LA CASA AUTO QUINTUPLICA I PROFITTI A 1,6 MLD $ GRAZIE AL BOOM DI CONSEGNE E MALGRADO LA CRISI DEI CHIP. BITCOIN SVALUTATI DI 51 MLN
di Francesco Bertolino
Tesla supera indenne la crisi dei chip, per la soddisfazione degli azionisti e del ceo Elon Musk. Nel terzo trimestre la casa, in procinto di trasferirsi dalla California al Texas, ha quasi quintuplicato i profitti rispetto al 2020, passando da 331 milioni a 1,6 miliardi di dollari. Un record dovuto agli ottimi risultati della divisione automotive. Le oltre 240 mila consegne hanno fruttato a Tesla 12 miliardi di ricavi, con un aumento del 58% che ha compensato la discesa del 30% degli incassi dalla vendita di crediti verdi a 279 milioni di dollari. L’utile netto avrebbe potuto essere addirittura più elevato se la società non avesse pagato nel trimestre a Musk un premio di 190 milioni di dollari, dovuto soprattutto al probabile raggiungimento di un nuovo traguardo operativo. Sui risultati ha inoltre inciso una svalutazione da 51 milioni di dollari del patrimonio in bitcoin detenuto da Tesla. Come noto, le regole contabili sulle cripto-attività impongono di contabilizzare ogni perdita virtuale, mentre impediscono di registrare aumenti di valore sulla carta, consentendo di realizzare le plusvalenze soltanto al momento della vendita. Il margine sulle attività automobilistiche si è comunque attestato a un lusinghiero 30,5%, nonostante il prezzo medio di vendita delle vetture Tesla sia sceso del 6% nel terzo trimestre a causa della svolta verso veicoli a più basso costo. Partito dall’alta gamma, insomma, il costruttore si sta sempre più spostando verso il mercato di massa, mano a mano che la mobilità elettrica prende piede nel mondo. «La domanda di veicoli elettrici sta attraversando un cambiamento strutturale», nota la società di Austin. «Crediamo che più vetture abbiamo sulla strada, più proprietari di Tesla potranno diffondere il passaparola sui benefici» della transizione verde dell’auto. Per farsi trovare pronta all’appuntamento Tesla sta modificando la composizione chimica delle batterie per incrementarne l’autonomia e ha installato 29.281 colonnine (+51%), distribuite su 3254 stazioni. Le infrastrutture di ricarica sono del resto uno dei servizi aggiuntivi su cui la casa texana sta investendo per diversificare le fonti di ricavo oltre l’auto. Nel terzo trimestre, per la verità, il fatturato di sistemi di generazione e stoccaggio di energia e degli altri prodotti è rimasto sostanzialmente invariato, senza perciò fornire un contributo significativo ai risultati. Il management di Tesla si aspetta tuttavia da loro un apporto crescente nel prossimo futuro, specie per quanto riguarda i servizi di assicurazione. «Stiamo monitorando attivamente frenate, svolte, tallonamenti (inseguimenti pericolosi), avvertimenti di collisioni probabili e disattivazioni forzate del pilota automatico per prevedere la probabilità di un incidente», ha rivelato la casa. «Questo sistema verrà progressivamente affinato mano a mano che riceviamo più dati». Infine, ha concluso, «a ottobre abbiamo anche lanciato il nostro prodotto di assicurazione telematica nel Texas. Riteniamo che i premi assicurativi riusciranno a riflettere le chance di un sinistro più accuratamente di ogni altra copertura offerta sul mercato». (riproduzione riservata)
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