Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Chiusa l’assemblea di Mediobanca, nella contesa per la Galassia del Nord ora l’attenzione è tornata su Generali. Giovedì 28 gli azionisti di Piazzetta Cuccia hanno dato il via libera alle modifiche statutarie che eliminano il vincolo di tre amministratori ex dirigenti di Mediobanca da almeno tre anni e aumentano la rappresentanza delle minoranze fino a tre consiglieri, di cui uno per gli istituzionali. Un accoglimento delle richieste avanzate da Leonardo Del Vecchio, che di Mediobanca detiene 18,9%. Di fatto un’azione distensiva che però non spegne la tensione intorno alla Galassia
I prodotti assicurativi d’investimento multiramo sono tra i più diffusi tra quelli collocati da compagnie e canali distributivi. Piacciono per la flessibilità con cui il cliente può combinare una strategia per proteggere il capitale investito e una in grado di farlo crescere nel tempo. È una classica combinazione safe asset/risky asset dentro a un unico prodotto, resa possibile grazie a una combinazione sartoriale di gestioni separate e unit linked.
Anche nel 2021 le polizze Vita di ramo I legate alle gestioni separate hanno lottato per proteggere i rendimenti medi, che nell’ultimo quinquennio si sono attestati sul 3% medio confermando la tendenza calante degli ultimi anni (3,13% nel 2017, 3,03% nel 2018, 2,84% del 2019, 2,62% nel 2020) per via della compressione dei tassi dei Btp. Non a caso nella composizione delle gestioni, come emerge dai dati Ania, pur rappresentando l’asset class principale, la quota di Btp in portafoglio si sta riducendo a favore di una maggiore diversificazione in obbligazioni societarie e fondi.
Un’attesa di mesi e alla fine una soluzione di compromesso che evita lo scalone da 62 a 67 anni per l’età della pensione, ma rimanda al prossimo anno il problema di introdurre maggiore flessibilità al sistema. Gli effetti della pensione anticipata con Quota 102 (somma tra 64 anni di età e 38 anni di contributi) varata dal governo soltanto per il 2022 al posto 62/38 anni (Quota 100) sono davvero limitati. Emerge dall’elaborazione di smileconomy che permette di individuare le fasce di lavoratori (in funzione di anno di nascita e di ingresso nel mondo del lavoro) che fino alla scadenza di fine anno posso utilizzare la via del pensionamento di Quota 100, e quelli invece interessati da Quota 102, al posto dei canali tradizionali di pensione di vecchiaia e anticipata.
Tra il superamento di Quota 100, la nuova Quota 102 e il prossimo ritorno alla legge Fornero architettati nella manovra varata dal governo Draghi, la pensione pubblica appare come un rebus sempre più complesso da risolvere per milioni di italiani. Sia per quelli ormai prossimi al ritiro dal lavoro sia (e soprattutto) per i lavoratori più giovani, che stanno facendo esperienza con il primo impiego solo ora e che guardano alla previdenza statale come a un miraggio lontano. E se questa attesa rischia di trasformarsi nella più indecifrabile delle incognite la soluzione ottimale per scommettere sul proprio futuro post-lavorativo senza rinunciare al benessere e allo stile di vita accumulati durante la carriera è quella di investire i risparmi nel proprio futuro. In un certo senso costruire la propria Quota fai-da-te, scegliendo prodotti e strategie che generino rendimenti significativi nel medio-lungo periodo.
Le società di capitale italiane con ricavi superiori a 500 mila euro, contrariamente a quanto molti ritengono, sono poco più di 350mila. Includendo anche le micro imprese, quelle con ricavi di poche centinaia di euro, le anagrafiche non superano il milione. Complessivamente, il totale ricavi generato è di circa 2.700 miliardi, l’ebitda supera l’8%, l’utile il 2,5%. L’indebitamento bancario complessivo al netto della liquidità sostenibile (la posizione finanziaria netta o pfn) è di circa 400 miliardi. Il rapporto pfn/ebitda pari a 1,8 volte. È la foto scattata da Leanus, ottenuta aggregando e analizzando 199.349 bilanci 2020 disponibili a metà ottobre.
Costruire la pensione investendo su chi è già in pensione? Stati e aziende dovranno prepararsi a popolazioni più anziane e meno numerose, con meno lavoratori. Il Covid ha frenato la natalità che era già in calo a livello globale, tanto che la fascia degli over 65, pur essendo stata la più colpita dalla pandemia, cresce a una velocità maggiore rispetto alle generazioni giovani. E se ciò da una parte rappresenta un problema per le casse indebitate degli Stati come altra faccia della medaglia contribuisce a lanciare la silver economy. Come spiega Henk Grootveld, gestore del fondo Golden Age di Lombard Odier (+75,9% dal lancio nel febbraio 2017 e il +20,5% da inizio 2021, classe euro Na).
Il piano di accumulo di Cattolica Assicurazioni si appoggia ad una vasta rete di garanzie e opzioni accessorie

I dati diventano moneta. Possono essere usati per comprare contenuti e servizi digitali. È quanto prevede il decreto legislativo, approvato in via definitiva dal consiglio dei ministri del 29 ottobre 2021, che attua la direttiva UE 2019/770, sui contratti di fornitura di contenuti digitali e di servizi digitali. Il dlgs aggiunge nuovi articoli (dal 135-octies al 135-vicies ter) al codice del consumo (dlgs n. 206 del 2005) e, nel recepire la direttiva europea, codifica quello che già avviene tutti i giorni sulla rete internet, e cioè lo scambio di beni (digitali) contro dati personali.
Generali è salita all’84,47% del capitale di Cattolica con diritto di voto nell’ultimo giorno dell’opa. Perciò deve considerarsi avverata la condizione di soglia minima. Il Leone ora controlla l’assemblea straordinaria e detiene la maggioranza qualificata per procedere con l’approvazione di una fusione e, quindi, con il delisting della compagnia veronese. L’acquisizione, lanciata il mese scorso con un’offerta di 6,75 euro per azione, ha un valore di circa 1,18 miliardi di euro.
  • Exor: fiduciosi nel futuro di PartnerRe con Covea
«Il nostro rapporto si è consolidato con il lavoro svolto con Covea nel business riassicurativo e nel business degli investimenti: questo ha creato la fiducia per lavorare bene a lungo termine. Riteniamo che il mondo della riassicurazione trarrà vantaggio da un andamento favorevole dei prezzi. Siamo fiduciosi in questa attività e nel futuro di PartnerRe con Covea. Questo è il motivo per cui investiremo accanto a PartnerRe e Covea nella riassicurazione»: lo ha affermato John Elkann, presidente e a.d. di Exor, in un’intervista al giornale Les Echos, commentando il memorandum di intesa che prevede la vendita di Partner Re a Covea per 9 miliardi di dollari (7,7 mld di euro). Il numero uno della holding di casa Agnelli ha sottolineato che «l’accordo di cooperazione raggiunto durante l’estate 2020 con Covea si è rivelato positivo in molti modi e ha creato forte fiducia reciproca tra le nostre società».

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  • Ambulanti e spiagge lite tra Draghi e Lega Accordo sull’Rc auto
Nelle Rc auto, sarà ampliato il “risarcimento diretto”. In caso di incidente, sempre più spesso saremo risarciti direttamente dalla nostra compagnia di assicurazione, che poi si rivarrà sulla compagnia dell’altra persona coinvolta nel sinistro.
  • Generali chiude l’Opa su Cattolica conquistato l’84,5%, via alla fusione
L’Opa di Generali su Cattolica Assicurazioni a 6,75 euro per azione raccoglie adesioni boom e pari all’84,5%, tra cui in zona Cesarini anche il 2,7% della Fondazione Banca del Monte di Lombardia. Un bel colpo per l’ad del Leone Philippe Donnet, la cui riconferma è oggetto di un aspro scontro tra i soci, con Mediobanca favorevole e i pattisti Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio contrari. Generali, avendo il controllo dell’assemblea straordinaria, può procedere al delisting e realizzare a regime oltre 80 milioni di euro di sinergie a fronte di costi di integrazione una tantum di 150-200 milioni. Numeri che saranno inclusi nel nuovo piano industriale che Donnet illustrerà il 15 dicembre.

corsera

  • A segno l’opa sulla Cattolica, Generali supera la soglia del 66,7%
Il Leone di Trieste conquista definitivamente la Cattolica Assicurazioni. Grazie alle azioni apportate nell’ultimo giorno dell’Offerta pubblica di acquisto lanciata lo scorso 31 maggio, Generali è salita all’84,47% del capitale. Dopo aver superato un giorno prima della fine dell’operazione la quota del 50% a cui era subordinata l’operazione, il Leone ha oltrepassato la soglia dei due terzi del capitale di Cattolica, soglia che dà alla compagnia di Philippe Donnet (nella foto) il controllo di diritto dell’assemblea straordinaria che potrebbe essere chiamata a deliberare l’incorporazione di Cattolica in Generali e il delisting della compagnia veronese.
  • Caltagirone al 6,81% di Generali
Francesco Gaetano Caltagirone ha acquistato un milione e 970mila azioni di Generali, pari allo 0,125% del capitale del Leone. Lo si apprende dalle consuete comunicazioni di «internal dealing». In questo modo la quota in mano all’imprenditore romano sale in totale al 6,813% del Leone, portando il patto con la Delfin di Leonardo Del Vecchio e la Fondazione Crt al 13,595%.

  • Da quota 102 all’Ape sociale, tutte le vie per la pensione 2022
  • Per il 2023 le due opzioni «solo contributivo» senza la quota retributiva
Dopo il varo della manovra i sindacati rimangono minacciosi. Anche perché non riescono a digerire la scelta di Quota 102 fatta dal governo sulle pensioni. Ma in ogni caso Mario Draghi punta a mantenere aperto il dialogo sulla previdenza. E già nelle prossime settimane, quando la legge di bilancio avrà cominciato la sua navigazione in Parlamento, potrebbe aprire il tavolo con le parti sociali sulle misure previdenziali da adottare dal 2023. Ma con un preciso paletto: tutto dovrà rigidamente muoversi all’interno del sistema contributivo puro. Il premier lo ha ribadito in modo chiaro durante la conferenza stampa di giovedì in cui è stata illustrata la manovra
  • Opzione donna, la soglia anagrafica scende sotto i 60 anni
  • Requisito retroattivo per accedere a quota 100

  • Polizze rivalutabili Qui si è immuni ai rialzi ma la resa è al lumicino
Rialzo dei rendimenti in vista? Chi ha una polizza ramo I (rivalutabile) può dormire sonni tranquilli in quanto eventuali debàcle dei corsi obbligazionari (ossia dei prezzi dei titoli) non inciderà sulle valutazioni del suo investimento. Le gestioni separate (gs) a cui sono agganciati questi strumenti, che vengono inseriti anche nelle multiramo ora di gran moda, infatti hanno una contabilità al costo storico e non ai prezzi di mercato e quindi le flessioni delle quotazioni non si ribaltano sugli investitori, come avviene per i fondi comuni, per le unit, per i fondi pensione e per i Pip finanziari.