DA INIZIO ANNI I VOLUMI DEL RAMO DANNI SONO SCESI DELL’8%. SALE IL COSTO DEI SINISTRI

di Anna Messia
Le compagnie di assicurazione hanno dimostrato di saper chiudere bilanci in positivo e in crescita anche negli anni più bui della pandemia ma ora le sfide, tra inflazione al 7,5% e rallentamento dell’economia, si sono fatte addirittura più complicate. L’industria, come dichiarato ieri dalla presidente di Ania, Maria Bianca Farina, nel corso seconda edizione dell’Ania Insurance Summit è pronta a fare la sua parte per sostenere famiglie e imprese in questa nuova fase di incertezza economica e politica, ma è innegabile che gli effetti negativi potranno pesare anche sui i conti delle stesse compagnie, che nelle prossime settimane inizieranno a preparare le relazioni sull’andamento dei primi nove mesi del 2022. «Il rallentamento economico e il contesto di alta inflazione pesano sulle assicurazioni», ha spiegato Farina. Il rallentamento della crescita, in particolare, porta in genere ad una minore domanda di coperture. «Nei rami danni, la più alta inflazione, inizia a manifestarsi nell’aumento dei costi dei sinistri, mentre il processo di adeguamento delle tariffe assicurative è, data la natura del business, più lento e graduale», ha aggiunto. Anche il settore Vita vede accrescersi le sfide: «Oltre a una riduzione della domanda, alcuni assicurati potrebbero trovarsi nelle condizioni di liquidare gli investimenti e questo avrebbe effetti negativi sull’afflusso di risorse e, soprattutto, sull’ordinata gestione del portafoglio titoli, che peraltro risente di forti perdite sulle obbligazioni e sulle azioni, con riflessi nei conti economici», ha spiegato ancora la presidente di Ania. Nel complesso, da inizio anno, il ramo danni sta registrando una riduzione dell’8% contro il 12% di quello vita. Proprio il ramo Vita, in particolare, considerando le minusvalenze latenti e le riduzione della raccolta, ha raggiunto una profittabilità corrente negativa ha sottolineato il presidente di Ivass e direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, intervenuto all’Ania Insurance Summit. E sul fronte del monitoraggio mensile della liquidità, effettuato dall’autorità di controllo, si registra un aumento del rapporto tra riscatti e premi al 10% rispetto al precedente 7%. «Anche se non ci sono motivi di preoccupazione», visto tra l’altro che l’indice medio di solvibilità del settore è del 257% (oltre 2,5 volte il minimo richiesto) «le aziende dovrebbero monitorare attentamente l’andamento liquidità ed essere preparato a possibili cambiamenti di scelte degli assicurati», hanno sottolineato dall’istituto di controllo. Mentre, Fabio Cerchiai, tornato nei giorni scorsi alla presidenza di Febaf, la federazione banche assicurazioni e finanza, ha scelto la strada dell’ottimismo ricordando che «l’esperienza del passato ci dice che le criticità sono state sempre superate» e l’importanza di un partenariato «tra pubblico e privato per far fronte a nuove variabili». (riproduzione riservata)

Rc Auto, l’aumento delle tariffe sarà inevitabile
di Anna Messia
«L’inflazione sta inevitabilmente impattando sul costo dei sinistri. Un incremento che in parte potrà essere riassorbito da un aumento dell’efficienza del sistema assicurativo ma nel tempo è possibile immaginare un rialzo delle tariffe Rc Auto». Parole pronunciate ieri dalla presidente di Ania, Maria Bianca Farina, che ha confermato le anticipazioni di MF-Milano Finanza dei giorni scorsi, che hanno provocato ieri la dura reazione dell’Unione Nazionale Consumatori. «Mentre l’inflazione pagata dai consumatori è ora pari all’8,9%, i pezzi di ricambio per mezzi di trasporto privati sono aumentati di meno della metà, +4,3% su settembre 2021», ha sostenuto il presidente dell’associazione dei consumatori, Massimiliano Dona, aggiungendo che questi lievi aumenti dei costi possono essere gestiti tranquillamente, vista la caduta degli incidenti degli anni passati. Giù le mani dall’Rc Auto». (riproduzione riservata)
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