per queste ultime, al contrario di quanto si ritiene, l’attenzione si deve porre sulle eccessivamente basse età di pensionamento che nel tempo producono poveri, effetti negativi sul rapporto attivi/pensionati e sui saldi di bilancio. Iniziamo con le età di pensionamento viste le «stravaganti» proposte che stanno emergendo. Nel 2021 per effetto di provvedimenti quali Quota 100, Opzione donna, Ape sociale e agevolazioni per i precoci, l’età media effettiva alla decorrenza della pensione di anzianità (anticipata), che secondo le norme si dovrebbe ottenere con 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne), scende ulteriormente a 61,8 anni per gli uomini (era di 62,5 nel 2019) e resta a 61,3 anni per le donne (era di 62,4 nel 2019). Nella media maschi-femmine, l’età effettiva della pensione anticipata diminuisce ancora a 61,6 anni, era 62,2 anni nel 2019. Certo, restiamo in cima alla classifica per le età di quiescenza legale con 67 anni, ma finiamo in fondo alla classifica Ocse per età effettiva e i trattamenti anticipati pesano per oltre il 50% sul totale della spese per gli assegni di invalidità e vecchiaia.
  • Europa, PMI e capitale umano
Per Generali sarà una settimana caratterizzata dalla partecipazione a due eventi di portata continentale dedicati a capitale umano e piccole medie imprese

  • Bancarotta, responsabilità soft per l’amministratore senza deleghe
  • Pensioni, «quota 41» con 61 o 62 anni di età