L’EBA LANCIA L’ALLARME MUTUI. SU PURE I TASSI AGEVOLATIdi Bruno Pagamici
Sistema del credito e delle imprese in allarme. Dopo le preoccupazioni espresse dall’Autorità bancaria europea (Eba) per l’aumento dell’inflazione in vista di una probabile recessione, da un lato, e l’ingorgo di cartelle esattoriali in arrivo per debiti fiscali pregressi in concomitanza con la scadenza delle rate dei mutui garantiti al 100% contratti ai tempi del Covid, dall’altro, banche e imprese si trovano in un corto circuito che potrebbe condurre ad una carenza di liquidità aziendale aggravata da un’imminente stretta sul fronte del credito.

I timori in questo senso sono suffragati anche dal fatto che dal 1° settembre 2022 al 1° novembre di quest’anno il tasso di riferimento, legato alla determinazione dei tassi d’interesse compresi quelli applicabili ai finanziamenti agevolati concessi dallo Stato, passerà dall’1,7% al 2,49% (come stabilito dal decreto Mise del 14 ottobre 2022).

I timori di banche e imprese. Nella nota del 10 ottobre l’Eba ha espresso le sue preoccupazioni sia per l’aumento dell’inflazione a livello Ue in vista di una probabile recessione, sia per le esposizioni bancarie per mutui ipotecari garantite da immobili residenziali in presenza dei primi segnali di deterioramento della qualità degli stessi asset finanziati. La raccomandazione dell’Eba alle banche è pertanto quella di predisporre congrui accantonamenti in previsione di perdite su crediti.

Dall’altro le imprese si trovano di fronte ad un accavallamento di impegni per un doppio ordine di cause: sul fronte bancario il periodo di preammortamento dei mutui garantiti al 100% dal Fondo Pmi (e per quelli garantiti al 90 e all’80%) contratti ai tempi del Covid sta giungendo al termine per la stragrande maggioranza delle imprese mutuatarie e per queste sta iniziando il rimborso della rata piena (capitale più interessi); sul fronte fiscale, sempre causa Covid, i debiti tributari pregressi maturati in quel periodo si stanno materializzando ora attraverso l’arrivo delle cartelle esattoriali.

La nota dell’Eba. Sulle esposizioni immobiliari residenziali delle banche dell’Ue e quindi del nostro Paese, l’Eba si dice preoccupata per il repentino deterioramento del contesto macroeconomico e per la probabilità di andare incontro ad una recessione economica. Tali previsioni negative sono legate alle elevate pressioni inflazionistiche e al conseguente aumento dei tassi di interesse che stanno facendo lievitare il costo della vita senza corrispondenti aumenti del reddito (con probabili riflessi negativi nei confronti delle famiglie a basso reddito e altamente indebitate).

In presenza dei primi segnali di deterioramento della qualità degli immobili a garanzia dei mutui ipotecari accordati, soprattutto a causa dell’incertezza geopolitica e della crisi energetica, secondo l’Eba autorità di vigilanza e banche dovranno monitorare da vicino l’andamento del mercato e dei portafogli ipotecari, rilevando tempestivamente i prestiti che difficilmente saranno rimborsati e accantonando adeguatamente le presumibili perdite su crediti.

Le cartelle del fisco. In seguito al congelamento dei debiti erariali durante il periodo del Covid, l’attività di riscossione da parte dell’Agenzia delle entrate ha ripreso a pieno ritmo, causando un ingorgo di scadenze e pagamenti relativamente ai debiti pregressi, ai quali si aggiungono quelli relativi alle normali scadenze di imposte e tributi in scadenza fino a novembre.

Le rate dei mutui. I mutui concessi durante il periodo del Covid con la garanza del 100% da parte del Fondo Pmi (per quanto riguarda i mutui inizialmente accordati per 25.000 euro, importi poi estesi fino a 30.000 euro), stanno esaurendo quasi per tutte le imprese mutuatarie la fase del preammortamento e quindi la fase in cui si potevano rimborsare i soli interessi.

Gli impegni nei confronti delle banche si stanno pertanto appesantendo in quanto le rate da rimborsare, finito il preammortamento, sono comprensive sia di capitale che di interessi.
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