Saranno rinnovate le attuali disposizioni sul pensionamento anticipato in scadenza; da rivedere il reddito di cittadinanza. In ambito pensioni e lavoro, il dato più concreto del discorso di ieri del nuovo presidente Giorgia Meloni riguarda il facilitare la flessibilità in uscita, obiettivo a cui ha posto come punto di partenza il rinnovo delle disposizioni di pensionamento anticipato in scadenza a dicembre, annunciato per la prossima legge di bilancio. Si tratta di tre regimi specifici: Quota 102 (pensionamento a 64 anni, con 38 di contributi), Opzione donna, (uscita a 58 anni, con 35 anni di contributi nel 2021) e Ape sociale (indennità slegata da requisiti di anzianità anagrafica riservata a casi specifici come lo svolgimento di mansioni gravose). Sul sistema pensionistico contributivo, invece, viste le incombenze, Meloni ha rimandato al futuro le misure per le giovani generazioni, senza negare la pericolosità relativa all’ignorare tale «bomba sociale». Sul reddito di cittadinanza il presidente ha parlato di «sconfitta» per chi è in grado di lavorare, intendendo mantenere simili agevolazioni solo per pensionati, invalidi e privi di reddito con figli minori a carico. Per tutti gli altri, invece, Meloni preferisce «la formazione e l’accompagnamento al lavoro, anche sfruttando appieno le risorse e le possibilità messe a disposizione dal Fondo sociale europeo». Spazio anche ai lavoratori autonomi, categoria di lavoratori sulla quale Giorgia Meloni ha dichiarato di voler intervenire con tutele adeguate non precisate, ma che non si discostino da quelle già garantite ai dipendenti.
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