di Angelo De Mattia
La scadenza del 31 dicembre è alle viste: la Popolare di Sondrio è sul percorso conclusivo per l’attuazione della trasformazione in spa che fino all’ultima decisione del Consiglio di Stato ha cercato di evitare con strumenti, ovviamente, legittimi. Ha concorso a questa resistenza anche il modo pessimo in cui è stata strutturata la riforma del settore nel 2015. Ora si presentano due strade: la trasformazione secca in Spa o la costituzione di una holding intermedia ad opera dei possessori attuali di quote seguendo l’indirizzo dell’Associazione Amici della Popolare. Naturalmente anche, e soprattutto, quest’ultima operazione deve essere sottoposta all’autorizzazione della Vigilanza accentrata che valuta le condizioni di stabilità aziendale e della sana e prudente gestione, nonché della coerenza con la normativa della riforma.

Intanto, l’UnipolSai di Carlo Cimbri ha superato il 9% della Popolare e appare un interlocutore imprescindibile dell’operazione di trasformazione. Sottostante vi potrebbe essere il disegno, dopo che la Bper, alla quale la Compagnia assicurativa partecipa con il 19%, avrà digerito l’acquisizione degli sportelli già di Ubi Banca, per una convergenza delle due ex Popolari. L’esperienza e la competenza dell’ad della Bper, Piero Montani, del mondo delle Popolari potrebbe agevolare l’operazione. Vi sarebbe contraddizione con l’alternativa della holding o, comunque, della società intermedia? Non è detto: si potrebbe lavorare coordinatamente al progetto, ammesso che la Vigilanza consenta quest’ultima opzione e non la ritenga, invece, come sarebbe accaduto per l’ipotesi del voto maggiorato, non accoglibile. Esistono, poi, anche altri forni, come quello di una intesa tra Bper e Banco Bpm. Il fatto è, comunque, che a questo punto, pur ritenendo non affatto fuori luogo le tesi sottostanti alla resistenza finora dimostrata dalla Sondrio, è venuto il momento delle decisioni, dopo che molto prima dell’adozione della riforma, era stata suggerita su queste colonne ripetutamente la strada dell’auto revisione che prevedeva appunto l’istituzione della spa a valle della cooperativa, ma che allora fu drasticamente e miopemente respinta dal settore, il quale poi, a legge emanata, l’avrebbe, invece,accolta come la manna dal cielo. Nel frattempo si è innestata una inutile, fuorviante polemica per un messaggio con il quale il presidente della Consob, Paolo Savona, ha risposto, in via esclusivamente privata, a una lettera di Marco Vitale, promotore delle iniziative per l’autonomia della Popolare. Savona ha affermato che il voto maggiorato proposto dalla banca è legittimo. Al riguardo si può osservare: chi mai potrebbe ritenerlo illegittimo? Altre sono le valutazioni che un’authority può svolgere sul piano dell’opportunità e dei canoni di Vigilanza sopra riportati che, però, come tutte le scelte in materia, non sono articoli della Costituzione per modificare i quali occorrono ampi consensi e un complesso procedimento. (riproduzione riservata)