Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali


logoitalia oggi7

L’assenza di delega non salva dalla responsabilità: è quanto emerge dalla sentenza n. 33856 del 2021, con cui la quinta sezione penale della Cassazione ha affermato la possibilità di ascrivere un fatto di bancarotta fraudolenta anche al consigliere di amministrazione senza deleghe, per avere omesso di impedire gli illeciti nel complesso commessi dalla società. La sentenza ha in particolare confermato che il concorso dell’amministratore privo di delega nel reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale, per omesso impedimento dell’evento, si configura non solo quando emerga la prova dell’effettiva conoscenza di fatti pregiudizievoli per la società, ma anche quando vi siano «segnali di allarme» dai quali desumere l’accettazione del verificarsi dell’evento illecito, non essendovi stata attivazione per scongiurarlo.
La pandemia ha spinto la digitalizzazione delle Pmi italiane, che sono tra le più tech in Europa. È quanto ha rilevato il nuovo Osservatorio Piccole Imprese di GoDaddy, il più grande provider al mondo di domini, attraverso l’elaborazione del GoDaddy Digital Index. Una fotografia rilevante, visto che le Pmi rappresentano il 97,7%1 delle unità produttive italiane, secondo il Censimento permanente delle imprese 2019.L’analisi, realizzata in collaborazione con la società di ricerca Kantar, evidenzia come le piccole imprese italiane abbiano raggiunto un livello di digitalizzazione di 44/100, meglio di quelle tedesche (42/100) e francesi (37/100), e seconde solo alle Pmi spagnole (45/100).
A partire dal prossimo 1° gennaio 2022, la soglia non raggiungibile dei pagamenti in contanti si abbasserà dai 2.000 ai 1.000 Euro. Privati e imprese dovranno rimanere al di sotto di detta soglia nei pagamenti in contante in unica soluzione o per singole rate. Con i nuovi limiti cambieranno anche le sanzioni edittali previste per il mancato rispetto delle regole. Sono queste le disposizioni apportate agli artt. 49 e 63 del dlgs n. 231/07, dal comma 3-bis, inserito dall’art. 18, comma 1, lett. a) e b) del dl 26/10/19, n. 124, convertito con modificazioni dalla legge 19 dicembre 2019, n. 157 che dall’inizio del prossimo anno dispiegheranno il loro effetto finale. Tale nuove soglia è stata peraltro confermata dal sottosegretario al Mef, Federico Freni, nel corso delle interrogazioni a risposta immediata del 13 ottobre 2021 presso la commissione Finanze della camera.
Giro di vite sul provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale. Eccetto che nelle aziende con un solo occupato, lo stop scatterà in presenza di lavoro nero al 10% (oggi al 20%) o in presenza di «gravi violazioni» sulla sicurezza del lavoro (oggi è richiesto che le violazioni siano reiterate). Rincarano, inoltre, le sanzioni: per il lavoro irregolare, ad esempio, la somma aggiuntiva è di 2.500 euro fino a cinque lavoratori in nero e di 5 mila euro per più di cinque. A prevederlo, tra l’altro, è il dl n. 146/21, in vigore dal 22/10, che sostituisce integralmente la vigente disciplina (art. 14 del dlgs n. 81/2008, il Tu sulla sicurezza del lavoro).
Non è sufficiente effettuare il bonifico bancario entro il 31 dicembre 2021 per poter optare per la cessione del credito o lo sconto in fattura del superbonus 110%, poiché è necessario che entro tale data sia stato raggiunto uno stato avanzamento lavori almeno del 30%. È questo uno degli aspetti più delicati che le persone fisiche che intendono accedere alle opzioni previste dall’art. 121 del decreto 34/2020 devono tener conto per una corretta gestione dell’operazione ed emerge dal combinato disposto tra il criterio di cassa (ossia, per usufruire della detrazione occorre ci sia stato il pagamento) e appunto la norma del cosiddetto decreto Rilancio (dl 34/2020) per opzioni sconto/cessione detrazione.

Repubblica_logo

  • I giovani “senza quota” Precari e sottopagati al lavoro oltre i 70 anni
CPrecari da ventenni. Sottopagati da trentenni e quarantenni. Esodati da sessantenni. E poverissimi pensionati da settantenni. La politica litiga su Quota 100 e le sue sorelle 102 e 104. Ma c’è un esercito di cui non si parla mai. Sono i Fuori Quota o Senza Quota o Quota Zero. Giovani e meno giovani di ieri e di oggi, che non pensano alla pensione perché «tanto non me la daranno mai». Vediamo cosa succede simulando — lo fa per Repubblica una società indipendente di consulenza, smileconomy — il percorso lavorativo di quattro lavoratori che oggi hanno 25, 30, 35 e 40 anni, dipendenti e autonomi, con redditi netti da 1.000 a 1.500 euro. Se iniziano a versare i contributi a 25 anni, il loro stipendio cresce dell’1,5% all’anno e il Pil dello 0,3%, la carriera è continua e senza scossoni, andranno in pensione tra 68 e 72 anni e con un assegno tra il 55 e il 64% del loro ultimo stipendio (il tasso di sostituzione medio). Il 25enne di oggi vede come età di uscita una forchetta che oscilla tra quasi 69 anni e quasi 73 anni. Dipenderà dalla speranza di vita a 65 anni, il parametro Istat che ogni due anni aggiorna i requisiti per la pensione: può variare da zero a tre mesi e se tutto va bene o molto bene, senza pandemie o altri accidenti, porterà la generazione dei Senza Quota in pensione da over 70. Cosa succede se la carriera è discontinua? Se per esempio c’è un anno di buco contributivo in ogni decade (a 30, 40 e 50 anni) e se il lavoro finisce a 60 anni perché l’azienda ti mette fuori? L’assegno crollerebbe fino al 40-45%, cioè meno della metà dell’ultimo stipendio. Da incassare da settantenni. E nel frattempo?

aflogo_mini

 

  • Le assicurazioni in banca. Ecco chi ci guadagna davvero
La presenza degli istituti di credito nel capitale delle compagnie e nel mercato delle polizze  è in crescita continua. Ma un report dell’Ivass svela che i profitti non sono sempre garantiti
  • Generali fa i conti con il badwill di Cattolica
Un guadagno da 200 nln, da mettere a bilancio a fine anno. E’ quanto le Generali ipotizzano di ricavare dall’acquisizione di Cattolica in termini di avviamento negativo
  • Mutui agevolati, la carica degli under 36
Il decreto Sostegni bis ha previsto una serie di incentivi per l’acquisto della casa. Aumentate le richieste di finanziamento con durata superiore ai 25 anni. E anche le banche offrono servizi sempre più su misura.

corsera

  • Sicilia, auto trascinate dal fango. «Siamo in allarme rosso»
Il maltempo sferza pesantemente, con piogge record sino a 140 millimetri in poche ore, il Sud, soprattutto Sicilia e Calabria. La situazione peggiore nel Catanese, dove un violentissimo nubifragio ha trasformato le strade in torrenti che hanno rovesciato numerose auto, trascinando fango e detriti. Per qualche ora si è pensato anche a possibili vittime, quando un testimone ha raccontato ai Vigili del fuoco, intervenuti in serata nell’abitato di Scordia, di avere visto una coppia di anziani che, scesa da una Ford Fiesta, sarebbe stata travolta dall’acqua. Fortunatamente i due sono stati trovati in discrete condizioni, in tarda serata, mentre erano già cominciate le ricerche anche con l’ausilio del Nucleo sommozzatori del 115. Prima è stato rintracciato il marito e poi la moglie.

  • Claudio Scardovi: “Per il risparmio delle famiglie rendimenti a due cifre”
Un paio di mesi e si dovrebbe partire. Prima il via libera della Consob al prospetto, quindi nel 2022 il collocamento anche presso i piccoli risparmiatori e successivamente la quotazione in Borsa. Taglio minimo mille euro e un rendimento lordo (Irr, ndr) a doppia cifra, nell’ordine del 10%-12%, per investire nell’economia reale italiana e partecipare alla ripartenza del Paese. I prossimi due mesi saranno dedicati ai primi contatti con investitori istituzionali — casse, fondi pensione, assicurazioni e family office — che si aggiungeranno alla pattuglia di 43 soci fondatori. È l’agenda di Hope, la prima Sicaf italiana aperta anche al retail, nata da un’idea di Claudio Scardovi e da un pool di protagonisti dell’economia e della finanza che promette di investire su due fronti: Pmi competitive, tecnologie innovative, città sostenibili e infrastrutture tech e green. Hope, che fin dal nome dichiara la sua matrice — sta per Holding di partecipazioni economiche — è un’iniziativa di sistema, spiega Scardovi, per attrarre il risparmio degli italiani che, soprattutto durante la pandemia, si è accumulato su conti correnti e depositi bancari, stimato in oltre 1.100 miliardi e in crescita di oltre 60 miliardi nei due anni contrassegnati dal Covid-19. Ora, nelle intenzioni dei proponenti, questa enorme massa di denaro può partecipare attivamente a una nuova fase economica, attratta anche dalla promessa di rendimenti che si avvicinano a quelli dei tradizionali fondi chiusi. «Pensiamo a cittadini- azionisti in un’unica iniziativa sistemica. Ci rivolgiamo a un risparmiatore che può finalmente affacciarsi a strumenti fin qui riservati agli specialisti del private equity».
  • Dopo quota 100. Più attenti al fattore lavoro
Come previsto quota 100 non verrà rinnovata. La soluzione probabile alla fine del dibattito parlamentare sarà: a partire dall’1/1/2022 quota 102 con 64 anni di età, 38 anni di contributi, con un numero limitato di contribuzioni figurative al fine di premiare il lavoro; quota 103 con 64/39 o 65/38 a partire dal primo luglio del 2023 (o 104); un parziale rinnovo per i disoccupati di Ape sociale, di opzione donna ma con 60 anni di età e 35 di contributi magari con il calcolo contributivo per il solo periodo dall’1/1/1996 e un uso sempre più intensivo dei contratti di espansione e dei fondi di solidarietà. Fino al 2026 resterà la cosiddetta pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi per i maschi e un anno in meno per le donne che dovrebbe comunque restare anche in futuro perché l’indicizzazione delle anzianità contributive all’aspettativa di vita è tecnicamente un errore. Come si fa a mandare in pensione un soggetto che ha 67 anni di età e 20 di contributi (dei quali magari una parte figurativi) e negare il diritto a chi ha lavorato più del doppio? Tuttavia le forze politiche, nel discutere questo delicato tema dovranno considerare l’invecchiamento della popolazione, e rispondere alla domanda: «il nostro sistema previdenziale sarà sostenibile in un’Italia più anziana»?
  • Polizze l’italia piace, Athora investe
L’Italia piace all’estero. La conferma viene da un business maturo come quello delle assicurazioni Vita, che registra lo sbarco in Italia di Athora, un gruppo con sede a Bermuda e fondato da Apollo Global Management e da Athene, compagnia assicuratrice americana con sede a Des Moines, nell’Iowa, con 215 miliardi di dollari di asset, quotata al Nyse e a sua volta fondata nel 2009 da James Belardi e Chip Gillis, un passato rispettivamente in SunAmerica Life e in Bear Stearns. Lo sbarco è avvenuto comperando Amissima Vita proprio dal fondo Apollo, che l’aveva acquisita quando Amissima si chiamava Nuova Carige Vita ed era l’ultima espressione di quel business per decenni redditizio, mandato a gambe all’aria dalla disinvolta gestione di Giovanni Berneschi, per troppo tempo capo indiscusso della Cassa di Risparmio di Genova. Oggi Amissima è un’altra cosa e Athora vuole puntare sull’Italia non solo perché il suo amministratore delegato è un milanese bocconiano.
  • Generali su Verona
È fissata venerdì 29 ottobre la chiusura dell’Opa lanciata dalle Assicurazioni Generali sulla veronese Cattolica, di cui il Leone è già primo azionista e salvatore. Infatti, dopo l’imprevidente gestione del presidente Paolo Bedoni è stato necessario l’intervento di Trieste per salvare il salvabile a Verona, dove una compagnia con 125 anni di storia e 3,5 milioni di clienti è finita in pesante affanno finanziario. Generali ha lanciato un’opa sulla totalità delle azioni a 6,75 euro l’una. Difficile sottrarsi: drammatiche le alternative.
  • Pensioni di scorta? Si parte da 200 euro
I piani previdenziali di tre risparmiatori che oggi hanno 25, 35 e 45 anni. Le mosse da fare per costruire un assegno paracadute che possa integrare, almeno in parte, quello pubblico. Cominciando il prima possibile e sfruttando la spinta dei mercati nel lungo periodo
  • Riforma, chi vince e chi perde
Una pensione di scora più bassa del 9%. Oppure nel migliore dei casi, più alta del 2%. Questi sono in sintesi i possibili effetti della proposta di riforma della fiscalità della previdenza integrativa presentata dalla Commissione Finanze della Camera. Chi più ci perderebbe sarebbero i 60enni che  hanno aperto un fondo pensione nel semestre di silenzio assenso del 2007 scegliendo una linea di investimento a basso rischio. Gli unici a guadagnarci i 30enni che iniziano oggi un piano di previdenza integrativa con una linea a rischio alto
  • Quanto rende un investimento a rate che punta il 70% sulla Borsa
Per chi si prende una laurea, la carriera inizia a 24 anni. A 12 mesi dal titolo, i laureati di secondo livello fanno i conti in media con una retribuzione mensile netta di 1.300 euro, stima AlmaLaurea: potrebbe quindi essere impegnativo per un 25enne versare i 211 euro al mese necessari a un dipendente per centrare l’obiettivo di un reddito complessivo, dopo la pensione, equivalente allo stipendio di fine carriera (1.800 euro netti). L’importo, per altro, è calcolato ipotizzando una linea bilanciata, con un’esposizione azionaria pari al 70% e il resto bond: un profilo abbastanza aggressivo, coerente con l’orizzonte di riferimento del piano pensionistico, che dovrebbe beneficiare ampiamente della spinta offerta statisticamente dalle Borse, sulla lunga distanza.
  • Tempi e versamenti: le asimmetrie tra autonomi e dipendenti
Un 45enne con contratto di lavoro dipendente che sceglie un fondo pensione obbligazionario dovrebbe versare quasi 800 euro al mese per poco meno di vent’anni allo scopo di ottenere una rendita integrativa vitalizia di circa 750 euro, da sommare alla pensione pubblica per arrivare a un reddito netto complessivo di 1.800 euro. La scelta di una linea bilanciata — 70% azioni, 30% bond — ridurrebbe l’esborso mensile a 681 euro secondo i calcoli di Smileconomy: l’abbondante esposizione alle Borse, infatti, dovrebbe dare accesso a rendimenti più elevati (vedi altro box), mettendo l’investitore nelle condizioni di centrare l’obiettivo con minori sforzi. Per raggiungere lo stesso livello di reddito dopo la pensione, 1.800 euro netti, un autonomo della stessa età, a fronte di una pensione pubblica attorno ai 900 euro al mese, dovrebbe destinare alla previdenza integrativa una somma compresa tra 555 euro e 660 euro al mese, in base al profilo di rischio e rendimento del fondo pensione.

  • Più arresti e fermi nel 2021 ma furti quasi sempre impuniti
  • Monopattini, la Ue non chiede la polizza

Handelsblatt

 

  • La start-up assicurativa Getsafe riceve la licenza Bafin
L’assicuratore digitale Getsafe ha ricevuto l’approvazione dell’autorità di vigilanza finanziaria Bafin per l’assicurazione della proprietà e degli infortuni. Questo è il primo assicuratore danni autorizzato in Germania da quando la Bafin ha inasprito i requisiti per le nuove licenze all’inizio dell’anno. La start-up con sede a Heidelberg aveva già richiesto la licenza di assicurazione l’anno scorso. A gennaio, tuttavia, Bafin ha criticato nella sua rivista mensile che i giovani assicuratori spesso pianificano troppo poco denaro all’inizio e hanno problemi a lasciare la zona di perdita. Ha quindi richiesto che le future start-up riflettano i loro rischi in modo più adeguato rispetto a prima e che abbiano molti più fondi propri rispetto ai predecessori comparabili. Molti osservatori del settore temevano che questo avrebbe reso molto più difficile stabilire un assicuratore indipendente in Germania.