Generali è salita all’84,47% del capitale di Cattolica con diritto di voto nell’ultimo giorno dell’opa. Perciò deve considerarsi avverata la condizione di soglia minima. Il Leone ora controlla l’assemblea straordinaria e detiene la maggioranza qualificata per procedere con l’approvazione di una fusione e, quindi, con il delisting della compagnia veronese. L’acquisizione, lanciata il mese scorso con un’offerta di 6,75 euro per azione, ha un valore di circa 1,18 miliardi di euro. Prima dell’offerta Generali deteneva una quota pari al 24% di Cattolica. Giovedì, nel penultimo giorno, la compagnia guidata dall’amministratore delegato Philippe Donnet aveva raggiunto il 53,8% del capitale, ottenendo la condizione irrinunciabile per il successo dell’offerta che era il 50% più un’azione.

«Siamo convinti che, se Cattolica e Generali si mettono ancora più insieme per proporre nuovi servizi e sfruttare le sinergie, ci saranno ulteriori benefici», aveva spiegato recentemente Donnet. «Quindi abbiamo deciso di lanciare questa offerta a beneficio di tutti gli azionisti».
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