diAnna Messia
Le assicurazioni sono pronte a cavalcare la ripartenza del pil italiano. Dopo aver dimostrato di saper tenere dritta la barra durante la pandemia ora le compagnie sono intenzionate a spingere l’acceleratore, incrementando al contempo gli investimenti sull’innovazione tecnologica per offrire risposte sempre più puntuali anche ai nuovi bisogni emersi durate l’emergenza Covid: da quelli delle persone, divenute improvvisamente più consapevoli dei vantaggi che può offrire una polizza salute con la sanità pubblica in affanno, a quelli delle imprese che con la pandemia hanno scoperto nuovi rischi da gestire, a partire da quelli informatici. Il bilancio 2020 si era chiuso in chiaroscuro. Da una parte, dopo due anni consecutivi di incrementi dei volumi (+3,2% nel 2018 e +3,8% nel 2019 a 140 miliardi), l’anno scorso la raccolta di nuovi premi assicurativi aveva registrato un’inevitabile frenata (-4,1%), attribuibile in particolare alle chiusure imposte dal lockdown. Dall’altra parte, proprio per il calo della circolazione delle automobili e per il rallentamento dell’attività i sinistri erano scesi in maniera ancora più marcata. Il 2021 ha segnato un inizio di ritorno alla normalità, sotto entrambi gli aspetti. Mentre la contrazione del 2020 era stata guidata dai comparti Vita (-4,7% sul 2019) e Auto (-4,4%), l’espansione dei primi sei mesi del 2021 è stata spinta in particolare dal Vita (+14,3% sul primo semestre 2020) e dal Non Auto (+5,9%) grazie al contributo di tutti i principali rami assicurativi, dal comparto Malattia all’Infortunio, passando per il Property. Ma anche il combined ratio, che sintetizza i sinistri pagati rispetto ai premi incassati, nello stesso periodo è tornato ad aumentare del 3% con la ripresa della circolazione a livelli pre-covid.

Un ritorno alla normalità da tutti i punti di vista, quindi, per le assicurazioni. Le quali in questi mesi hanno ripreso anche a staccare dividendi dopo lo stop imposto dalle autorità europee nella fase più acuta dell’emergenza. Il tutto in un contesto macroeconomico che si è fatto decisamente più positivo considerando le previsioni di crescita del 6% del pil italiano per il 2021. Le compagnie assicurative che operano nel Paese sono dunque pronte a cavalcare e a sostenere questa generale ripresa, come hanno già dimostrato di saper fare per esempio con l’iniziativa del Superbonus 110% per le ristrutturazioni edilizie; le assicurazioni in questi mesi hanno offerto ai proprietari immobiliari pacchetti completi, affiancando i proprietari per assicurare gli immobili ma anche per il riacquisto dei crediti fiscali. La prossima sfida passa per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: le compagnie che sono pronte a scendere di nuovo in campo per moltiplicare gli effetti benefici della spesa pubblica. In che modo? Gli amministratori delegati, i direttori generali e i top manager delle assicurazioni illustreranno le strategie al mercato mercoledì 20 ottobre nel corso della XXI edizione dell’Insurance Day, che sarà trasmesso in diretta tv su Class CNBC (canale 507 di Sky), in streaming su milanofinanza.it e sulla piattaforma Zoom, organizzato da MF-Milano Finanza in collaborazione con Accenture. L’evento aprirà la terza edizione del Milano Festival delle Assicurazioni, tre giorni di appuntamenti che si chiuderanno venerdì 22 con 13 webinar trasmessi da Class CNBC e milanofinanza.it per entrare nel vivo, con i protagonisti del settore, delle sfide e delle opportunità che attendono le imprese assicurative nei mesi a venire: dai nuovi rischi e dalla nuove coperture richieste dalla pandemia alle promesse dell’insurtech e ai nuovi linguaggi di comunicazione che le assicurazioni useranno per farsi conoscere dalle ultime generazioni, con Tik Tok. L’industria assicurativa italiana è tra l’altro ripartita con sprint in confronto agli altri Paesi europei. La crescita dei premi nel primo trimestre è stata del 7,8%, in linea con la Francia (+ 9,5%) ma decisamente meglio della Germania (-0,2%), dell’Olanda (+0,9%) e della Spagna (-0,2%). «Quella assicurativa è un’industria che resta molto legata al prodotto interno lordo e le incertezze attuali hanno origine nell’attuale prolungato periodo di bassi tassi d’interesse», spiega Daniele Presutti, Insurance Lead Europe di Accenture.

A livello globale i primi dieci gruppi al mondo nel primo semestre dell’anno hanno registrato premi in aumento medio del 7%, a cui hanno contribuito sia il comparto Danni sia quello Vita, con il risultato operativo che ha visto una crescita media del 2%, mentre il risultato netto è salito in maniera più evidente del +52%. I settori finanziari, bancari e assicurativi hanno poi da poco raggiunto i livelli di capitalizzazione di mercato pre-pandemia, mentre altre industrie, come il comparto dei software e dell’hardware, avendo beneficiato decisamente di più dei cambiamenti in atto hanno registrato una crescita addirittura vicino al 70%. «Per alcuni settori si registrano rilevanti crescite nella market cap, in particolare per quelli legati a servizi digitali, di intrattenimento da remoto e in streaming, nel metal & mining, per la spinta agli investimenti e all’estrazione di materiali legati alla transizione energica, nell’healthcare, per gli investimenti per fronteggiare la pandemia, e per il retail, sostenuto dalla crescita dell’e-commerce», spiega Presutti. Anche nel comparto delle polizze assicurative la pandemia ha accelerato trend già in atto; i clienti cercano sempre di più un’interazione ibrida con le assicurazioni. Gli agenti restano centrali ma il peso della tecnologia è destinato ad aumentare. «Il settore assicurativo si trova al centro della grande trasformazione che stanno vivendo in questi mesi le diverse industrie», aggiunge Presutti, «a partire per esempio dall’automotive, con la forte spinta in atto verso l’elettrico». E anche nel settore assicurativo, dopo la pandemia, c’è interesse per il mercato della salute, dove assume sempre più importanza l’utilizzo di strumenti digitali. Non solo. Nel comparto delle polizze altro grande tema è la sostenibilità. «Tra i trend del mercato c’è sicuramente quello che guarda alla sostenibilità che sta diventando sempre di più un fenomeno che impatta direttamente sul conto economico delle compagnie», conclude Presutti. (riproduzione riservata)

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