Anna Messia
Le polizze vendute allo sportello continuano a valere oro e i pretendenti si accalcano. In Italia, a oggi, non c’è stato un unico modello vincente: sia le partnership stipulate tra banche e assicurazioni, sotto forma di joint venture, come Axa con il Monte Paschi, sia l’alternativa in cui l’istituto bancario abbia creato internamente una propria compagnia assicurativa, come nel caso di Intesa Sanpaolo, hanno dimostrato di poter dare ottimi ritorni. Quel che è certo è che la polizza assicurativa venduta allo sportello continua a fruttare, sia alle compagnie che collocano le loro polizze nelle filiali sia ai distributori che per quella modalità di vendita incassano laute commissioni. Prova ne è l’interesse immediato che stanno riscuotendo le gare annunciate dalle banche negli ultimi mesi per individuare nuovi partner nelle polizze. La più calda è quella che si è aperta intorno a Banco Bpm (affidata a Lazard e Citi) interessata in particolare a trovare nuovi alleati nel ramo Danni, con le francesi Axa e Crèdit Agricole pronte a competere in un derby tutto transalpino che, secondo gli analisti potrebbe valere tra 250 e 300 milioni di euro. Ma anche Iccrea sarebbe ormai pronta a lanciare una competizione per rimettere in gara le sue polizze oggi affidate a Cattolica Assicurazioni, nel frattempo conquistata dalle Generali. Anche in questo caso si tratta di un’operazione che farebbe gola a molti, compresa la stessa compagnia triestina. Mentre, lo scorso luglio, per vendere la propria partecipazione (49%) in Cnp Vita Assicura (ex Aviva), a Cnp Assurances, Unicredit ha incassato 500 milioni di euro e ha contemporaneamente sottoscritto un secondo contratto per incrementare la propria partecipazione in Cnp Unicredit Vita, dal 38,8% al 45,3% 70 milioni di euro, con Cnp Assurances che manterrà il 51%. Transazioni ad alto valore che tengono alto l’interesse sul settore.

Il futuro è nei danni. In ogni caso è nel ramo danni che sembrano esserci le maggiori opportunità di crescita del business in Italia, come spiega Nicola Panarelli, EY Italy Financial Services Consulting Leader, anche se per ora il giro d’affari è molto limitato. La Penisola è il secondo mercato europeo per la raccolta totale nel ramo Vita, ma è al penultimo posto se si guarda al ramo Danni e le potenzialità di sviluppo coinvolgono chiaramente anche la bancassicurazione. «In Francia la raccolta media delle polizze Danni vendute allo sportello è 6-7 volte più alta dell’Italia», spiega Panarelli, segnalando un trend di crescita positivo nella Penisola «Tre anni fa la quota di polizze danni vendute allo sportello era pari a circa il 5% salita oggi all’8% del totale, pari a circa 2,5 miliardi», aggiunge. Mentre nel ramo Vita le banche hanno già in mano più della metà del giro d’affari con una raccolta percentuale del 55-56% rispetto ai 58 miliardi complessivi. Non è probabilmente un caso se, almeno per ora, Banco Bpm abbia deciso di mettere a gara solo la partnership nel ramo Danni, dopo che a lungo si era parlato di una possibile internalizzazione del business assicurativo per l’istituto guidato da Giuseppe Castagna, sul modello di Intesa Sanpaolo che in questi anni ha raggiunto la prima posizione nella bancassicurazione Danni, grazie alla controllata Intesa Assicura (con 1,4 miliardi di premi nel 2021) e la terza posizione nel comparto Vita (con 14,2 miliardi). «A differenza della Francia, dove quasi tutti le banche distribuiscono le polizze di proprie assicurazioni, secondo un modello captive, in Italia sussistono strutture diverse che continuano a coesistere con buoni risultati», aggiunge Panarelli sottolineando che «per tutti è però obbligata la strada degli investimenti tecnologici, con i consulenti che, vista l’ingente chiusura di filiali bancarie registrata negli ultimi anni, 11 mila in 10 anni, devono operare sempre di più in mobilità, raggiungendo il cliente che sempre più raramente si reca allo sportello».

Quanto rende lo sportello. Ma quanto valgono oggi i principali accordi bancassicurativi italiani? Guardando i numeri 2021 dei primi sette operatori di mercato emerge che, nel ramo Vita, il primato tra premi lordi incassati rispetto al numero di sportelli complessivi spetta a Unicredit, con un rapporto di 7,2 milioni per filiale. La banca guidata da Andrea Orcel, che come partner allo sportello ha sia i francesi di Cnp sia i tedeschi di Allianz, operando tramite joint venture, a fine 2021 aveva 14,9 miliardi di premi (seconda alle spalle di Poste Vita, con 17,6 miliardi di premi) collocati in 2.059 sportelli. Seguita da Bnl Bnp Paribas, quarta per premi complessivi (4,9 miliardi) che con 704 filiali ha un rapporto di 6,9 milioni per sportello, che ha optato invece per un modello captive, collocando le polizze della compagnia del gruppo Bnp Paribas Cardif Vita. Anche in termini di commissioni assolute incassate il primato spetta a Unicredit con 900 milioni, seguita da Poste Italiane con un valore di 500 milioni. Nel caso del comparto bancassicurativo Danni il primato della produttività per sportello è invece di Intesa Sanpaolo con 1,4 miliardi di premi distribuiti in un totale di 3.740 filiali per un rapporto di 380 mila euro milioni a sportello e in secondo posizione c’è sempre Bnl Bnp Paribas con 200 milioni di premi per 704 sportelli e un rapporto di 230 mila euro a sportello. Il primato delle commissioni spetta, anche in questo caso, a Unicredit, con 900 milioni incassate nel 2021 nel comparto Danni. «Con la pandemia il mercato ha subito un leggero rallentamento ma il recupero è in atto», conclude Panarelli. E qualche operatore ha iniziato a esplorare nuove strade che vanno oltre la classica bancassurance allo sportello: a inizio anno, Unicredit e Allianz, rinnovando la partnership internazionale che include anche l’Italia, hanno annunciato di voler crescere pure nell’insure-banking, consentendo all’istituto guidato da Orcel di offrire i propri migliori prodotti bancari ai clienti attraverso open platform della compagnia assicurativa tedesca in Germania, Italia e altri Paesi. (riproduzione riservata)
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