PIÙ COOPERAZIONE TRA GRANDI PLAYER, REALTÀ INNOVATIVE E VENTURE CAPITAL PER RAFFORZARE L’INSURTECH
di Marco Capponi
La nascita di clienti sempre più digitalizzati fa sì che il mondo assicurativo sia un terreno fertile per le startup, ma la strada da compiere è ancora molta. Questo il focus del panel “Il fattore S e il destino delle startup” della quarta edizione del Milano Festival delle Assicurazioni di Class Editori. «Il mercato italiano», ha spiegato Simone Ranucci Brandimarte, presidente di Italian Insurtech Association, «è molto regolamentato, e questo alza l’asticella per chi volesse entrarci». Inoltre, ha aggiunto, «serve maggiore dialogo tra startup e grandi compagnie, oltre che coi fondi di venture capital, che sono ancora poco specializzati in settori di nicchia come l’insurtech».

Come rappresentante di una grande compagnia assicurativa Andrea Birolo, head of corporate venturing di Reale Group, ha affermato che «la ragione stessa dell’esistenza del corporate venturing è il supporto alla trasformazione dei modelli di business delle startup». Ovviamente, ha aggiunto, «ogni investimento deve essere funzionale ai bisogni strategici della compagnia e indirizzato verso modelli di business che soddisfino tali esigenze».Un’idea condivisa da Sauro Mostarda, co-founder e ceo della insurtech Lokky: «Da parte degli investitori», ha evidenziato, «serve un maggiore supporto ai processi di aggregazione delle startup». Inoltre, ha proseguito, «c’è bisogno investitori più specializzati rispetto a quelli generalisti: non solo fondi istituzionali, ma anche attori provenienti dallo stesso mondo assicurativo, compagnie e corporate venture capital».

L’obiettivo delle startup, soprattutto di quelle votate al digitale, è anche e soprattutto l’internazionalizzazione. Per Gerardo Di Francesco, founder e managing partner di Wide Group, «il nostro scopo è riuscire a competere con i player locali dei vari mercati, diventando protagonisti paneuropei». Il mercato dei capitali, si è domandato «è pronto a investire somme di denaro assimilabili a quelli che all’estero vengono destinate per sbarcare in Italia?».

Per mettere in contatto tutti gli attori in gioco infine un ruolo fondamentale è quello degli incubatori, come ha ribadito Nicolò Soresina, chief operating officer di Vittoria hub: «Il nostro ruolo», ha spiegato, «è quello di orchestrare ecosistemi di servizio bilanciati in cui compagnie e startup possano collaborare, parlando un linguaggio unico e comune a tutti». (riproduzione riservata)
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